RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

sabato 19 marzo 2016

ANIMALI E CIVILTA'


#AnimalieCiviltà #Trieste

MENTRE IN TUTTA ITALIA, CON AUMENTO VERSO IL SUD, IMPERVERSANO ABBANDONI, INCURIA E MALTRATTAMENTI VERSO CANI E ANIMALI DOMESTICI, TUTTI I TERRITORI DELL' EX-IMPERO SI DISTINGUONO PER CIVILTA' E UMANITA'.                                                       

Nessun cane randagio e abbandonato a Bolzano, Trento e Friuli-Venezia Giulia secondo dati ufficiali.

A Trieste, addirittura, un'ordinanza municipale fin dal 1877 stabiliva l' obbligo per commercianti e artigiani di metter ciotole di acqua pulita per i cani di passaggio.
Farà sorridere ma anche questo è indice di civiltà di cui andare orgogliosi, e non sono cose che si inventano dall' oggi al domani come si vede dalle disastrose statistiche italiane.


PER SEI LAVORATORI SU DIECI LE PENSIONI SARANNO INFERIORI ALLE ASPETTATIVE

#PensioniItalia
PER SEI LAVORATORI SU 10 LE PENSIONI SARANNO INFERIORI ALLE ASPETTATIVE
lo dice Tito Boeri, l’ economista presidente dell’ INPS, sul Corriere della Sera di oggi.
Effetto della famigerata “legge Fornero” che, obbligando gli anziani a restare più anni al lavoro, ha anche aumentato ad oltre il 40% la disoccupazione giovanile.
Boeri si appresta ad inviare  a sette milioni di lavoratori altrettante “buste arancione” contenenti la stima sulla pensione prevista, che sarà molto deludente per oltre il 60% dei destinatari secondo le stesse stime dell’ INPS.
Boeri, per agevolare l’ occupazione giovanile, propone di rendere possibile l’ anticipazione della pensione fino a tre anni in cambio di una riduzione del 3% all’ anno della medesima: ci pare un affare per l’ INPS che in cambio di tre anni che sono mediamente il 7% del periodo di contribuzione risparmierebbe il 9% della pensione.
L’ arte del governo in Italia si è ridotta a quella dell’ uso della vaselina, in maggior o minor quantità a seconda dello schieramento politico.
Boeri è tra quelli che la vogliono usare abbondantemente.
Non a caso è il Presidente del Consiglio “in pectore” della dissidenza del PD (D’ Alema, Letta, Prodi ecc.) che ha iniziato la battaglia per sostituire Renzi considerato ormai inaffidabile anche a livello europeo.
L’ invio dei sette milioni di “buste arancione” con i dati drammatici sulle pensioni e i conseguenti incazzatura dei lavoratori contro il governo (ed ulteriore calo dei consumi per la preoccupazione relativa), può considerarsi anche un episodio della guerriglia in corso all’ interno del PD.
Boeri tende a presentarsi come un “salvatore” per la proposta di modifica della Fornero, ma a conti fatti a rimetterci sono sempre i cittadini.
Si tratta solo di un prolungamento dell’agonia, con qualche blando sedativo per evitare una rivolta.

Infatti questa è la tecnica anestetica usata dall’ inizio della crisi per portarci alla situazione gravissima in cui siamo: la gente non si è ancora resa pienamente conto della situazione in cui è stata fatta scivolare progressivamente.

venerdì 18 marzo 2016

L' ITALIA E' ALLETTATA DALL' IDEA DI "GUIDARE" UN INTERVENTO MILITARE IN LIBIA

#Libia #NoAllaGuerra

Ma gli stessi vertici militari mettono in guardia dal mettere i piedi nel caos libico: si sa come si entra ma non quando e come si esce e con quali conseguenze sul piano internazionale.
Sarà una nuova "scintilla che incendia la prateria" ?
L' Italia non è in grado di  gestire la situazione.
Ascoltare Papa Francesco che è nella posizione di tutelare gli interessi generali...
CLICCA QUI

LA GRANDE GUERRA VENETOFRIULANA: "O SAPPADA TU SEI MALEDETTA !" /3


17 MARZO 2016, 155° anniversario dell' Unità d' Italia  e inzio della disgregazione della medesima.
Nella notte del 17 marzo 2016 le truppe udinesi, comandate da Debby in persona, attraversarono il Piave (che mormorava porcherie...) e puntarono su Sappada con l' intento di conquistare con un blitz Belluno e poi Trento (in ogni Grande Guerra che si rispetti bisogna "liberare" almeno Trento).
Ma la resistenza dell' astuto Doge Zaia ha subito trasformato il blitz in una guerra di trincea estenuante (più o meno come è successo con il celebre Blitz di Russo con la sdemanializzazione di Porto Vecchio che è entrata nel secondo anno...parecchio per un blitz notturno).
I soldati estenuati nel fango delle trincee intonavano il canto: " O Sappada tu sei maledetta / per ogni cuore che sente coscienza / dolorosa ci fu la partenza / e il ritorno per molti non fu ... "
I Triestini non si fecero invischiare e si limitarono a mandare due dragamine umanitarie al famoso "Porto di Trento", quello dove affondavano nel gorgo le navi austriache secondo il Bollettino della Vittoria Navale Italiana del 1918: "Consideri come due volte la Vittoria abbia preso il volo e l'augurio dal gorgo ove le più potenti navi nemiche scomparivano: da Premuda al Piave, da Pola a Trieste e Trento."(Paolo Emilio Thaon di Revel, Comandante in Capo delle Forze Navali Mobilitate, Brindisi - un po' troppi -)
Foto della lapide bronzea affissa sul Palazzo della Prefettura a Trieste che riporta lo sproloquio brindisino il cui testo integrale si trova qui (alcuni studiosi sostengono che il vero autore sia stato il Vate D'Annunzio che aveva notoriamente problemi con la geografia)


LA GRANDE GUERRA VENETO - FRIULI: A CHI BELLUNO? A NOI ! /2

17 MARZO, anniversario della proclamazione dell' Unità d' Italia ( 1861: noi non c' eravamo per fortuna...).
P.S.Cosa non si è capaci di fare prima delle elezioni "per insempiar la gente"!

ITALIA ALLO SFASCIO

#UnitàItalia #ViaDaQuestoBordello
17 MARZO, anniversario della proclamazione dell' Unità d' Italia ( 1861: noi non c' eravamo per fortuna...).
P.S.Cosa non si è capaci di fare prima delle elezioni "per insempiar la gente"!

giovedì 17 marzo 2016

C' E' ANCORA QUALCUNO CHE VUOLE STARE NEL BORDELLO ITALIA ?


‪#‎Trieste‬

"Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello!" - Dante Alighieri

Il "gufo" Renzi ammette: si rischia la "macelleria sociale".
In realtà la "macelleria sociale" è già attiva con tutti gli indici statistici in picchiata (vedi ULTIMI di Antonio Galdo, Einaudi) e l'inzio di una nuova deflazione a causa del calo di consumì delle famiglie e investimenti delle imprese.
https://www.facebook.com/rinascita.triestina.tlt/photos/a.589476287825330.1073741828.589469291159363/796661210440169/?type=3&theater

martedì 15 marzo 2016

L’EUROPA E’ MORTA ! VIVA L’ EUROPA ! #OrgogliosamenteTriestiniEuropei /1


#TriesteEuropa #MacroregioneVenetoNoGrazie #MacroregioneDanubianoMitteleuropea

E’ sotto gli occhi di tutti lo sfaldamento della costruzione europea: dalla crisi economica gestita in modo pessimo con teorie neoliberiste di comodo (Ordoliberalismo tedesco), alla crisi di Schengen barcollante sotto i colpi delle migrazioni, fino alla supremazia degli interessi dei singoli stati nazionali e alle varie Brexit e Grexit.

Nel 1989 con la caduta della Cortina di Ferro in molti a Trieste abbiamo sperato che la nostra città e il nostro porto sarebbero tornati ad essere la proiezione sul mare Mediterraneo della Mitteleuropa.

In molti abbiamo sperato nella nascita di nuove aggregazioni macroregionali in grado di trascendere gli stati nazionali e di ridare a Trieste il ruolo geopolitico che l’ ha fatta nascere e crescere e che ha perso nel momento in cui e stata staccata brutalmente, con una guerra nazionalista, dal suo entroterra ed è stata inglobata in un contesto statale che le era estraneo, quando non ostile per motivi di concorrenza.
Si cominciò allora a parlare di macroregione AlpeAdria.

L’ Europa è in agonia: ma questa non è l’ Europa sognata dagli idealisti del Manifesto di Ventotene, al confino, come rimedio alla guerra nazionalista che dilaniava nuovamente il continente. 

Questa e' l' Europa delle élite finanziarie e “tecnocratiche” che l’ hanno costruita alla rovescia partendo dalla libera circolazione dei capitali e delle merci anziché dalla integrazione Politica (vera).

Che hanno imposto la stessa moneta ad economie profondamente diverse, per far girare i loro capitali ma eliminando la valvola di sfogo naturale della svalutazione monetaria, e mantenendo gli Stati Nazione con debiti pubblici e politiche fiscali sovrane.
Un Europa NON federale, come sognata, ma con gli Stati Nazione operativi col loro egoismo di “comunità etnica” e senza alcun meccanismo di trasferimento federale in grado di compensare gli shock economici.

Semplicisticamente, ma efficacemente, viene definita l’ Europa delle Banche e non dei Popoli, e che anzi ai popoli la fa pagare duramente comprimendo salari e stipendi invece di consentire svalutazioni monetarie indolori per la gente e il mercato interno ma dannose per il rientro di capitali prestati.

La lista sarebbe lunga.Ma qui interessa sottolineare che la ripresa di ruolo dello Stato Nazione basato sul concetto di “comunità etnica” anziché su quello di “comunità politica” sarebbe un grave danno per Trieste.
Magari sarebbe un bene per l’ Italia ma la morte per noi.

Quella di Trieste è una “comunità politica” composta da più gruppi etnici e che ha bisogno per vivere di essere parte integrante di una grande “comunità politica mitteleuropea” che non si lasci più dividere per motivi etnici e nazionali.

L’ indipendentismo triestino è sempre stato profondamente ed istintivamente europeista ed internazionalista: non ha niente a che fare con le “piccole patrie” o versioni miniaturizzate dello Stato Nazione. 

L’ indipendentismo triestino nasce dalla necessità vitale per Trieste di essere come le città-porto anseatiche del Nord Europa, ma sul Mediterraneo e al servizio di un grande entroterra plurinazionale che una sciagurata guerra di 100 anni fa ha frammentato e le cui conseguenze negative sono ancora presenti e operative sullo scenario geopolitico.

Fa ridere la semplicioneria di quelli che si rivolgono agli indipendentisti triestini con frasi come “Siamo in Europa” o “Siamo in un modo globalizzato”! 
La risposta è semplice : NOI lo siamo sempre stati in Europa e abbiamo sempre lavorato con il mondo intero; è lo Stato Italiano che invece non è in Europa e che adesso viene respinto e isolato nella periferia sud del continente, in preda a una crisi gravissima e senza sbocchi.

L’ ipotesi di uno stato indipendente di Trieste era stata fatta per primo da Valentino Pittoni al congresso socialista internazionale di Trieste e nuovamente durante la Grande Guerra come mediazione per consentire a Trieste di continuare a svolgere il suo ruolo geopolitico ed economico vitale: “Faced with the challenges of Yugoslavism and Austro-Hungarian dissolution, Pittoni called for the creation of an independent state[46] or a "Republic of Venezia Giulia".[47] It was to demand protection from the League of Nations”.

Ci tocca sentire pure dei somari sedicenti “di sinistra” che sfottono paragonando l’ indipendentismo triestino a quello “del pianerottolo”: ognuno misura il mondo con il suo braccio e utilizzando l’ apertura mentale che si ritrova (in questo caso molto scarsa, provinciale e tipica del Partito della Nazione).
C’è chi e arrivato ad identificare lo Stato Italiano con l’ Europa: come se fosse necessario stare in Italia per essere europei ! Una affermazione che provocherebbe ilarità in tutto il continente.
In questi giorni, a dimostrazione che le tendenze geopolitiche durano millenni, assistiamo alla recrudescenza della volontà di costituire una Macroregione Veneto, nell' ambito dello Stato Italiano, che inglobi e sottometta pure Trieste, avversaria storica di Venezia fin dal Medioevo.
Il che si affianca al progetto del Porto Off-Shore di Venezia che pare fatto apposta per tagliarci fuori dai traffici internazionali, in particolare da quelli della "Nuova Via della Seta" voluta dalla Cina.

La Macroregione Veneto sarebbe per Trieste un' unione contronatura che finirebbe con Trieste ridotta nuovamente ad un borgo di pescatori: NO GRAZIE.

Il PD ha presentato, invece, una proposta di macroregioni tra cui questa, annunciata mesi fa anche dal capogruppo Rosato.
Il che dimostra la funzione provvidenziale dell' indipendentismo triestino in difesa della città e quella mortale del Partito della Nazione renziano.
In sintesi: 
NO allo Stato Nazionale ed Etnico
SI all’ Europa dei Popoli e alla Macroregione Mitteleuropea, con le dovute autonomie per una città-porto che serve molti paesi e molte nazioni.

#UnireLeForzePerTrieste

#TriesteAmministrative
Già lo scorso anno a Laives (SudTirol-AltoAdige) il Movimento 5 Stelle aveva raggiunto un accordo che lo ha portato a votare la fiducia al sindaco espresso da una lista civica indipendentista locale dicendo giustamente: "Siamo nati per superare le ideologie e puntare ai risultati, per approvare i provvedimenti che servono ai cittadini e non le leggi che fanno comodo ai partiti. Abbiamo sempre chiesto un consenso trasversale alle forze politiche... "(vedi sotto link al blog di Beppe Grillo).

Oggi si è presentata una nuova lista "Sinistra per Trieste" con l' on. Prodani che più volte aveva sostenuto le posizioni degli indipendentisti su diversi temi.

Con entrambe queste forze politiche "Uniti per Trieste" condivide elementi fondamentali del programma amministrativo che abbiamo presentato già il 15 gennaio: dalla chiusura dell' Area a Caldo della Ferriera con conversione dell' area a mare in grande terminal portuale, con forte incremento di occupazione, alla valorizzazione del Porto Franco, al riutilizzo produttivo di Porto Vecchio invece della scellerata privatizzazione e urbanizzazione.

Se veramente si punta a raggiungere i risultati PER TRIESTE è necessario che questi punti di programma e queste forze ARRIVINO AL BALLOTTAGGIO: è un passaggio imposto dalla legge elettorale cui ognuno deve sacrificare un po'.

IL PROGRAMMA PRIMA DI TUTTO !

Avere molti punti di programma comune e farsi concorrenza non è saggio...una soluzione intelligente che, superando i dogmatismi, sia aperta e accomuni TUTTI i triestini di buona volontà può essere trovata per il bene della città e per liberare il nostro comune dai partiti che lo hanno portato al degrado.

Link Blog Grillo:
http://www.laives5stelle.it/index.php?option=com_content&view=article&id=399:m5s-laives-per-la-prima-volta-in-italia&catid=1:generale&Itemid=12

Paolo Deganutti


lunedì 14 marzo 2016

LO SPETTACOLO DELLE PRIMARIE E IL “FRONTE DI SALVEZZA CITTADINA”

#TriesteAmministrative

In questi  giorni volevamo scrivere un commento generale sulle Primarie a sinistra e destra e la situazione degli schieramenti di Centro dx e Centro sin in tutta Italia.

E’ stata una piacevole sorpresa trovare sul Piccolo di oggi il lavoro già fatto: pronto da copiare.

L’ articolo di Jori ha un solo difetto: interpreta l’ affluenza alle Primarie del  PD di Trieste come un segnale di rafforzamento del vincitore Cosolini.

Invece si tratta solo di un aumento dovuto alle truppe cammellate giunte in soccorso ai due contendenti dall’ esterno e che non voteranno assolutamente PD alle elezioni.

Da alcune parrocchie per il cattolico Russo, dal centro destra di Camber per Cosolini in ossequio al noto accordo “segreto” da tempo occultamente  operativo, con l’ aggiunta di altre parrocchie mobilitate dal cattolico Rosato che combatte una “guerra per procura” contro Russo.

Sono circa 2.500 voti in più che NON saranno dati al PD alle elezioni.

La situazione di Centro Sinistra di Cosolini, che ha perso la sinistra, e del Centro Destra di Dipiazza, in crisi col “centro della Jota” ( Bandelli , Rovis, Antonione ecc.),  è pessima e si respira un’ aria da fine impero.

Sono eccellenti invece le condizioni per l’ affermazione di un terzo “fronte di salvezza cittadina” costituito da volenterosi  indipendentisti,  autonomisti,  5Stelle, con il concorso di una parte della sinistra frantumata, ma ci vuole uno sforzo per superare rigidezze ideologiche, personalismi ed egoismi di gruppo.
E puntare al recupero degli astenuti per disgusto.
Ma ce la si può fare.

Importante è ARRIVARE AL BALLOTTAGGIO, obiettivo cui vanno sacrificati interessi di parte puntando su chi ha più probabilità di farcela come in una buona squadra: poi la strada è in discesa.
Noi proponiamo i "Cinque Punti Per Trieste" come programma di aggregazione: si chiama tattica per conseguire il bene comune, non inciucio all' italiana.

Ecco l’ articolo:
LO SPETTACOLO DELLE PRIMARIE LILLIPUZIANE di FRANCESCO JORI
Balocchi e profumi? No, tarocchi e pattumi. Nella versione centrosinistra di una settimana fa come nella variante centrodestra di questo week-end, le primarie propongono un identico desolante connotato: lo squagliamento di partiti ridotti a un’informe poltiglia di fanghi e veleni, rappresaglie e vendette. Con una ricaduta suicida sugli stessi schieramenti: perché in simili condizioni, anche il miglior candidato ne esce comunque indebolito.
E magari c’è perfino del metodo in questa apparente follia: in una politica imbelle e mediocre, quel che conta non è vincere, ma impedire agli altri di riuscirci; o comunque condizionarne il successo per renderli ricattabili. Da Roma a Napoli, il centrosinistra ha dato decisamente il peggio di sé: prima, durante e dopo. Con una scarsa partecipazione, a dispetto dei giochi verbali di prestigio inscenati dai magliari delle statistiche.
Inquinata per giunta da un sottobosco popolato da una fauna comunque di bastardi: perché stare a sfrucugliare i potenziali elettori a colpi di monetine da un euro non può che connotare chi lo fa come un incapace o un mascalzone, senza neppure influenzare il risultato. Solo che da queste cialtronate hanno preso la palla al balzo i soliti noti, per farne l’ennesima arma nella guerriglia permanente contro i vertici del Pd; arrivando puntualmente a riproporre la stucchevole litanìa del “tenetemi o apro un nuovo partito”.
O perazione in cui peraltro la sinistra è specialista, anche se sistematicamente incapace di attirare una clientela sufficiente a evitare il flop.

-Unico caso in controtendenza, Trieste: dove chi ha voluto le primarie per mettere i bastoni tra le ruote si è ritrovato invece bastonato, pelo e contropelo. Di più: la partecipazione davvero elevata, specie in raffronto al resto del quadro, ha garantito al sindaco uscente un rilancio deciso, alla faccia di chi sperava di segarlo. –(sicuro? Ndr)

Dovrebbero servire, le primarie, per selezionare un candidato assieme al quale pedalare tutti assieme verso le urne. Invece le si affronta già col retropensiero: se perdo, prima denuncio brogli e poi mi organizzo per correre in proprio; di sicuro non vinco, ma rovino la corsa a quell’altro. E anche in questo delirio si distinguono vecchie cariatidi ossessionate dal miraggio del riciclo: ieri Cofferati in Liguria, oggi Bassolino a Napoli, impegnati a far perdere quelli di casa anziché gli avversari.
Avrebbe allora quasi perfino ragione Berlusconi, quando dice che la sinistra ha utilizzato le primarie in forma devastante. L’avrebbe, se come spesso gli accade lui non riuscisse a fare peggio: inventandosi un tragicomico inedito della politica tipo le "primarie confermative" romane in scena tra sabato e ieri. Come dire: decido io, e tu dammi ragione. L’ex cavaliere peraltro trova un’altrettanto risibile sponda nell’esternatore seriale Salvini, che da mago Othelma dei poveri cerca di spacciare per indispensabili le poche centinaia di consensi leghisti in una città di quasi 3 milioni di abitanti. E per inserire queste sceneggiate in un contesto adeguato, ecco il vero e proprio stupro del lessico affidato al neologismo “gazebarie”: il trionfo dell’orrore, anche se ormai tutto può diventare straordinario in un'Italia in cui perfino una realtà un tempo prestigiosa come l'Accademia della Crusca arriva a tessere le lodi dell’aggettivo “petaloso”.
Di questo passo, si approda però al modello Gulliver: la politica di Lilliput. Dove, come nel romanzo di Swift, il confronto tra i partiti avviene sul modo corretto di rompere le uova; gli intrighi di palazzo contrappongono quelli dei tacchi alti e dei tacchi bassi; le cariche vengono assegnate a chi sa fare meglio il funambolo. E dove, per quante polemiche si agitino, per quante trame si orchestrino, per quanto protagonismo si ostenti, quando si fanno le primarie l’esito non può che essere lo specchio di un’unica, inequivocabile, trasversale classe dirigente. I nani.

Francesco Jori – Il Piccolo 14/3/16
https://www.facebook.com/rinascita.triestina.tlt/photos/a.589476287825330.1073741828.589469291159363/795038643935759/?type=3&theater

domenica 13 marzo 2016

UNITI PER TRIESTE - SINTESI DEL PROGRAMMA ELETTORALE



Uniti per Trieste è una Lista costituita da soggetti provenienti da diversa estrazione sociale, diverse esperienze lavorative ed imprenditoriali, conoscitori delle quotidiane problematiche della cittadinanza e convinti nel perseguire nel governo della città prioritariamente gli obiettivi di: sviluppo economico e garanzie di adeguata assistenza e sicurezza per la comunità triestina, invertendo le attuali nefaste prospettive per il futuro della nostra Trieste.
È di massima importanza eleggere un Sindaco libero dai partiti “romani” e “regionali” che non sia costretto a sottostare ai loro diktat e che finalmente possa sostenere scelte che restituiscano al Territorio poteri e fondi che per Trieste vengono attualmente trasferiti a Roma o in Regione.
I governi che si sono succeduti dalla seconda metà del secolo scorso ad oggi hanno perseguito una sistematica politica di blocco economico di Trieste fino a portare la città nello stato in cui si trova, imponendo con arroganza scelte scellerate e contrarie ai sentimenti e agli interessi dei cittadini.
Da molti decenni la cittadinanza continua a dare segnali di insoddisfazione, dalle manifestazioni contro la chiusura del Cantiere S. Marco (1966), alle manifestazioni del 2013 fino quella di quest’anno in difesa della salute e dell’ambiente, e con la consistente astensione dal voto, chiara espressione di mancanza di fiducia nei candidati proposti.  Ma è evidente che, l’astensione ha favorito e favorirà ancora, se ripetuta, gli schieramenti che finora hanno governato.
UNITI per TRIESTE, più razionalmente e realisticamente, si prefigge precisi obiettivi che innescheranno una serie di eventi che nessuno potrà fermare per portare al compimento delle aspettative e i cui benefici si potranno vedere in tempi rapidi. Per questo ti chiediamo di aderire al nostro programma e di non ridare il tuo voto a chi interessa solo il potere e ci ha portato in questa situazione, o a chi non è preparato a gestirla, o a chi  ”deve” obbedire a Roma. E siamo fermamente convinti che, purtroppo, Trieste non avrà più un’altra occasione di riscatto.

ESTRATTO DAL PROGRAMMA AMMINISTRATIVO DELLA LISTA  
UNITI per TRIESTE

UN SINDACO CHE UTILIZZI TUTTE LE LEGGI A BENEFICO DELLA CITTA’
Il Sindaco di Trieste attualmente non può immediatamente interferire con la legislazione italiana e regionale: è però potere del Sindaco usare le proprie competenze per condizionare ed eventualmente contrastare le scelte esterne ritenute negative allo sviluppo della città.
Tuttavia la città di Trieste ed il suo Territorio godono di favorevoli leggi, anche internazionali, che consentirebbero – se applicate - un rapido sviluppo economico ed un miglioramento della qualità della vita dei cittadini. Tali leggi non sono mai state impugnate dai governanti della nostra città, ma – in sinergia con i poteri centrali e regionali – sono rimaste volutamente inutilizzate, se non travisate nel loro contenuto.
Uniti per Trieste intende sfruttare ogni mezzo per usare la legislazione in vigore nell’ottica della sua positiva applicazione a beneficio della città.

CONTROLLO COMUNALE delle AZIENDE di SERVIZIO
Per eliminare i disservizi riscontrati dalla cittadinanza nella richiesta dei pagamenti della fornitura di acqua, energia e gas, è necessario ricollocare le aziende fornitrici dei servizi sotto il diretto controllo del Comune.

PER IMPOSTE e TASSE EQUE e per BENEFICI FISCALI
L’addizionale comunale IRPEF nella regione FVG viene applicata con criteri diversi. Trieste, con lo 0.8% impone l’aliquota massima, superiore a quella applicata agli altri capoluoghi regionali, ma non sembra godere di superiori servizi al cittadino. Trieste, per la sua posizione geopolitica - circondata da uno Stato con livello di tassazione molto più vantaggioso - è doppiamente penalizzata.
Sarà impegno del Sindaco richiedere l’estensione dei benefici fiscali alle imposte dirette, come nella neo istituita Zona Franca di Taranto, dove le imprese godono dell'esenzione dall'imposta sui redditi, dall'imposta regionale sulle attività produttive e da eventuali oneri contributivi.
Il solo gettito generato dal porto (tasse portuali/erariali, dazi di importazione, imposte indirette e dirette sui redditi dell’indotto) dal quale deriva attualmente il 30% del commercio estero del Friuli Venezia Giulia, e che dovrebbe legittimamente rimanere interamente nelle casse del Comune, può invertire il trend economico e sociale della città di Trieste.
Tali risorse sono ingenti, e se sommate a quelle generate da altre attività del Territorio sono largamente sufficienti per l’autonomia economica e finanziaria della città.

NUOVI INVESTIMENTI con più LAVORO e nuova OCCUPAZIONE
La politica di Austerity europea e del Governo hanno aggravato la già grave crisi occupazionale generata dal rallentamento dell’economia dei paesi “occidentali” a seguito della crisi finanziaria del 2008. Troppe aziende sono state costrette a chiudere o trasferirsi in paesi che offrono vantaggi fiscali.
E’ indubbio che un’inversione di tendenza potrà avvenire solo se ci si attiverà per attrarre investimenti di lungo respiro. La fiscalità di vantaggio, applicabile a Trieste, è una delle iniziative prioritarie da intraprendere.
Per compensare da subito la crisi occupazionale intendiamo ripristinare la SELAD (Sezione Comunale Lavori Aiuto ai Disoccupati), già positivamente sperimentata nel secondo dopoguerra.

PER LO SVILUPPO DEL PORTO e per LA ZONA FRANCA TERRITORIALE
Si stanno ristrutturando le correnti di traffico internazionali con la Cina e l’area del Pacifico, che assumono importanza strategica. La Russia cerca di riprendere il suo ruolo internazionale ed aspira al Mediterraneo. Il Canale di Suez, appena raddoppiato, offre insperabili ed eccezionali potenzialità di commercio marittimo.
La Trieste, quella storica, dell‘economia del mare, ha assoluta necessità di ogni metro lineare di banchina e ogni metro quadrato di area retrostante, per assolvere al suo ruolo di centro economico, finanziario e assicurativo e di porto mercantile internazionale al servizio dell’hinterland europeo.
Trieste ha tutte le potenzialità per diventare il grande “hub” (polo) del nord Adriatico perché ubicata nel posto più idoneo ed è dotata di profondi fondali naturali, inoltre si trova già in regime di Porto Franco extra UE.
Il Punto Franco Nord (Porto Vecchio) volutamente abbandonato e lasciato in degrado da decenni, mediante appropriati provvedimenti, dovrà essere rivitalizzato mantenendo il regime e l’estensione dell’area di Punto Franco;                                                                                                                         
con fiscalità di vantaggio attrarrà l’insediamento di ogni tipo d’impresa:   centri finanziari/bancari “Off-shore”, enti di ricerca legati all’Area Science Park ed altre istituzioni scientifiche, incubatori di start-up, borsa, custodia e movimentazione di materie prime e metalli (anche preziosi) ed opere d’arte, trasformazione di merci in regime extra-doganale, assemblaggio di macchinari ad alta tecnologia, cantieristica da diporto.                                                                                                                                               
L’infausta volontà di smembramento del Punto Franco Nord (Porto Vecchio) comporterà la creazione di almeno nove Punti Franchi separati fra loro e la complicata realizzazione dei diversi Punti Franchi richiederà l’adozione di recinzioni dedicate e numerosi varchi doganali presidiati, con conseguenti lungaggini burocratiche e dispendio di tempo e denaro.
L’obiettivo che perseguiremo è la creazione della Zona Franca Territoriale, già concessa a Livigno (SONDRIO) che rimuoverebbe tutti gli ostacoli oggi presenti che impediscono lo sviluppo della città. Zona Franca richiesta anche da Gorizia e dall’Isontino, mentre a Trieste è sufficiente allargare i Punti Franchi che già esistono.

LE CIRCOSCRIZIONI DELL’ALTIPIANO
La città di Trieste include una parte dell’altopiano carsico che necessita di un impegno specifico sia linguistico-culturale, che ambientale. Si prevede l’attivazione di nuovi asili nido di madrelingua slovena (Prosecco, Opicina, Basovizza). Per quanto riguarda l’ambiente va attivata la prevenzione del dissesto idrogeologico del ciglione carsico con il ripristino delle terrazze e discese a mare e va prevista la bonifica delle aree inquinate. Va incentivato l’ampliamento delle aree coltivabili e la cura selvicolturale, con il contenimento della diffusione di vegetazione esotica infestante. Va risolto l’adeguamento alla legislazione venatoria Slovena in relazione alla fauna dannosa alle colture. Va rivisto lo Statuto delle UTI imposto dalla Regione.

PER UNA SANITA’ A MISURA DI CITTADINO e PER IL BURLO GAROFALO
La struttura sanitaria è attualmente di esclusiva competenza della Regione.
Nonostante la dedizione dei medici e del personale ausiliario, le recenti riforme, prodotto della “spending review” (revisione della spesa), diminuiscono progressivamente la qualità dell’assistenza ai malati e introducono l’aumento degli oneri a carico del cittadino. La riduzione dei posti letto a Trieste aggrava la già critica accoglienza ospedaliera e del pronto soccorso.
Seppur limitato nei suoi interventi (emergenze sanitarie e prevenzione ed eliminazione di gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica) il Sindaco può contrastare scelte che vengono reputate peggiorative.
Il Burlo Garofolo è una struttura dotata di personalità giuridica pubblica e autonomia gestionale ed imprenditoriale. Bisogna impedire il suo previsto trasferimento, che lo svuoterebbe della sua autonomia giuridica e di ricerca pediatrica trasformandolo in mero reparto di maternità nella struttura di Cattinara e lo farebbe assorbire nella struttura sanitaria regionale paralizzandone l’autonomia.

FERRIERA DI SERVOLA da RICONVERTIRE a TUTELA dei CITTADINI TUTTI
La Ferriera di Servola, progettata inizialmente per una produzione relativamente modesta, ha raggiunto il massimo sviluppo alla fine degli anni ’30. Dagli anni ’90 è in continua crisi e dal 2002 si regge di fatto grazie al regime Cip6 con cui è agevolata la produzione elettrica della centrale alimentata dai gas di cokeria.  Vari sono stati i passaggi di proprietà, senza però un reale beneficio ambientale e garantendo a stento un livello occupazionale. L’insostenibilità dell’inquinamento raggiunto con la proprietà attuale è stato stigmatizzato con la manifestazione del 31 gennaio scorso, che ha voluto anche denunciare tutte le promesse disattese dall’azienda e dalla politica.  Non appare percorribile altra soluzione che la rapida dismissione dell’“area a caldo” perché gli impianti obsoleti non sono in grado di raggiungere adeguati standard ambientali e comporta inoltre lavorazioni incompatibili con un insediamento urbano. Le recenti modifiche hanno aggravato l’inquinamento, aggiungendo anche quello acustico. L’area a mare va destinata a terminal portuale e logistico, attuale carenza di banchine di approdo, assicurando il sostegno economico dei lavoratori durante la trasformazione pilotata.
Uniti per Trieste conferma l’assoluta contrarietà dell’insediamento del rigassificatore, incompatibile con i traffici portuali attuali e futuri e con la sicurezza dei cittadini.

PER i CITTADINI IN DIFFICOLTA’ ECONOMICHE e per i PENSIONATI
Nei poteri del Sindaco rientra l’adozione di provvedimenti, integrativi a quelli già previsti, per il sostegno dei pensionati e dei soggetti in disagio economico mediante aiuti e sgravi fiscali. Sarà impegno del Sindaco richiedere un vantaggioso regime di tassazione per le pensioni dei residenti nella  Zona  Franca  Territoriale extra-doganale di Trieste in modo da renderla analoga a quella, molto più bassa, della contigua Slovenia o Austria dove ormai diversi concittadini trovano più conveniente trasferire la propria residenza per questo solo fatto. Tale regime, in virtù della minor tassazione, consente di aumentare il potere d’acquisto, di circa il 25-30%.
L’istituzione di un anagrafe degli anziani suddivisa per quartiere e da affidare alle singole Circoscrizioni, potrà evidenziare le situazioni delle persone sole, malate o non autosufficienti, da monitorare costantemente.                                                                                                                                  
Numerosi sono i pensionati ancora volonterosi di mettere a disposizione la loro esperienza e professionalità al servizio della cittadinanza. Sarà istituito un albo dei pensionati disponibili a prestazioni di volontariato.                                                                                                                               
In merito alle CASA POPOLARI (ATER) va effettuata una rivisitazione delle graduatorie introducendo il parametro dell'anzianità di residenza nel comune.

LE NUOVE GENERAZIONI
L’impegno più importante dell’Amministrazione comunale e di tutti i cittadini sarà rivolto, nei prossimi cinque anni, alle nuove generazioni di triestini che dobbiamo far crescere in una città che loro devono sentire come propria e della quale devono sentirsi fieri. E’ necessario creare una rete tra le strutture cittadine: asili nido, scuole materne comunali, istituzioni scolastiche e soprattutto i “ricreatori comunali” che, al contrario dell’attuale tendenza, è nostra intenzione rivitalizzare ampliando la fruizione delle strutture attualmente largamente sottoutilizzate e, infine i “centri estivi”.
L’abbandono della città da parte dei giovani è ormai cronico: sarà valorizzato il principio della “stare con i giovani” oltre a quello del “fare per” i giovani. Un progetto per Trieste che coinvolga i giovani deve portare al loro radicamento nella città, a non costringerli ad andare altrove, magari nella speranza di un lavoro, anche se precario.

PER UNA CITTA’ PIU’ SICURA che ASSISTE I PROPRI CITTADINI
La cittadinanza deve sentirsi sicura in qualsiasi momento della vita sociale. Si provvederà alla riforma del mansionario della Polizia Municipale e l’intensificazione del controllo nei luoghi considerati più a rischio.
Sarà prioritaria la repressione della (micro)criminalità, furti, truffe, aggressioni, spesso perpetrate da soggetti non residenti stabilmente in città.
Così come è necessaria una costante ed implacabile azione di controllo e repressione di qualsiasi attività legata a profitti illeciti o potenzialmente riconducibile alla malavita organizzata.

LINEE DI TRASPORTO URBANO adeguate alle necessità dei TRIESTINI
Certi di cogliere la volontà della stragrande parte della cittadinanza le linee di trasporto urbano saranno ripristinate nel centro città, senza modifiche provvisorie di percorso, come originariamente previsto dal capillare sondaggio effettuato anni or sono per soddisfare l’utenza. Saranno presi opportuni provvedimenti per migliorare viabilità e circolazione ciclabile e per l’integrazione tra le diverse forme di mobilità sostenibile.

PER UNA CITTA’ COLLEGATA con L’EUROPA CENTRALE E ORIENTALE
Il Sindaco si impegna a tutte le azioni necessarie per il ripristino del collegamento ferroviario passeggeri con tutte le capitali europee limitrofe: da Vienna a Praga, da Lubiana a Budapest, già in atto nel lontano 1900 e soppresso dalle Ferrovie dello Stato italiane, anche per evitare che la crisi di Shengen lasci Trieste e il suo porto nuovamente confinati e isolati.


(Per approfondire: vedere il Programma Amministrativo dettagliato)
https://www.facebook.com/480876575449144/photos/a.483315978538537.1073741828.480876575449144/503575133179288/?type=3&theater

PENSIONI E INDIPENDENZA



ECCO LA RISPOSTA AL TERRORISMO SULLE PENSIONI "ITALIANE" CHE NON SI RICEVEREBBERO PIU' IN CASO DI INDIPENDENZA DALL' ITALIA.
I PENSIONATI REALIZZANO L' "INDIPENDENTISMO FAI DA TE" TRASFERENDO LA RESIDENZA ALL' ESTERO  PER MOTIVI FISCALI (Spagna, Portogallo,Slovenia ecc.).

Ecco la dimostrazione pratica che quella dei politicanti che agitano lo spauracchio della perdita delle pensioni per contrastare l' indipendentismo è solo una balla.

La pensione DEVE arrivare ovunque il pensionato stabilisca la sua residenza: in Italia o all' estero ovunque nel mondo, Trieste indipendente compresa.
Perchè la pensione è erogata in funzione di contributi e leggi tutelate in sede internazionale.

Anzi CONVIENE RISIEDERE ALL' ESTERO per la tassazione molto inferiore come in Slovenia o addirittura nulla come in Portogallo e altrove e come sarebbe a Trieste indipendente oltre che dallo Stato Nazionale Italiano anche dal suo fisco rapace: il più rapace al mondo.

I DEMAGOGHI TERRORISTI MEDIATICI ITALIANI SONO SERVITI.

Link all' articolo del Piccolo.
http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2016/03/13/news/trieste-400-pensionati-in-fuga-alle-canarie-1.13115211?ref=fbfpi

#Trieste Città Metrotopoliniana


Ma insomma un po' di realismo su questa storia: la CM della legge Delrio e nazionale è solo la vecchia Provincia ma con meno poteri, fondi e non elettiva: è stata pensata per risparmiare.
Lo si vede bene dove è stata realizzata, ad esempio a Milano come ha denunciato la trasmissione Report della Gabanelli.

 Una CM speciale grazie all' autonomia della Regione è un' assurdità quando si dice che è Friulocentrica e decidono i Friulani: e pertanto sarebbe anche più depotenziata e  ININFLUENTE.

Sono solo CHIACCHIERE ELETTORALI PER BUTTARE FUMO NEGL I OCCHI DEGLI ELETTORI AUTONOMISTI.

Russo è uno specialista in blitz, bluff, aria fritta e politica degli annunci: è tutto quello che ha imparato a Roma dal PD di Renzi.

Link articolo Il Piccolo
http://ilpiccolo.gelocal.it/trieste/cronaca/2016/03/13/news/illy-si-schiera-contro-trieste-citta-metropolitana-1.13119194?ref=fbfpi