RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

mercoledì 11 maggio 2016

TRIESTE: LA PRIORITA' E' IL LAVORO E SUBITO ! - WARTSILA, COOP, GODINA, COMMERCIO E PORTO FRANCO


Da tempo e soprattutto in questa campagna elettorale c'è chi tende a sovvertire e mistificare la realtà economica di Trieste.
Alludiamo al fatto che si vuol far credere che una città nata e cresciuta intorno al Porto Franco Internazionale e al suo indotto, tra cui annoveriamo la cantieristica, le industrie di motori marini, le assicurazioni e tutte le attività legate alla logistica, diventerà un' amena località che vivrà di turismo come Cortina.

In quest' ottica deformata il nuovo motore economico di Trieste dovrebbe diventare l' area di Porto Vecchio, sottratta ad attività produttive di "portualità allargata", finanza e ricerca, per farne un nuovo "Centro Città" con attrazioni turistiche come un "Museo del Mare", trenini ed altre amenità.
Cosa che, nel caso improbabile si trovasse qualcuno disposto ad investirvi dai 3 ai 5 miliardi, potrebbe essere realizzato non prima di 15-20 anni, come ha detto lo stesso "advisor" Ernst &Young (QUI) e avrebbe bisogno di altri anni di "avviamento".

Tempi lunghi ed esiti incerti come dimostra il fatto che Porto Antico di Genova ristrutturato per le Colombiadi, con tanto di famosissimo Acquario, è in forte deficit permanente (QUI).

Un area così grande si presterebbe invece per innumerevoli attività produttive che potrebbero avvantaggiarsi del regime agevolato di Punto Franco (vedi nota in fondo).

Oggi sul Piccolo troviamo una dichiarazione dell' ineffabile sen. Russo sulla crisi occcupazionale: con sprezzo del ridicolo dichiara a pag. 21: "risuciremo a mantenere aziende piccole e grandi a Trieste solo se valorizzeremo il Punto franco e se creeremo la Città metropolitana con i vantaggi competittivi che essa comporta". 
La " Citta Metropolitana"esiste già a Genova, Milano e altrove e NON SERVE ASSOLUTAMENTE A NIENTE. Ma sentire Russo o altri del PD parlare di "Punto Franco", dopo che lo hanno denigrato per anni e dopo quello che hanno combinato con la "sdemanializzazione", è come sentire Dracula parlare di "Banca del Sangue".

La triplice sindacale della Ferriera chiede ai candidati sindaco di pronunciarsi contro la chiusura dell' "area a caldo" per mantenere i relativi posti di lavoro, definendo " bluff: alternative puramente teoriche dietro alle quali non c’è alcun imprenditore": stanno parlando di Porto Vecchio dove non c'è l' ombra di un investitore?
O alludono alla proposta di nuovo Terminal portuale di cui sono portatori anche i portuali del CLPT e studiata da Alpe Adria, società della APT (QUI) ?

Resta il fatto che Arvedi, adessso impegnato ufficialmente anche con l' ILVA di Taranto, (il lupo perde il pelo ma non il vizio), non può pretendere di inquinare una città ed il porto usando i lavoratori come scudi umani dentro uno stabilimento inquinante ultracentenerio.

Vi preghiamo di notare come la stampa locale, solerte a riportare ogni fesseria dei "politici", NON stia parlando della ferma presa di posizione dei lavoratori portuali del CLPT che richiedono una verifica ambientale a causa dell' inquinamento della Ferriera (vedi QUI ).
Probabilmente perchè è un fatto che conta molto di più delle promesse dei candidati nelle passerelle di questi giorni.

Il problema è che di fronte ad una crisi di posti di lavoro senza precedenti i Partiti della Nazione vecchi e nuovi invece di puntare a soluzioni rapide utilizzando quello che già c'è, il regime agevolato di Punto Franco, per favorire insediamenti produttivi, puntano a fantasie fantaturistiche a lungo termine, e in crisi ovunque, come la "urbanizzazione di Porto Vecchio".

"Radoppio del Centro", come  ha detto la Serracchiani, che con l' attuale crisi economica definita ormai "stagnazione secolare" ha come unico esito certo la desertificazione di quello attuale già in forte crisi.

Cerchiamo di ricordare che la chiusura di Godina e Marchi Gomma hanno determinato, nel silenzio delle istituzioni, la perdita di più posti di lavoro di quanto paventato adesso alla Wartsila.
E lasciato un intera zona nella crisi con susseguente chiusura di: un negozio di scarpe,  una osteria tradizionale (ai Cavai), un negozio di drogheria in galleria, e una crisi accentuata per tutti gli altri negozi.

E questi scellerati con 400 negozi che hanno chiuso, le COOP cedute a prezzi stracciati agli amici della Lega delle Cooperative (Nordest e Conad) con una perdita di 400 posti direttamente e nell' indotto, e un calo accentuato di popolazione vogliono aprire una nuova immensa area urbana e commerciale per turisti che verrebbero ad ammirare un "Museo del Mare" il cui centro sarebbe l' attuale mostra sul Lloyd che non va a vedere nessuno !

"Trieste città Museo" con annesso Ospizio è una sorte a cui ci ribelliamo: vogliamo una città viva, legata al suo entroterra mitteleuropeo, fiorente di traffici legati al Porto Franco Internazionale che è  l' autentica risorsa centrale immediatamente attivabile per le mutate condizioni geopolitiche: dalla Nuova Via della Seta di Pechino, all' appena realizzato raddoppio del Canale di Suez, agli accordi fra ferrovie Austriache e Russe (vedi QUI).

Trieste aperta al mondo e all' Europa  non rinchiusa a coltivare il passato nei musei.

Questo tipo di turismo, molto più povero rispetto a quello legato ai Congressi e agli spostamenti per lavoro, può essere solo un contorno al vero "piatto forte": il Porto Franco Internazionale e i Punti Franchi per favorire nuovi insediamenti produttivi di vario genere.

Un primo passo sarebbe mandare a casa alle prossime amministrative il Partito della Nazione vecchio (il centro destra) e quello nuovo (il centro sinistra del PD) con tutti i satelliti come il  "centro" nazionalista di "Un' altra Trieste popolare" e fare emergere nuove formazioni disposte a fare proprie le istanze provenienti dal territorio.

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Nota:
COSA FARE IN PORTO VECCHIO INVECE DELLA PRIVATIZZAZIONE /  URBANIZZAZIONE / SDEMANIALIZZAZIONE:
Il Porto Vecchio/Punto Franco Nord si presta, oltre che al mantenimento delle attività portuali che vi continuano ad operare (dall’ Adria Terminal alla Saipem), ad un utilizzo produttivo che sfrutti le possibilità offerte dal particolare regime di Punto Franco ovvero:
  1. Imprese ad alta tecnologia pulite, sul tipo della “Silicon Valley”;
  2. Incubatori di “Start-up” giovanili con fiscalità di vantaggio;
  3. Centri di ricerca legati alle aziende dell’area di ricerca ed alle istituzioni scientifiche;
  4. Centri finanziari e bancari “Off-shore”, extra UE, per realizzare la nostra “city”;
  5. Custodia, borsa e manipolazione di materie prime e metalli, anche pregiati ed opere d’arte anche per operazioni finanzarie come avviene nel punto franco dell’aeroporto di Ginevra e Singapore;
  6. Trasformazione di merci, anche nel campo della moda, tessili ed alimentari, in regime extradoganale;
  7. Assemblaggio di macchinari ad alta tecnologia per impieghi specializzati, potenziando ed incentivando quanto già viene prodotto dalla Saipem con i robot per le trivellazioni sottomarine;
  8. Potenziamento delle attività portuali esistenti come l’Adriaterminal, alla quale sono stati tolti i collegamenti ferroviari nel 2010.
  9. Distretto nautico, con cantieri per Yacht che operano “estero su estero” e “usi del mare” in esenzione doganale e fiscale ;IN QUESTO RIENTRA ANCHE LA RICHIESTA FINCANTIERI PERFETTAMENTE COMPATIBILE CON IL PUNTO FRANCO.
Per cogliere le nuove opportunità che ci vengono offerte nel Porto Nuovo è necessario un Nuovo grande Terminal per container e multipourpose con un retro porto situato nella attuale Zona Industriale e Noghere, in regime di Porto Franco.



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