RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

sabato 31 dicembre 2016

- DIPIAZZA INSISTE SUL MUSEO AL MAGAZZINO 23 DI PORTO VECCHIO: QUALCUNO GLI DICA CHE E' SULL' ADRIATERMINAL, IN PUNTO FRANCO E IN CONCESSIONE A SAIPEM CHE LO RISTRUTTURA ! - LE BUGIE DIPIAZZESCHE SUL MAG.23 E I MUSEI, IL MERCATO ITTICO E LA FERRIERA -


Errare è umano ma perseverare è diabolico !
Sono giorni che insistiamo a spiegare che è solo una balla quella di dire che nel Magazzino 23 di Porto Vecchio verrà messo un Museo: infatti il 23 è sull' Adriaterminal, tuttora in Punto Franco, in concessione alla SAIPEM che ha appena avuto l' autorizzazione a una ristrutturazione del costo di 2 milioni ( per i nostri precedenti articoli clicca QUIQUI e QUI).

Abbiamo mandato gli articoli anche ai Consiglieri Comunali del Centro Destra perchè la smettano di raccontare bugie su Porto Vecchio.

Ma oggi sul Piccolo Dipiazza insiste sul Museo del Mare al magazzino 23 (vedi sotto l' articolo): allora è una bugia reiterata che si aggiunge  agli annunci bugiardi sull' imminente trasferimento del Mercato Ittico in Porto Vecchio e alle promesse senza esito di chiusura dell' "area a caldo" della Ferriera.
Su quest' ultimo argomento ieri hanno tenuto una conferenza stampa il Circolo Miani e l' associazione Servola Respira  denunciando l' inefficacia dell' azione del Sindaco: "Tempo Scaduto- L' area a caldo della Ferriera NON verrà chiusa" è il titolo di un trafiletto del Piccolo che riproduciamo sotto. 
E' ormai chiaro che se succederà qualcosa è per l' intervento della Magistratura che come al solito esercita un ruolo di supplenza ad una politica inconcludente.
Evidentemente promesse, dichiarazioni solenni e sfilate non bastano...

Notiamo che sul passaggio di proprietà di Porto Vecchio stavolta il Piccolo pubblica solo un trafiletto a pag. 25 mentre in precedenza per notizie molto meno significative si suonavano le fanfare del trionfo.
Probabilmente cominciano ad emergere le magagne come la mancanza di soldi per le spese correnti e l' infrastrutturazione primaria...


A tal proposito Dipiazza  cita un "incontro per far partire la spesa dei 50 milioni di euro" come se fosse imminente ma dimentica di precisare le condizioni rigidissime per il rilascio di questi finanziamenti ne citiamo due:


A)" opere di urbanizzazione e Nuovo Piano Viabilità"  ovvero il tempo per fare un Nuovo Piano di Viabilità e le spese di centinaia di milioni per le opere di Urbanizzazione ( fogne ecc.).

b) "procedure volte a garantire il rispetto delle caratteristiche architettoniche - sistema dei vincoli" ovvero il demenziale Vincolo Architettonico che impedisce persino la segnaletica verticalee qualsiasi ragionevole innovazione.


Alleghiamo a tal proposito la slide dello studio di Ernst & Young sull' argomento, fornita da Roberto Martini dello staff che si occupa dell' esame del lavoro dell' "advisor".


Insomma tanto tempo e tanti soldi prima di avere, forse, i 50 milioni vincolati a utilizzi culturali: e INTANTO CHI PAGA ?


Perchè non è stata fatta ancora la variazione del Bilancio del Comune che comprenda le spese che partono da oggi e modifichi lo stato del patrimonio disponibile?

I cittadini per sapere quanto e come il Comune deve spendere per Porto Vecchio dovranno rivolgersi alla Magistratura Amministrativa ( Corte dei Conti ) ?



E' ammissibile che ingenti spese pubbliche siano avvolte nel mistero e si raccontino continue bugie su Porto Vecchio?

Qui sotto gli articoli del Piccolo citati: mentre il Piccolo attacca pesantemente Dipiazza su questioni ideologiche tipo "guerra degli striscioni" si limita a trafiletti in pagine secondarie su COSE BEN PIU' SOSTANZIOSE IN CUI E' COMPROMESSO ANCHE IL CENTRO SINISTRA



 Porto vecchio passa dal Demanio al Comune
Un «anno scoppiettante». Così il sindaco Roberto Dipiazza immagina il 2017 per Trieste in un’intervista all’Ansa in cui fa gli auguri ai concittadini, tira un bilancio dei primi sei mesi da sindaco e indica gli obiettivi. E i fuochi d’artificio riguardano soprattutto Porto vecchio che da oggi entra a far parte del patrimonio comunale. «Sono un sindaco fortunato: domani (oggi, ndr) mi consegneranno le chiavi del Porto vecchio. Si comincia subito e grazie anche a un ottimo rapporto di collaborazione con Serracchiani: la settimana prossima è previsto un incontro per far partire la spesa dei 50 milioni di euro» annuncia il sindaco. Primo passo, la realizzazione di una rotatoria all’altezza del ponte di ferro. «Il Porto vecchio non voglio che sia un progetto di Dipiazza ma che sia un progetto di tutti. Voglio fare un esperimento, collaborare a 360 gradi con tutte le persone che vogliono impegnarsi sul Porto vecchio compreso anche l’ex sindaco Cosolini e il Pd. E il Movimento 5 Stelle». È in ballo una «grande opportunità, 65 ettari sul mare, proviamo a lavorare insieme come sto già facendo con la presidente Serracchiani, senza fare le solite polemiche». Ai magazzini «23, 24 e 25 verrà il Museo del mare,(E insiste! ndr) davanti al Molo Zero, nei 30mila metri quadrati del 26 ci andranno Icgeb, Immaginario Scientifico e altre realtà». Oggi avverrà il passaggio di mano dal Demanio dello Stato a quello municipale così come previsto dalla legge del dicembre 2014 su emendamento proposto dal senatore Francesco Russo. Dei 650mila metri quadrati complessivi del Porto vecchio, ne passano al Comune circa mezzo milione. La linea di demarcazione tracciata preserva infatti al Demanio marittimo l’intera striscia di costa, l’area dell’Adriaterminal e quella degli stabilimenti balneari e delle società sportive. Gli edifici, secondo quanto riportato su una brochure di qualche anno fa dell’Authority, sono 38 suddivisi in tre tipologie: a un solo piano fuori terra; a due o tre piani fuori terra con cantina e soffitta e ballatoi tra gli avancorpi sostenuti da colonnine di ghisa; a quattro piani fuori terra con cantina, pianoterra e quattro piani superiori con ballatoi. 

****
Circolo Miani «Tempo scaduto L’area a caldo della Ferriera non sarà chiusa»

«Dipiazza aveva promesso di chiudere l’area a caldo, i mesi che aveva indicato sono ormai trascorsi. I dati disponibili sull’inquinamento della Ferriera, che il Comune possiede, sono quelli forniti dall’Arpa. Quindi il ruolo dei tecnici del Municipio è assolutamente inutile». Il fulcro della riunione convocata ieri nella sede del Circolo Miani era proprio questo: spiegare i motivi per cui, secondo Maurizio Fogar, presidente dell’associazione, «l’amministrazione Dipiazza non chiuderà mai l’area a caldo della Ferriera». Secondo Fogar le affermazioni del sindaco Roberto Dipiazza non stanno in piedi. A partire dalla richiesta di revisione dell’Aia del primo cittadino. Fogar infatti afferma che «la legge parla da sola: l’attuale domanda è sbagliata, perché Dipiazza l’ha inviata alla presidente della Regione, Debora Serracchiani, che è stata anche gentile e comprensiva nel rispondergli. Doveva invece mandarla all’ufficio regionale o statale che ne ha la responsabilità. Altrimenti è irricevibile. E inoltre avrebbe dovuto specificare i motivi fondanti per cui ha fatto questa richiesta, che al contrario non erano espressi». Ma non basta. «Ho cercato di far capire al sindaco - continua Fogar - che stava sbagliando sia nella forma che nella sostanza. Ma lui si è fidato dei suoi consiglieri, credo che il problema non si risolverà». A entrare nel dettaglio delle motivazioni è stato Romano Pezzetta del circolo “Servola respira”, che in passato aveva lavorato all’altoforno dello stabilimento sotto le proprietà Pittini e Italsider: «Ho visto che lavora gente inesperta - ha detto Pezzetta - mi sorprende che i sindacati non si muovano. Finalmente si è mossa la Procura, credo che dirà ad Arvedi “o fai il lavoro o sequestro l’altoforno”. In ogni caso sarebbe meglio farne un impianto nuovo che risanare l’attuale». Infine gli esponenti del Circolo si sono riuniti per dare il via al coordinamento della lista civica “No Ferriera, Sì Trieste”, «attraverso un primo congresso cittadino dando il via alle iscrizioni».


venerdì 30 dicembre 2016

DA DOMANI LE SPESE DI PORTO VECCHIO AL COMUNE CHE NON HA I SOLDI NECESSARI - LE CONSEGUENZE DELLA "SDEMANIALIZZAZIONE": I NODI VENGONO AL PETTINE


Da domani la proprietà dell' area
"sdemanializzata" di Porto Vecchio passa al Comune, come voluto congiuntamente da Centro Sinistra e Centro Destra.
Pertanto la zona non sarà più sottoposta all' Autorità Portuale le cui ordinanze non avranno più efficacia su un' area diventata comunale.

Vediamo le conseguenze ad esempio su una porzione nota a tutti: la "bretella" tra la Stazione e v.le Miramare, necessaria a raggiungere il cosiddetto "Polo Museale", e frequentata da diversi cittadini e che comprende strada ed edifici fatiscenti malamente recintati.

1) L' ordinanza dell' Autorità Portuale che ne interdice e limita il passaggio a veicoli e pedoni diventa inefficace e pertanto chiunque può transitarvi.

2) La responsabilità di incidenti causati dalla "STRADA DISSESTATA CON BINARI A RASO E PERICOLO PER CICLI E MOTOCICLI" passa al Comune e se ne vedranno delle belle...

3) Lo stesso regime vale per tutta l' area e non si capisce a che titolo e perchè ne venga interdetto il passaggio ai varchi "doganali" visto che non è più Punto Franco da mesi, ma diventa territorio comunale, con tutte le conseguenze del caso anche in caso di incidenti.

Il Comune dovrebbe provvedere a manutenzione, assicurazione, messa in sicurezza e illuminazione di strade ed edifici, tanto per cominciare, ma con quali soldi visto che a bilancio non c' è nulla ?
Assicurazioni fatte come, visto che non c'è nemmeno una stima ufficiale del valore di area ed edifici?


Il cartello recita: "strada dissestata, binari a raso, pericolo per cicli e motocicli".

Se qualcuno si fa male cadendo con un motociclo a causa di rotaie e buche CHI E CON CHE SOLDI PAGA ?
Ma, ovviamente, il Comune che è il proprietario come sancisce in Tavolare, ovvero i cittadini di Trieste.


I nodi della follia chiamata "sdemanializzazione" di Porto Vecchio stanno venendo al pettine e annunci, chiacchiere, trionfalismi e bugie non riescono più a nascondere una realtà molto preoccupante fatta di enormi spese CERTE a carico del Comune che non è in grado di sostenerle e ulteriore paralisi a due anni di distanza dal celebrato "blitz" notturno del sen. Russo che ha messo in capo al Comune tutta la faccenda. Ed entrate da ipotetiche vendite solo FANTASTICATE. 


E mandare il conto al sen. Russo del PD ?

Per lui non sarà un problema visto che vuol sempre dar ad intendere di conoscere investitori e "Fondi Sauditi" disposti ad investire: ma secondo noi è la stessa storia del "Fondo del Quatar" per il Monte dei Paschi di Siena poi rivelatasi la solita  balla ...




COSA FARE AL POSTO DELLA FOLLE URBANIZZAZIONE IN CHIAVE TURISTICA

giovedì 29 dicembre 2016

SU PORTO VECCHIO DIPIAZZA MENTE - IL MAGAZZINO 23 E' IN CONCESSIONE A SAIPEM CHE HA ANCHE AVUTO L' AUTORIZZAZIONE A RISTRUTTURARLO INVESTENDO 2 MILIONI... ALTRO CHE IL MUSEO ANNUNCIATO !




La SAIPEM, leader mondiale delle perforazioni sottomarine, ha appena depositato e fattosi autorizzare un progetto di risanamento e ristrutturazione del mag. 23 in Porto Vecchio per circa 2ml di euro che dovrebbe iniziare ad aprile 2017.

Il magazzino 23 è quello stesso che DIPIAZZA ha ripetutamente annunciato di voler trasformare in Museo insieme ai magazzini 24, 25 e 26 mettendoci i musei attualmente deficitari al punto da non potersi permettere un cassiere.
Già ieri abbiamo parlato di questa ennesima bugia di Dipiazza (QUI).

E' già scandaloso voler trasformare in Museo un' area talmente grande e utilizzabile per attività produttive e per creare lavoro VERO, ma volerci includere pure il magazzino 23 che è sull' Adriaterminal, in zona demaniale tuttora in Punto Franco e in concessione alla Saipem per attività produttive ad alta tecnologia è semplicemente demenziale. Oltrechè impossibile.

L' annuncio di DIPIAZZA, non casuale ma ripetuto più volte a voce (QUI Telequattro) e per iscritto (QUI TriestePrima) è una bugia seriale oppure il frutto di palese incompetenza sua e del suo staff su una questione come quella di Porto Vecchio che ha sempre detto di considerare "strategica" per Trieste.
Una tendenza a fare annunci roboanti privi di riscontro nella realtà (ovvero BUGIE) che si è già vista con la vicenda del Mercato all' Ingrosso del Pesce annunciato come sicuro e addirittura con firma il giorno successivo (QUI) - anche qui con corredo di elenco di magazzini 27,28 e 30 - e poco dopo miseramente naufragato (QUI). Tutte bugie, fanfaronate o manifestazioni di incompetenza: vedremo che fine farà anche questa storia ridicola dell' "Attrattore Culturale Transnazionale" a base di musei in fallimento e navi come la Vittorio Veneto da bonificare a caro prezzo perchè imbottite di amianto ed altre porcherie (i soldi per la bonifica non li ha nè la Marina nè il Comune: leggi QUI sul fallito progetto di musealizzazione a Taranto).

PERTANTO RIBADIAMO CHE DIPIAZZA E' UN BUGIARDO OPPURE UN INCOMPETENTE TOTALE QUANDO PARLA DEL MAGAZZINO 23 IN PORTO VECCHIO.


In paesi seri un politico che mente ripetutamente ai cittadini anche solo su cose banali e personali (e non su cose importanti di interesse pubblico come Porto Vecchio) viene - per usare un' espressione cara al Sindaco - "preso per il bavero" e messo alla porta. Lo stesso se dimostra incompetenza.
Viceversa la politica italiana si basa proprio su menzogna e incompetenza
Su Porto Vecchio in realtà la situazione è gravissima perchè la proprietà passa al Comune il 31 dicembre, ma non ci sono nemmeno i soldi per le spese correnti di mantenimento e le assicurazioni, ed anche i famosi 50 milioni del Ministero della Cultura sono sottoposti a tali condizioni che vederli sarà difficile: IN REALTA' IN PORTO VECCHIO I RISULTATI DELLA "SDEMANIALIZZAZIONE", AVVIATA DAL PD, SARANNO COSTI INSOSTENIBILI PER IL COMUNE E ULTERIORE DEGRADO E PARALISI, come abbiamo sempre detto.

mercoledì 28 dicembre 2016

SONDAGGIO - SALVATAGGIO MONTEPASCHI E CITTADINANZA ITALIANA: 105 EURO A TESTA SOLO PER MPS ! SEI CONTENTO DI ESSERE CITTADINO ITALIANO ? - PARTECIPA AL SONDAGGIO DI R.T.!


Partecipa al grande sondaggio di Rinascita Triestina che trovi sotto.

OGNI CITTADINO ITALIANO DI QUALSIASI ETA’ O CONDIZIONE DEVE CACCIARE 105 EURO SOLO PER SALVARE MONTEPASCHI (clicca QUI) -
ED E’ SOLO LA PRIMA BANCA ITALIANA AD ESSERE SALVATA!
8,8 miliardi di cui 6,5 a carico dei contribuenti (se basteranno) solo per Montepaschi... poi arriveranno le altre...il Governo Renziloni ha già predisposto un fondo di 20 miliardi per i primi interventi ma i crediti inesigibili delle banche italiane sono già 200 miliardi dopo 8 anni di crisi e quelli "incagliati" arrivano a 360 miliardi...
Gli utili se li pappano i banchieri ma le perdite se le ciucciano i contribuenti...

SEI CONTENTO DI ESSERE UN  CITTADINO ITALIANO ?

Rispondi nel riquadro qui sotto e registra il voto premendo il pulsante che appare scorrendo verso il basso la barra a destra.
Crea la tua indagine per il feedback degli utenti

martedì 27 dicembre 2016

PORTO VECCHIO: DIPIAZZA DA' I NUMERI, COME TUTTI I POLITICI - MUSEI AL MAGAZZINO 23, DOVE E' TUTTORA OPERATIVA LA SAIPEM SULL' ADRIATERMINAL CHE E' TUTTORA PUNTO FRANCO...sarebbero decine di posti di lavoro qualificati persi...


Sulla saga di Porto Vecchio i politici ci hanno abituato ad ogni stupidaggine.

L' utima è quella di Dipiazza che a Telequattro, a "Sveglia Trieste" del 24 dicembre scorso, ha dichiarato nuovamente che vuole accorpare i musei cittadini, attualmente deserti, nei Magazzini 23, 24 e 25 (clicca QUI per il video).

Si dà il caso che il Magazzino 23 sia attualmente utilizzato dalla SAIPEM  (gruppo ENI), leader mondiale nelle perforazioni subacquee, che attualmente vi assembla e deposita macchinari d' avanguardia come i robot sottomarini utilizzati per realizzare i gasdotti come il progettato Turkish Stream. Si consulti a tal proposito anche il sito dell' Autorità Portuale cliccando QUI.
Sono macchinari ad alta tecnologia che valgono milioni ciascuno e che i politici vorrebbero sfrattare per far posto a musei talmente poco frequentati che hanno appena abolito il biglietto d' ingresso perchè il cassiere costa troppo...(clicca QUI).

Grazie al cielo questi propositi perversi e decisamente sciocchi, che si affiancano al già naufragato, e prima strombazzato, progetto di Mercato all' Ingrosso del Pesce (by Dipiazza/Giorgi) oppure di Central Park con spiaggia di sabbia (by sen. Russo), NON possono realizzarsi perchè il magazzino 23 è tuttora demanio e gestito dall' Autorità Portuale, è tuttora in regime di Punto Franco essendo sull' Adriaterminal ed è pienamente operativo per utilizzi produttivi e soprattutto SERI.

L' indicazione del Magazzino 23 non è un errore occasionale: è stata ripetuta più volte in varie occasioni nell' ambito del progetto fallimentare di "Attrattore Culturale Transnazionale" ottenuto accorpando realtà museali in fallimento grazie ai famosi 50 milioni stanziati dal Ministero dei Beni Culturali.
Già lo scorso ottobre Dipiazza dichiarava: "
Nei magazzini 23, 24 e 25 nascerà il Polo Museale, la presidente Serracchiani vuole portare in loco l’incrociatore Vittorio Veneto, un’opportunità davvero interessante. Dietro poi c’è il Magazzino 26 dove ci sarà l’Immaginario Scientifico", clicca QUI .

Quanto alla Vittorio Veneto è noto che sta arrugginendo nel porto di Taranto perchè NESSUNO HA I SOLDI PER BONIFICARLA DALL' AMIANTO E DALLE ALTRE PORCHERIE DI CUI E' IMBOTTITA (sono necessari milioni !). Veramente un bel regalo !
Potrebbe interessarti: http://www.triesteprima.it/cronaca/porto-vecchio-dipiazza-opportunita-incredibili-giovani-25-ottobre-2016.html
Seguici su Facebook: https://www.facebook.com/pages/TriestePrimait/34456368401

Eppure questi politici, indifferentemente di Centro-Destra o Centro-Sinistra, per il ruolo che ricoprono dovrebbero documentarsi prima di aprire la bocca: non lo fanno perchè siamo nell' epoca del "marketing politico", della "politica degli annunci" e della "postverità" in cui si agitano specchietti davanti agli occhi degli elettori che considerano rincitrulliti grazie anche all' imbonimento mediatico.
Verrebbe voglia di prenderli per il bavero...


Eppure il magazzino 23, contiguo al 24, 25, 26 (e 18) condannati a triste e polveroso destino museale, è chiaramente descritto come in concessione alla SAIPEM anche dal documento di Ernst & Young che continuamente citano... 

Chissa cosa dirà la SAIPEM apprendendo dalla TV di essere prossima allo sfratto...ed anche l' Autorità Portuale apprendendo che il Sindaco dispone pubblicamente di beni che, malgrado la nefasta "sdemanializzazione", tuttora appartengono al Porto Franco Internazionale di Trieste - che ha altri progetti - anche secondo la balorda legislazione interna italiana.


Dal momento che il 31/12 prossimo l' area sdemanializzata di Porto Vecchio sarà di proprietà del Comune che dovrà spendere ingenti cifre, che non ha, per mantenerla in sicurezza consigliamo il Sindaco di racimolarle giocando al Lotto i numeri che ha enunciato: 23, 24 e 25 ed anche il 18 (dove vorrebbero spostare il Museo della Cultura Istriana appena inaugurato in via Torino dopo anni di costosi restauri).


lunedì 26 dicembre 2016

PIETRA CARSICA, CARTA E PORTO FRANCO DI TRIESTE - CARTA E PLASTICA DALLA PIETRA GRAZIE A LIMEX, UN BREVETTO GIAPPONESE DEL 2014 - UNA NOSTRA PROPOSTA - FATECI PERVENIRE LE VOSTRE IDEE DI UTILIZZO PRODUTTIVO DEI PUNTI FRANCHI -

Clicca sull' immagine e guarda il video

Utilizzare i Punti Franchi del Porto Franco Internazionale di Trieste per la produzione è un' ottima idea che sosteniamo da sempre, e siamo lieti che l' Autorità Portuale si muova in questo senso anche sostenendo la creazione di una No Tax Area triestina.
Auspichiamo anche in Porto Vecchio che altrimenti, con l' assurda e irrealizzabile ipotesi di urbanizzazione a fini turistici, sarà sempre più abbandonato al degrado malgrado le chiacchiere e come dimostrano i due anni trascorsi dalla "sdemanializzazione".
Trieste ha bisogno di industrie e di lavoro vero.

Alla ricerca di prodotti innovativi che siano oltre che ad alta tecnologia anche ecologici ci siamo imbattuti nella CARTA PRODOTTA DA PIETRA CALCAREA, ovvero dalla nostra pietra carsica che alimentava, ad esempio, l' Italcementi in Porto Franco Industriale con la nota teleferica ora dismessa.

Con la pietra carsica, che è a base di carbonato di calcio, si possono oggi, grazie a un brevetto giapponese del 2014, produrre sia carta sia materie plastiche con grandissimi vantaggi economici ed ecologici.

Non è necessario distruggere alberi, la lavorazione produce il 20% in meno di gas inquinante, richiede molta meno acqua (si pensi alla Cartiera del Timavo) ed è decisamente molto più economica.

Con lo stesso procedimento di produce una materia plastica di ottima qualità.

La Toppan Printing Co, la più grande industria di stampa del Giappone e la TBM Co (clicca QUI e QUI), proprietaria del brevetto di fabbricazione del LIMEX, materiale plastico ricavato dalla pietra calcarea, hanno raggiunto un accordo per produrre ed utilizzare carta per ogni scopo (clicca QUI e QUI).

Cliccando QUI alcuni video illustrativi sulla nuova straordinaria "carta di pietra".

Considerando la necessità crescente di carta sia per stampa che per imballaggi, l' abbondanza di pietra calcarea a Trieste e dintorni, la tradizione nella produzione della carta con le Cartiere del Timavo, l' economicità ed ecologicità della nuova "carta minerale", le facilitazioni dei Punti Franchi ed il Porto che è al centro di una rete logistica internazionale marittima e terrestre, diviene spontaneo ritenere che il Porto Franco di Trieste potrebbe diventare un importante centro per la produzione e distribuzione di questo materiale innovativo (e dei relativi utilizzi) la cui materia prima da noi è abbondante mentre è più scarsa nel resto della Mitteleuropa.

Noi lo proponiamo sperando che ci pensi chi di dovere e si prenda contatto con le industrie giapponesi.


Se lo scorso ottobre l' Autorità Portuale ha parlato di condutture di birra dalla Baviera a Trieste da affiancare all' oleodotto (clicca QUI) pensiamo si possa ragionare anche di carta prodotta dalle pietre del Carso e da residui di materiali edili grazie a un brevetto giapponese.

Cerchiamo di essere costruttivi e propositivi !.....
FATECI PERVENIRE LE VOSTRE IDEE SULL' UTILIZZO PRODUTTIVO DEI PUNTI FRANCHI, COMPRESO QUELLO DI PORTO VECCHIO: scrivete sulla nostra Pagina Facebook QUI o alla nostra email: rinascita.triestina@gmail.com


Sotto: attualmente per una tonnellata di carta sono necessari 20 alberi e 200 tonnellate di
acqua dolce - Con il brevetto Limex invece bastano da 0,6 a 0,8 tonnellate di pietra calcarea (carsica) e 200 kg di speciale resina poliolefinica, non tossica ed adatta anche agli alimenti, ricavata anche da riciclo.

domenica 25 dicembre 2016

DALLA MARINA MILITARE USA ATTENZIONE ALLA "QUESTIONE DI TRIESTE": RIPETUTE SEGNALAZIONI SULLA REALE SITUAZIONE GIURIDICA DEL "PORTO FRANCO INTERNAZIONALE DI TRIESTE" E DELLE SUE ACQUE TERRITORIALI NONCHE' INVITI AL RISPETTO DELL' "ALLEGATO VIII" -


La novità non sta tanto in quanto avvenuto ma nel fatto che se ne parli.
Anno 2005 e confermato nel 2014:
Il sito ufficiale della Marina militare USA, ad una nota del governo sloveno indicante la condotta per le navi militari in un "innocent passage" in quelle che in realtà NON sono acque territoriali slovene e consistente nel preavvisare le autorità di Lubiana almeno 24 ore prima del passaggio (require 24hr advance notice) e nel seguire determinate rotte (use designated sea or traffic separation schemes only), la Marina USA risponde: "the U.S. does not recognize this claim."
"Gli Stati Uniti non riconoscono questa richiesta."
Perchè? Perchè il mare tra il Timavo e Capo Castagna è il mare del Territorio Libero di Trieste, senza confini tra Zona A e Zona B. Dunque acque INTERNAZIONALI.
Clicca QUI e vedi il sito di TriestNgo sull' argomento.


IN PASSATO (NEL 1993) GLI AMERICANI HANNO ANCHE PROTESTATO PER IL MANCATO RISPETTO DELL' ALLEGATO VIII CHE REGOLA IL "PORTO FRANCO INTERNAZIONALE DI TRIESTE" DA PARTE DELL' ITALIA (E NON SONO STATI I SOLI: ANCHE LA GERMANIA AVEVA RECLAMATO L' APPLICAZIONE DELL' ALLEGATO VIII)-

Pubblichiamo, in fondo, la lettera che il Comando della Marina Militare Americana di Napoli ha inviato nel 1993 al Presidente dell' Autorità Portuale di Trieste - allora l' anatomopatologo Fusaroli -, dove rilevava una disparità di trattamento fra stati a favore della  Marina Militare Italiana e rivendicava la parità a norma dell' Allegato VIII del trattato di Pace del 1947. 
Naturalmente, in quel caso, l' italia NON ha rivendicato orgogliosamente e arrogantemente la sua sovranità assoluta sul Porto Franco Internazionale di Trieste, come fa quotidianamente con le dogane ed altro, ma si è dovuta adeguare.

La situazione geopolitica internazionale si sta modificando velocemente.

La prospettiva di un miglioramento delle ralazioni tra USA e Russia conseguente alla vittoria di Trump sta predisponendo nuovi scenari di collaborazione.

Trieste è nata per essere cerniera tra Oriente e Occidente ed il suo Porto Franco Internazionale può essere uno strumento formidabile di sviluppo delle relazioni internazionali e di superamento di logiche da "Guerra Fredda".


Ora la comunità internazionale sta cominciando a domandarsi se sia opportuna la continuazione di un monopolio di fatto, anche se non di diritto, da parte di un solo Paese, e per di più semifallito come l' Italia, su un porto strategico come quello Trieste, potenziale terminal marittimo della "Nuova Via Della Seta" di Pechino.




venerdì 23 dicembre 2016

FERRIERA: INTERVIENE LA PROCURA - QUANDO LA POLITICA LASCIA UN VUOTO, VIENE RIEMPITO DALLA MAGISTRATURA...

Perchè stupirsi se interviene la magistratura ?
La Politica ha lasciato un vuoto e l' inquinamento prosegue mettendo a repentaglio la salute di cittadini e lavoratori.

Il PD e la Regione sostengono Arvedi mentre Dipiazza dopo i famosi 100 giorni è ancora in alto mare, fa proclami ma di concreto non ha ottenuto niente.
E' logico che intervenga la magistratura, ed è l' ennesima sconfitta per la Politica.
Semplicenmente perchè al potere nazionale e locale non c'è una buona politica ma solo dei mestieranti.
Adesso Arvedi avrà più difficoltà a presentarsi all' ILVA di Taranto come quello che è in grado di gestire un' Area a Caldo salubre.

STUPORE  ???

giovedì 22 dicembre 2016

NON SI TROVANO I 5 MILIARDI PER IL MONTEPASCHI, SPARISCE IL FANTASTICATO FONDO DEL QUATAR E INTERVIENE IL GOVERNO: MA IL SEN. RUSSO E LA SUA BANDA FANTASTICANO SU INVESTITORI PER 5 MILIARDI IN PORTO VECCHIO ! BUM ! IN DUE ANNI DI "SDEMANIALIZZAZIONE" NON E' CAMBIATO NIENTE, ANZI IL DEGRADO CONTINUA - E RISPUNTA IL RIGASSIFICATORE COME DICIAMO DA ANNI...



Fallisce il tentativo di trovare i 5 miliardi per salvare il Monte Paschi di Siena la più antica banca del mondo, quella che all' inizio dell' anno Renzi diceva essere un ottimo investimento (clicca QUI).

Dunque quelle di Renzi erano solo colossali balle, tipiche della "politica degli annunci" del PD.

Adesso pagheranno i contribuenti chiamati a metterci 5 miliardi che non sono briciole.

Avvertiamo i Triestini che lo stesso sta succedendo per Porto Vecchio: il sen. Russo fantastica di "fondi sauditi" disposti ad investire i 5 miliardi da lui preventivati (clicca QUI e QUI), mentre Di Piazza  sbandiera interessamenti in Dubai (clicca QUI).

NON E' VERO NIENTE: come si è dileguato il fondo del Quatar che, secondo il PD, doveva investire nel MontePaschi, così NON ESISTONO INVESTITORI PER L' URBANIZZAZIONE DI PORTO VECCHIO!

Sono solo BALLE !
E' un progetto idiota come il vincolo architettonico e che non sta in piedi economicamente !


Triestini finitela di credere a questi ciarlatani !Sono passati DUE ANNI dal famoso "blitz" della sdemanializzazione di Porto Vecchio e non è stato ristrutturato un solo mattone e non si è creato neanche un posto di lavoro mentre il degrado continua e cresce.

Vi hanno raccontato che il Rigassificatore

non sarebbe stato fatto ma ecco che oggi rispunta fuori: clicca QUI.






Sono 60 anni che vi menano per il naso e intanto la città ha perso 75.000 abitanti dal 1970 !

Non siete stupidi ignoranti che vengono dalla campagna e credono a tutte le baggianate dei politici ! Guardate i fatti !


L' unica possibilità di riutilizzo di Porto Vecchio è quella PRODUTTIVA con una NO TAX AREA.
L' unica cosa che resterà di questa follia della sdemanializzazione con urbanizzazione sono un cumulo di spese a carico del Comune.


Non siate succubi di un' informazione asservita 
e di balle elettorali !




POLETTI HA LA FACCIA COME IL CULO, ci adeguiamo al linguaggio in voga nella Direzione PD - L' Italico Ministro del Lavoro è un cialtrone che infanga i giovani costretti a cercare lavoro all' estero -


Ci adeguiamo al linguaggio da trivio in voga nella Direzione del PD, e finito in tutte le televisioni, solo cambiando soggetto:
POLETTI HA LA FACCIA COME IL CULO.

Il Ministro dell' italico Lavoro ha dichiarato: "Se 100 mila giovani se ne sono andati, non è che qui sono rimasti 60 milioni di pistola. Questo Paese non soffrirà a non averli più tra i piedi."

Era lo stesso giorno dell' attentato di Berlino in cui la sventurata Fabrizia Di Lorenzo, emigrata a Berlino per studiare e lavorare, è stata assassinata dall' ISIS. 

Poletti, dopo la sconfitta del referendum si è bevuto il cervello al punto di dichiarare che bisogna andare presto al voto al solo scopo di impedire il referendum sul Job Act: un totale dispregio della democrazia.

Non si tratta solo di gaffe di un mentecatto arrogante cui il potere ha dato alla testa, e nemmeno di semplici parole sbagliate come cerca di far credere l' on. Rosato, ma sono invece l' indice della mentalità dei vertici del PD che affiorano.
E purtroppo si concretizzano in leggi che mortificano il lavoro, come il Job Act .

Ricordiamo una brutta foto. Roba di due anni fa, erano i giorni dell'inchiesta denominata Mafia Capitale. Poletti è seduto a una tavolata in compagnia di ceffi tremendi: c'è Salvatore Buzzi, responsabile della Cooperativa 29 giugno e compare di Massimo Carminati, er cecato, Banda della Magliana, entrambi considerati i capi del malaffare romano e attualmente, per questo, processati. Ci sono l' ex boss dell' Ama Franco Panzironi (poi arrestato) e un esponente del clan dei Casamonica (la pancia debordante sotto la felpa con la scritta Italia). Della simpatica brigata, anche l'ex sindaco Gianni Alemanno e un gruppetto di facce del peggior sottobosco politico capitolino.

Lo scatto fu realizzato nel 2010, quando Giuliano Poletti non era ancora ministro ma solo - diciamo così - il potente presidente della Lega delle Cooperative (quella stessa che ha rilevato con indubbio vantaggio le Cooperative Operai di Trieste).
La domanda, quindi, resta identica e ancora attuale: che ci faceva lì, accanto a certi personaggi, in una cena che Buzzi aveva organizzato per ringraziare tutti i politici che gli erano a fianco?

Questi sono i Ministri del Governo Italiano, persone di fiducia del "premier ombra" Renzi: un governo asservito alle banche e al capitale finanziario che ha come programma quello di svalutare il lavoro.
E con il Job Act e i vaucher ci è riuscito benissimo.

Trieste ha avuto la grande disgrazia di finire amministrata dal Governo Italiano anzichè, ad esempio, da quello Svizzero o Austriaco: da allora ha subito politiche cui non possiamo restare indifferenti.
Il Job Act e le politiche governative, in seguito al Memorandum di Londra del '54 che han affidato l' amministrazione di Trieste al Governo Italiano, vengono purtroppo applicate anche ai Triestini che speriamo se ne ricordino quando ci sarà il referendum sul medesimo.








martedì 20 dicembre 2016

PORTO VECCHIO - ECCOLO QUA L' "ATTRATTORE CULTURALE TRANSNAZIONALE": UN ACCORPAMENTO DI MUSEI DOVE NON VA NESSUNO AL PUNTO CHE CONVIENE ELIMINARE IL CASSIERE !

 

Troppo scarsi i biglietti staccati rispetto al costo del personale...
 

Si sa che da Cosolini a Dipiazza l' unica idea per PORTO VECCHIO è quella di metterci musei il cui accorpamento, dopo la  conferenza stampa di Dipiazza, si deve ora chiamare pomposamente "Grande Attrattore Culturale Transnazionale" .


Cosolini aveva la fissa del Museo del Mare, il cui cuore dovrebbe essere la mostra sulle "Navi del Lloyd" che quest' anno in Porto Vecchio ha visto una scarsissima affluenza di turisti.
Abbiamo chiesto più volte i dati e i bilanci di quella mostra ma sono, ovviamente, Top Secret per non rendere pubblico il flop.
Poi si era entusiasmato per il generoso dono al futuro Museo del Mare della nave Vittorio Veneto che attualmente arrugginisce a Taranto perchè nessuno ha i soldi per bonificarla e renderla agibile visto che è imbottita di amianto ed altre porcherie.


Dipiazza invece ha annunciato che vuole costruire il mitico "Grande Attrattore Culturale Transnazionale" accorpando musei deserti tra cui il "Museo della Civiltà istriana, fiumana e dalmata" di via Torino dell' IRCI cui adesso il Comune da un  contributo di 157.000 euro per ripianare parte del deficit ed evitare la chiusura.

Il problema è che sommando diversi zero la somma continuerà a dare ZERO che è esattamente il valore reale per la città della nuova bufala denominata "Grande Attrattore Culturale Transnazionale" in Porto Vecchio.


La sdemanializzazione di Porto Vecchio, con il contributo di Centro Sinistra e Centro Destra, si sta palesando per essere la più solenne fesseria mai immaginata a Trieste, in grado solo di produrre costi insostenibili per il Comune distruggendo la grande opportunità del Punto Franco.



lunedì 19 dicembre 2016

L' AMMINISTRAZIONE COMUNALE CONTRO IL "PORTO FRANCO INTERNAZIONALE" - VOGLIONO TASSE (ICI) SUI CAPANNONI MA E' UN' AREA DOGANALE EXTRATERRITORIALE REGOLATA DALL' ALLEGATO VIII -


L' Amministrazione Comunale vuole l' ICI sui capannoni interni al Porto Franco Internazionale incurante che così si danneggia la competitività della principale risorsa di Trieste.

Proprio mentre si parla di No Tax Area e di fiscalità di vantaggio per attirare insediamenti industriali e logistici in una città che ha un disperato bisogno di lavoro si sognano di pretendere tasse sugli immobili interni al Porto Franco che non sono mai stati tassati in precedenza.
Proprio mentre nella limitrofa Gorizia si muovono con decisione per avere una zona franca fiscale (clicca QUI) e in Slovenia tengono basse le tasse sulle imprese, il Comune di Trieste vuole appesantire le tasse sulle attività produttive che creano lavoro in Porto Franco.
Proprio mentre si tenta di attirare insediamenti produttivi e industriali nei Punti Franchi si decide di pretendere centinaia di migliaia di euro per ICI colpendo in particolare i capannoni adibiti a trasformazione delle merci.


Eppure il Porto Franco Internazionale di Trieste è regolato dall' Allegato VIII che dice chiaramente che NON è dovuta nessuna tassa se non come corrispettivo di servizi portuali resi (art.5)

Con un ottica assolutamente miope si danneggia un asset strategico di Trieste per raccogliere significative somme di denaro da convogliare, magari, nella demenziale avventura di Porto Vecchio urbanizzato che produce solo costi.

Abbiamo documentato in questi giorni come dal 31 dicembre il passaggio di proprietà di Porto Vecchio al Comune produrrà costi enormi che il bilancio comunale non consente.

Adesso vogliono tassare pure gli edifici portuali produttivi.
Non bastano le scorrerie e i vincoli della Sovrintendenza che viole applicare assurde disposizioni sul paesaggio (legge Galasso) in un Porto Franco Internazionale.


E' una follia togliere risorse a settori produttivi inseguendo invece sogni senza senso economico come l' urbanizzazione di Porto Vecchio.

Nell' articolo del Piccolo qui sotto si spiega la questione e si spiega che sia il Centro Destra che il Centro Sinistra perseguono questa politica priva del lume della ragione.

Grandi Molini e Comune in guerra per l’Ici
Finisce in Cassazione la controversia legata a immobili in concessione nell’area portuale. In ballo mezzo milione di euro
di Massimo Greco
Una faccenda tributaria molto italica e piuttosto intricata che si trascina perlomeno dal 2007 e che periodicamente riemerge, soprattutto in vista degli approdi giudiziari. Si tratta della tenzone che oppone il Comune di Trieste ai concessionari demaniali del porto riguardo il pagamento dell’Ici (Imposta comunale sugli immobili): il Comune la accerta e la vuole incassare, la controparte non è d’accordo e resiste. Sono in ballo cifre rilevanti, che il Municipio tergestino stima tra il milione e mezzo e i due milioni di euro all’anno, per una buona metà di pertinenza comunale (il resto va a Roma ndr). La pretesa è assolutamente trasversale, in quanto è stata sostenuta dal Dipiazza II-III, così come dall’esecutivo cosoliniano. Stavolta, a riportare alla pubblica attenzione la questione, è la Grandi Molini Italiani, che, avendo perso due volte prima avanti la Commissione tributaria provinciale poi avanti quella regionale, ha presentato ricorso in Cassazione. Non è una bazzecola, perché i tre accertamenti del Comune ammontano in tutto a circa 500mila euro. Allora nella riunione dello scorso 12 dicembre la giunta Dipiazza III ha deliberato, su proposta dell’assessore al Bilancio Giorgio Rossi, di costituirsi in giudizio e ha affidato l’incarico legale allo Studio Uckmar, che ha già patrocinato il Municipio triestino su questo e su altri casi di natura fiscale (vedi Tarsu). A tale fine, per fruire della competenza dell’avvocato Caterina Corrado Oliva iscritta nel foro genovese, è stata impegnata la cifra di 28 mila euro. Una settimana prima della delibera, il 5 dicembre, si era spento all’età di 91 anni Viktor Uckmar, al cui nome era legato il prestigioso studio: è stato uno dei più famosi tributaristi italiani, di famiglia giuliana, aveva insegnato nelle Università di Genova e alla Luiss. Aveva ricevuto dal Comune il sigillo trecentesco. Torniamo al punto. L’assessore Rossi, il vicesegretario generale Fabio Lorenzut, il responsabile dell’Area finanza-tributi Vincenzo Di Maggio hanno ritessuto il lungo filo di questa storia, che dal punto di vista normativo parte dal 1° gennaio 2001, cioè quando entra in vigore la legge 388/2000, la quale dispone che anche i concessionari di beni demaniali debbano pagare l’Ici. L’imposta viene determinata in base alla rendita catastale: qui - secondo la narrazione comunale - s’accende il contenzioso. Perché se l’accatastamento avviene in classe E, con semplice riferimento al servizio di carico/scarico merci, l’edificio è esente dall’Ici. Se invece l’accatastamento del bene avviene in classe D, esso concerne l’attività di trasformazione e stoccaggio delle merci, quindi è soggetto al pagamento dell’Ici. La disputa si fa delicata perché incrocia rapporti inter-istituzionali. Il Comune, appoggiato dall’Agenzia delle Entrate, ritiene che l’amministrazione portuale inclini ad accatastare nella classe E, per evitare che i concessionari paghino più tasse e fare invece in modo che i beni interessati siano conseguentemente più attrattivi. Fatto sta che nel 2007 il Comune ha iniziato la verifica dei pagamenti, attività proseguita negli anni successivi. Ma le discordanze sulle classi catastali hanno causato - prosegue l’interpretazione del Municipio - molte inadempienze e così molti avvisi, emessi dal Comune, non sono stati pagati. A questo si aggiungono le differenti valutazioni che possono verificarsi da porto a porto, per cui il pagamento dell’Ici non è oggetto di un approccio standard. Rossi, Lorenzut, Di Maggio rammentano che finora il Comune ha avuto quasi sempre ragione nei vari gradi di giudizio e che ormai esiste ampia giurisprudenza sul tema. Grandi Molini ha deciso di arrivare fino in Cassazione: la partita è seria perché - come riporta il testo della delibera comunale - «un’eventuale pronuncia ... che dovesse accogliere l’avversaria tesi avrebbe importanti e, forse, definitive conseguenze su tutto il contenzioso in tema di tributi locali e Porto di Trieste».