RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

sabato 9 aprile 2016

HAUPL SINDACO SUBITO ! (DI TRIESTE)


#TriesteAmministrative
GRAZIE HAUPL ! SINDACO SUBITO !
Come si può non essere totalmente d’ accordo con le frasi pronunciate da Michael HAUPL, il primo Sindaco di Vienna venuto in visita ufficiale a Trieste dopo 100 anni di forzato distacco ?

Riportiamo i brani salienti dell’ articolo del Piccolo di oggi:
“Pensava al futuro e non al passato il borgomastro di Vienna Michael Haupl quando alle undici di ieri mattina è uscito sul balcone del Salotto azzurro del municipio per osservare il mare Adriatico. Qualche minuto prima, appena giunto a Trieste per una storica visita, aveva ribadito al sindaco Roberto Cosolini che «Vienna ha il porto fluviale più grande d’Europa con più terminal ed è scalo di trasbordo di grandi quantità di merci. I nostri rapporti con Amburgo e con Rotterdam sono di vitale importanza - ha aggiunto - ma ciò non toglie che dobbiamo avviare una forte collaborazione con Trieste che per noi è il porto più vicino nell’Europa centrale. Inoltre veniamo da una tradizione storica che ci unisce fortemente a questo porto anche se ora è più importante rivolgersi al futuro e in questa prospettiva rafforzare la strategia dell’area del Danubio che permette di incidere su economie molto diverse fra di loro: attorno vi ruotano infatti l’Austria e la Germania che hanno economie particolarmente sviluppate, ma anche l’Ungheria e poi Slovacchia, Bulgaria, Romania, Serbia, tutti Paesi con cui è possibile stringere collaborazioni commerciali per dare maggiore impulso e dinamicità alla stessa industria portuale. La collaborazione fra i due porti dunque non avvantaggia solo Vienna e Trieste, ma ha una valenza che va al di là delle stesse nostre due regioni»…..
PERO’ ATTUALMENTE:
”Meno di un anno fa al Transport logistic di Monaco di Baviera, la principale fiera europea dei trasporti i rappresentanti di Luka Koper hanno ribadito, dati alla mano, che il primo porto dell’Austria è Capodistria”…
. …incontrando anche il direttore del porto fluviale (di Vienna che movimenta più container di Trieste ndr.)  rilevando un interessamento di Vienna in particolare per un collegamento ferroviario che sia il prolungamento dell’autostrada del mare che unisce la Turchia a Trieste.
Tornare a essere il porto dell’Austria dunque è l’obiettivo….


E PER FARE QUESTO E PENSARE AL FUTURO  LO SI DEVE PORTARE A VISITARE IL PORTO E LE FERROVIE, NON I MUSEI DEL PASSATO E I CAFFE’ STORICI, CHE SONO L’ OSSESSIONE DI COSOLINI E DEL PD.

I MIOPI POLITICI LOCALI IMPARINO DA HAUPL, CHE COME BORGOMASTRO DI VIENNA E' UNO CHE TRATTA CON I LEADER MONDIALI E GESTISCE UNA GRANDE CITTA' MODERNA.
(Amiamo tutti la nostra storia e le vestigia di un passato glorioso ed anche i caffè storici, ma non basta un po’ di turismo  per garantire un futuro alla città e ai nostri ragazzi)

venerdì 8 aprile 2016

ZONA FRANCA TERRITORIALE: I NAZIONALISTI CONTRO TRIESTE... MA A FAVORE DI GORIZIA

#ZonaFrancaTerritorialeTrieste
DUE PESI E DUE MISURE......
I nazionalisti italiani (nelle due versioni: antica dei "propatria" e moderna del"Partito della Nazione" del PD) si devono cominciare a schierare sulla nostra proposta di Zona Franca Territoriale per tutta la provincia di Trieste.

SONO STRUTTURALMENTE CONTRARI AGLI INTERESSI DI TRIESTE E DUNQUE ALLA "ZONA FRANCA TERRITORIALE".

Naturalmente il giornale locale glissa sull' argomento e nasconde quello che sul Messaggero Veneto , e anche qui, e lo stesso Piccolo di Monfalcone si può trovare: ovvero che dal PD al PdL, da sinistra a destra, a Gorizia lavorano NELLE ISTITUZIONI da anni per ottenere una ZONA FRANCA DELL' ISONTINO, con la motivazione di contrastare la concorrenza fiscale di Slovenia e Austria, che provoca la delocalizzazione i numerose imprese (cliccare sul blu per credere).

Ma a Trieste " non se pol" neanche parlarne, come se qui non fossimo vicini alla Slovenia e non ci fossero rapporti con l' Austria, perchè sono ben consci che questa rivendicazione indipendentista e autonomista, è molto radicata d
a decenni.

Già nel dopoguerra il PCI di Vidali ne aveva fatto la propria bandiera, così come fece successivamente la Lista per Trieste negli anni '70.

Ma adesso, anche se noi abbiamo più possibilità di ottenerla grazie all' allargamento dei numerosi Punti Franchi extra UE disseminati sul territorio, l' ordine di scuderia è di ignorare o, quando non è più possibile, sbeffeggiare.


L' extradoganalità riguarda le merci e le imposte relative, IVA e imposte doganali, e non (per il momento) le imposte dirette su persone fisiche o giuridiche: ma chi sarebbe contrario ad avere merci e servizi che costano mediamente UN TERZO IN MENO (e carburanti senza accise e tasse)?
Solo questo equivarrebbe ad un aumento (esentasse) di stipendi e pensioni di UN TERZO oltre al rilancio di commercio e turismo e nuovi insediamenti di imprese.


A Gorizia va bene ma a Trieste no, forse perchè qui la possiamo avere sul serio: non occorre  neanche una legge del Parlamento Italiano, è sufficiente l' allargamento dei Punti Franchi extradoganali extra UE che ponga l' intero territorio fuori dalla linea doganale (come a Livigno) per decreto del Commissario del Governo, come ha già fatto senza ostacolo alcuno da parte della UE medesima....e a chi sta distruggendo sistematicamente da un secolo la nostra città questo non può andar bene...c'è il rischio di essere messi in disparte.




I beceri sfottimenti da osteria dei nazionalisti nostrani:

giovedì 7 aprile 2016

Per i nostri lettori UN INEDITO DOCUMENTARIO DELLA TRIESTE DEL TERRITORIO LIBERO NEI PRIMI ANNI DEL DOPOGUERRA



UN INEDITO DOCUMENTARIO DELLA TRIESTE DEL TERRITORIO LIBERO NEI PRIMI ANNI DEL DOPOGUERRA - FILMATO DAGLI AMERICANI :


Video recuperato e messo a disposizione dal lettore BERTO GARBIN (clic per facebook)


I CANDIDATI SI PRONUNCINO PUBBLICAMENTE SUI "CINQUE PUNTI PER TRIESTE"



#TriesteAmministrative
QUI SCARICATE  LO SLIDE SHOW DEI 
CINQUE PUNTI PER TRIESTE

Noi chiediamo a tutti i candidati alle comunali di pronunciarsi pubblicamente.

Prima delle elezioni stileremo e pubblicheremo la classifica sulla base delle prese di posizione espresse sui media.

ECCO I 5 PUNTI:

1) LEGALITA’ E RISPETTO DELLE LEGGI INTERNAZIONALI SU TRIESTE E IL SUO PORTO FRANCO INTERNAZIONALE, a partire dall’ applicazione rigorosa dell’ Allegato VIII che regola il Porto Franco.

2) ISTITUZIONE DELLA “ZONA FRANCA TERRITORIALE”, allargando e unificando i Punti Franchi extradoganali (extra UE) appena disseminati sul territorio con lo “spezzatino” di quello di Porto Vecchio.
Attualmente ci sono ben 10 punti franchi diversi e sono destinati ad aumentare con l’ assegnazione degli ulteriori 230.000 mq attualmente in “sospeso”.
Si otterrebbe così, con semplice decreto del Commissario del Governo (Prefetto) su richiesta del/i Sindaco/i, un'unica ZONA FRANCA EXTRADOGANALE FUORI DALLA UE comprendente l’ intero territorio provinciale- (cui la UE stessa non può opporsi perché derivante dal Trattato di Pace del 1947)- analoga alla zona Franca di Livigno e, come questa, con enormi vantaggi per abitanti ed imprese (esenzione IVA e tasse doganali e territoriale e fiscalità di vantaggio, prezzi bassi di beni e servizi).

3) NUOVO GRANDE TERMINAL PORTUALE SULLE BANCHINE DI SERVOLA E DELLA PIATTAFORMA LOGISTICA, con il RETROPORTO produttivo in Zona Industriale e Noghere, in modo da creare migliaia di posti di lavoro e avviare la riconversione dell’ area a caldo della FERRIERA impedendo anche ogni tentativo di mettere in quell’ area il RIGASSIFICATORE.Questa soluzione oltre a dare una svolta strategica al Porto e all’ economia cittadina, rendendoli protagonisti dei nuovi traffici mondiali, darebbe anche grandi vantaggi ambientali e di lotta all’ inquinamento.

4) RIUTILIZZO PRODUTTIVO DI PORTO VECCHIO per farne, con la fiscalità di vantaggio e il regime di Punto Franco, la nostra Silicon Valley, la nostra City e il nostro Distretto Hi-Tech e Nautico creando tanti posti di lavoro QUALIFICATI. Con l’ abbinato ACCESSO NORD della Grande Viabilità Il Porto Vecchio Produttivo libererà il Centro, le Rive, Barcola e la Costiera del traffico consentendone lo SVILUPPO TURISTICO E COMMERCIALE, fortemente incentivato anche dai prezzi competitivi dalla Zona Franca Territoriale.

5) TUTTE LE AZIENDE DI SERVIZI PUBBLICI (Acqua,Luce,Gas, Trasporti), LE CASE POPOLARI E LA SANITA’ VANNO RICONDOTTE SOTTO IL CONTROLLO DEL COMUNE E DEI CITTADINI.La Regione Friulicentrica non comprende nemmeno le esigenze di Case Popolari, Sanità, Trasporti del nostro territorio ma si arroga il diritto di decidere: ad esempio con tagli inaccettabili alla Sanità e una politica delle Case Popolari che penalizza i nostri concittadini.
I Sevizi Pubblici essenziali devono essere sotto il controllo della nostra comunità e non certo di imprese in cerca di profitti o di istituzioni amministrative estranee, se non ostili, al nostro territorio.  






mercoledì 6 aprile 2016

CORRUZIONE: ITALIA PEGGIORE IN EUROPA - Proposti impacchi d' acqua fresca e solenni moniti


#TriesteAmministrative
CORRUZIONE: L’ ITALIA LA PEGGIORE IN EUROPA.

PROPOSTA  LA SOLITA LITANIA RETORICA CHE "BISOGNA PARTIRE DALLA SCUOLA" E L' ENNESIMO "CODICE ETICO", STAVOLTA IN COMUNE E GIUSTO PRIMA DELLE ELEZIONI - 

POSSIBILE CHE QUESTI VOGLIANO ANCORA RESTARE IN UN PAESE IRRIFORMABILE E DESTINATO AL TRACOLLO?


Oggi il Piccolo ospita un articolo di Franco Belci, segretario regionale CGIL, che denuncia i danni della corruzione, che vede l' Italia primatista europea al secondo posto dopo la Bulgaria.
La soluzione proposta?
Il varo dell' ennesimo "codice etico" in Comune, di cui tutti si faranno un baffo, come adesso delle leggi e del rispetto del ruolo istituzionale.


E, naturalmente, la solita solfa delle prediche ai bambini nelle scuole in perfetto scolastichese: "
Ma forse ciò che più serve è un'azione politica e culturale diffusa con iniziative che partano dalle scuole e facciano capire che senza regole ed etica il Paese non uscirà dalla crisi."

Bisogna avere invece il coraggio di dire la verità: lo Stato Italiano è intimamente corrotto da sempre e la corruzione è diffusa nella società italiana come un cancro in metastasi, come dato antropologico derivato da quello che i sociologi chiamano "familismo amorale", contro cui non sono mai state fatte campagne di bonifica radicale, e che è alla base anche del radicamento sociale della criminalità organizzata.

Il ceto politico e dirigente è il prodotto che autoalimenta e amplifica questa società marcia, che tutti conoscono ed è oggetto di libri, spettacoli, battute e film (come anche l' ultimo di Checco Zalone: enorme successo italiano perchè tutti si identificano).

E' pia illusione sperare di curare questo cancro con l' aspirina di nuovi regolamenti e di predicozzi nelle scuole.

L' Italia andrà a sbattere come la nave di Schettino, emarginata ed isolata nel Sud dell' Europa: e la chiusura dei confini austriaci sono solo un primo segnale di quello che verrà.

Da questo naufragio FORSE nascerà la voglia e la consapevolezza di cambiare rotta e rigenerare il tessuto sociale e politico: ma sarà una vicenda traumatica.

Ancora non hanno capito che i Triestini, che provengono da ben diversi modelli di organizzazione statale e sociale, non hanno intenzione di farsi trascinare in questo sfacelo.

Tra non molto questa realtà sarà sotto gli occhi di tutti, anche di quelli che sperano che le cose si metteranno a posto da sole, e le scelte saranno necessarie: perchè le belle parole delle maestre in classe e i regolamenti scritti sulla carta non basteranno.


"Corruptissima re publica plurimae leges"- Tacito
(moltissime sono le leggi - e i Codici Etici ndr - quando lo Stato è molto corrotto)


Ecco il testo:
Corruzione, Italia seconda in Europa dopo la Bulgaria 
di Franco Belci.
Secondo una recente statistica di Transparency International, l'Italia è, dopo la Bulgaria, il Paese più corrotto d'Europa. Il dato non solo è drammatico sul piano della credibilità istituzionale e politica, ma ha riflessi pesanti anche su quello economico. E' stato calcolato che la corruzione sottrae al bilancio pubblico circa 60 miliardi all'anno, cui si aggiungono gli oltre 100 dell'evasione fiscale e i 43 di quella contributiva. Se si disponesse di queste risorse sarebbe possibile, per fare un solo esempio, varare un piano di investimenti pubblici capaci di far ripartire l'economia e creare occupazione, com'è avvenuto negli Stati Uniti. Le politiche di contrasto a questo tipo di illegalità si sono affidate a norme spesso ambigue e perciò aggirabili, in quella che appare talvolta una sorta di tollerata convivenza tra legalità e illegalità. L'attuale governo, dopo gli iniziali annunci, non ha avuto il coraggio di invertire la tendenza frenato da alcuni degli interessi rappresentati al suo interno, ma anche perché è sempre più labile nella classe politica italiana la convinzione che la tensione etica debba costituire un presupposto indispensabile per ridare credibilità alla politica. Eppure non sono troppo lontani nel tempo esempi di Paesi nei quali il livello di corruzione ha generato sfiducia nelle istituzioni aprendo la strada a crisi politiche ed economiche, e osservatori attenti attribuiscono le attuali difficoltà della Cina al diffondersi del fenomeno. In assenza di un agire orientato al bene comune il riferimento principale appare, sempre più spesso, quello degli interessi che, in Parlamento o al governo, si rappresentano. Ultimo esempio in ordine di tempo il comportamento che ha portato alle dimissioni del ministro Guidi, nel quale è evidente lo scarso rispetto del ruolo istituzionale o forse un'inaccettabile inconsapevolezza dei doveri che ne derivano. Non è più rinviabile quel ripensamento profondo della politica e delle sue regole che costituisce la più necessaria anche se la più difficile delle riforme. Bisognerebbe cominciare dai fondamentali, riconoscendo che vanno evitati non solo i comportamenti illegittimi, ma pure quelli inopportuni, che allargano ulteriormente le maglie di un lassismo già troppo diffuso. Altrimenti, passo dopo passo, si rischia di stravolgere la funzione dei ruoli istituzionali facendone trampolini per il privilegio, piccolo o grande che sia. Sta qui uno dei limiti più gravi dell'azione di questo governo: quando il mantra della (autodichiarata) efficienza assorbe ogni altro riferimento e non è percepibile un quadro esplicito di principi e valori cui ispirarsi, il cambiamento non ha una direzione e un senso, e prevale spesso il puro esercizio del potere che ciascuno esercita rispondendo innanzitutto ai propri riferimenti. Pensiamo che sia urgente affrontare il tema con fermezza e decisione a ogni livello di amministrazione e per questo abbiamo segnalato, nella lettera pubblica inviata al sindaco, la necessità di farne un punto qualificante dell'azione della prossima amministrazione per quelle che sono le competenze del governo locale. Abbiamo indicato qualche veloce proposta: un codice etico che riguardi gli assessori e i consiglieri, regole che evitino conflitti d'interesse nell'amministrazione, parametri per verificare la compatibilità degli incarichi e indicazioni per evitarne la proliferazione, individuazione di prassi e procedure capaci di favorire trasparenza amministrativa e accessibilità agli atti, lotta all'evasione. Ma forse ciò che più serve è un'azione politica e culturale diffusa con iniziative che partano dalle scuole e facciano capire che senza regole ed etica il Paese non uscirà dalla crisi.

martedì 5 aprile 2016

STORIE PARALLELE - EMENDAMENTO "GUIDI" SU TEMPA ROSSA & EMENDAMENTO "RUSSO" SU PORTO VECCHIO: FIGLI DELLO STESSO "BLITZ"


I due emendamenti "TEMPA ROSSA" & "PORTO VECCHIO" hanno in comune il fatto di essere stati infilati contemporaneamente nottetempo al Senato nel maxiemendamento del governo alla "legge di stabilità" del dicembre 2014, grazie ad un' azione di lobbying.

Adesso, dopo l' inchiesta della magistratura e le dimissioni del ministro petrolifero e gasiero Guidi, tutti denunciano il modo vergognoso con cui sono fatte le leggi in Italia: lunghe carovane di molte centinaia di emendamenti, e favori a destra e manca, inserite nottetempo e poi votate tutte insieme senza nemmeno sapere cosa.

L' emendamento Russo su Porto Vecchio è dello stesso tipo.

Quanti parlamentari hanno capito, nel mucchio di centinaia di emendamenti accorpati, che stavano votando per privatizzare e sdemanializzare un' area strategica del Porto Franco Internazionale di Trieste, regolato da un Trattato di Pace internazionale?

C'è stato almeno un simulacro di dibattito parlamentare sullo stravolgimento di quanto stabilito da un trattato internazionale su un Porto Franco?
NO: non a caso è stato definito un "blitz".

C' entra anche in questo emendamento la chiacchierata Maria "Etruria" Boschi, potente ministra per i rapporti con il Parlamento ?
Certamente: visto il suo ruolo ministeriale tutta l' attività legislativa del governo passa per il suo ufficio strategico.

Questa, al di là dei contenuti, non è più democrazia, nemmeno nella forma, e non c'è da meravigliarsi se produce abusi, favori agli amici e mostruosità giuridiche in un groviglio di centinaia di leggi ed emendamenti di ogni tipo e sulle questioni più disparate, approvati nottetempo.

Questa è l' Italia, signori:

"Corruptissima re publica plurimae leges"- Tacito
(moltissime sono le leggi quando lo Stato è molto corrotto)





ISIS E TERRORISMO: PERCHE' L' OCCIDENTE STA PERDENDO LA GUERRA



Vi offriamo il link a questa brillante analisi di Aldo Giannuli noto saggista, storico ed esperto di questioni internazionali, ricercatore dell' Università di Bari

GUERRA ALL' ISIS

Chi è Aldo Giannuli



SE CENTO ANNI VI SEMBRAN POCHI... !


#Trieste #PortoFrancoInternazionale
In questi giorni vengono presentate come grandi novità cose che dovrebbero essere normalissime da molti decenni a Trieste.
La prima visita del sindaco di Vienna a Trieste dopo la Grande Guerra !
L' Autorità Portuale che comincia a informare dell' esistenza del Porto Franco di Trieste a Udine e Vicenza  (non in Alaska) !

Sono passati quasi 100 anni dallo sciagurato momento in cui il Porto e la Città di Trieste sono finiti nelle mani dello Stato Italiano che li desiderava per controllare tutto l' adriatico e i traffici verso l' Europa, magari strozzando un pericoloso concorrente come si usa spesso nella finanza che acquista aziende concorrenti per eliminarle.

Da allora Trieste è stata tagliata fuori dagli storici rapporti politici ed economici con il suo entroterra naturale mitteleuropeo che la hanno fatta nascere e crescere.


Tuttora non c'è nemmeno un treno diretto per Vienna.


Il suo Porto Franco Internazionale è stato, ed è, sabotato dalle dogane e dalle ferrovie italiane ed accuratamente nascosto perfino alle regioni vicine.


Lo stesso Commissario della APT D' Agostino ha più volte dichiarato pubblicamente che quando è arrivato qui da Verona NON SAPEVA CHE C' ERA IL PORTO FRANCO !

E qualcuno si meraviglia se il porto di Trieste è stato superato abbondantemente da quello di Capodistria che non esisteva nemmeno nel 1954 quando è arrivata l' amministrazione civile italiana ?


E qualcuno si meraviglia se non sono arrivate imprese pronte ad insediarsi nel Punto Franco di Porto Vecchio per utilizzarne i vantaggi indiscutibili ?

Se adesso si comincia ad avere attenzione al nostro Porto e ai rapporti con la Mitteleuropa è solo perchè c' è stato il movimento indipendentista che ha fatto prendere un grosso spavento alla sedicente "classe dirigente" politica ed economica di Trieste, che preferisce vivacchiare succhiando le mammelle della lupa romana.


Il movimento indipendentista ha rimesso nuovamente al centro la questione del Porto, prima ignorato e dimenticato, e delle leggi internazionali che tutelano la sua natura di Porto Franco Internazionale.

Questo è un merito innegabile dell' indipendentismo triestino, che sarà ricordato nei libri di storia.

Adesso sia il tentativo di rincorrere i temi posti sul tavolo dal movimento indipendentista sia l' azione di persone intelligenti fortunosamente arrivate all' Autorità Portuale stanno cominciando a smuovere qualcosa.

Ma siamo appena agli inizi: è necessario mandare a casa la classe politica che ha portato Trieste allo sfacelo.


E le prossime elezioni comunali offrono l' occasione per farlo sul serio e non solo per ottenere una piccola tribuna di rappresentanza: usando 
tutti i mezzi tattici per mandare via centro Sinistra e centro Destra.

La notizia è finita sul Corriere
 "SEMBREREBBE UN RITORNO AL PASSATO, MA E' UN PASSO NEL FUTURO"



lunedì 4 aprile 2016

L’ ASTENSIONISMO FASE SUPREMA DEL RENZISMO – IDIOTA SARAI TU, CARO MATTEO -


#NoAstensionismo
Che un premier mai eletto da nessuno abbia in odio il voto democratico è cosa naturale.
Ma arrivare a dare degli idioti a chi va a votare comincia ad assomigliare ad un regime.

Guardate l’ immagine tricolorata postata dal gruppo FB del PD: fa impressione  per lo scherno e il ripudio della democrazia che invece è insita nel voto referendario.

Non vogliono che vinca un’ opinione dopo un confronto di idee: vogliono semplicemente che la gente non vada a votare e che non venga raggiunto il quorum.

Per lasciare mano libera alle lobby petrolifere e gasiere largamente presenti nel Governo Italiano tuttora intenzionato a mettere il RIGASSIFICATORE nel nostro porto.
L'iter di approvazione del rigassificatore triestino sta proseguendo nel ministero della dimissionaria Guidi (MISE) che ora viene assunto a interim da Renzi che si vanta e rivendica l' emendamento pro Total.

Lo stesso gioco vorrebbero farlo anche alle elezioni amministrative ben sapendo che se la gente schifata si astiene, vanno a votare e vincono le "truppe cammellate" di clientele e di chi vive di favori e prebende dei politici.

La sobillazione dell’ astensionismo assume in questo periodo di profonda crisi  un aspetto sinistro e cupo che fa temere per le sorti della democrazia stessa.

Questo solo motivo dovrebbe bastare per spingere TUTTI I DEMOCRATICI A VOTARE !

Indipendentemente se a favore del SI o del NO al referendum: ma VOTARE.

Lo stesso alle amministrative: indipendentemente per 


chi MA SI DEVE ANDARE A VOTARE !


I CITTADINI NON DEVONO LASCIARSI SPINGERE 
NELLA PASSIVITA'.


NOI AL REFERENDUM DEL 17 APRILE VOTEREMO “SI” 


PERCHE’ AIUTERA’ ANCHE A BLOCCARE IL RIGASSIFICATORE A TRIESTE.  

Qui di seguito riportiamo il link ad un articolo che spiega le ragioni del SI.
E’ di Isabella Pratesi responsabile di programma del WWF ed è stato pubblicato sull’ Huffingtonpost:


IL REFERENDUM DEL 17 APRILE SPIEGATO A MIA FIGLIA (clic)  





PORTO CAPODISTRIA: INIZIA LA FASE OPERATIVA DEL RADDOPPIO DELLA KOPER - DIVACIA


#PortoFrancoInternazionaleTrieste
E' noto che il porto di Capodistria Koper ha come principale ostacolo al suo ulteriore sviluppo la saturazione delle linee ferroviarie.
Da anni ormai ha ampiamente superato Trieste per le merci solide.
Il raddoppio della linea Koper - Divacia ha un' importanza strategica e già in passato si sono fatti avanti stati interessati a realizzare l' opera tra cui la Cina.
Il Piccolo di oggi pubblica un' articolo sull' argomento dell' ottimo Mauro Manzin, che riproponiamo come fonte di notizie utili (anche a darci una mossa).


Capodistria-Divaccia, via all’iter operativo dei lavori Il governo sloveno crea un Consiglio di esperti per il progetto e i finanziamenti Entro l’anno partiranno i lavori propedeutici all’insediamento del cantiere
di Mauro Manzin ◗ TRIESTE 


Il governo sloveno si mette in moto per la realizzazione del secondo binario della linea Capodistria-Divaccia, snodo ferroviario strategico per lo sviluppo del porto di Capodistria. Il premier Miro Cerar ha annunciato la creazione, oltre a un asocietà ad hoc per la realizzazione dell’infrastruttura, anche di uno speciale Consiglio per la progettazione dell’opera. «Il progetto per il secondo binario della Capodistria-Divaccia - ha dichiarato Cerar - è uno dei progetti prioritari del governo per questo ho preso parte a una riunione tra esperti per avviare intensamente questo progetto». Il Consiglio di esperti sarà costituito dal ministro delle Infrastrutture, da quello delle Finanze e dell’economia nonché da rappresentanti della Holding di Stato (Sdh), di Luka Koper (società che gestisce il porto), Ferrovie slovene, dell’azienda Dri e da rappresentanti della società appositamente costituita per la realizzazione dell’infrastruttura, ossia la 2TDK. Il Consiglio dovrà creare le condizioni affinchè l’opera possa essere iniziata prima possibile e realizzata con il minor costo possibile, come ha precisato anche il presidente del consiglio di amministrazione di Luka Koper, Dragomir Mati„. Il progetto potrà essere realizzato solo con una partnership tra pubblico e privato. Il costo fin qui stimato è di 1,4 miliardi di euro. «Fino ad ora non abbiamo parlato di concessioni - ha ribadito Mati„ - sta di fatto che, in questa fase, tutte le soluzioni sono possibili». Il ministro delle Infrastrutture, Peter Gašperši› ha, dal canto suo, spiegato che già quest’anno inizieranno i lavori preparatori sul terreno «con già stanziati 20 milioni di euro». Si tratterà di costruire le vie d’accesso al mega cantiere e predisporre gli spostamenti delle cndutture dell’acqua interessate dall’opera. Il progetto finanziario entrerà nella sua fase finale solamente dopo la ricapitalizzazione della società 2TDK, prevista per la metà del prossimo anno. Quando la struttura finanziaria sarà approvata si potrà andare all’appalto dei lavori per i quali è stata approvata la concessione edilizia. Concessione che ha valore triennale con la possibilità di due ulteriori proroghe di un anno ciascuna. Per quanto riguarda le intenzioni di investire nell’infrastruttura, il ministro Gašperši› ha precisato che ci sono forti interessi da parte della Cechia e della Slovacchia, mentre l’Ungheria sta valutando l’ingresso con capitale proprio. Si sta discutendo anche con la Polonia, l’Austria e la Baviera. È chiaro che il raddoppio della Capodistria-Divaccia può assumere un’importanza strategica se inserito nell’asse europeo Adriatico-Baltico. E pensare che tra Trieste e Capodistria ci sono solo 10 chilometri ferroviari (da realizzare) di distanza. Da ricordare inoltre che i lavoratori portuali già da tempo si sono mobilitati sul raddoppio della Capodistria-Divaccia. In poche settimane hanno raccolto oltre 21mila firme in calce alla loro petizione nella quale si chiede che non ci sia alcuna privatizzazione di Luka Koper e che la stessa non divenga merce di scambio per capitali che potrebbero finanziare l’importante infrastruttura ferroviaria.

PORTO VECCHIO: IL M5S PER IL PORTO FRANCO E IL RIUTILIZZO PRODUTTIVO

Foto - nel riquadro giustamente è scritto:"IL PORTO VECCHIO -  Il M5S boccia la scelta dell’advisor e lo sviluppo residenziale puntando all’opposto sul potenziamento del Punto Franco"
#TriesteAmministrative #PortoVecchioProduttivo
COME SEMPRE I TITOLI DEL PICCOLO MISTIFICANO: ROMA NON C' ENTRAVA NIENTE; 
LA NOTIZIA ERA LA PRESA DI POSIZIONE SU PORTO VECCHIO CORRETTAMENTE EVIDENZIATA NELL' ARTICOLO E NEL RIQUADRO: 
“E, infine, c’è il piatto
forte del Porto vecchio. Il M5S
va decisamente controcorrente
rispetto alla sdemanializzazione
in corso. «Una vera sfida.
L’area, che rappresenta un settimo
della città, va recuperata.
Ma bisogna fare chiarezza sul
suo riuso. La priorità è quella
di potenziare lo strumento del
Punto Franco internazionale
previsto dal Trattato di pace
del 1947 e dal vigente Allegato
VIII. Vanno fatti i decreti attuativi.
Non possiamo farci delle
residenze. La cosa certa è che
non deve essere il consulente
chiamato da Cosolini (il sindaco
del Pd, ndr) a decidere cosa
fare del Porto Vecchio» aggiunge
Menis bocciando senza appello
l’advisor Ernst&Young.”

Quando i nostri obiettivi sono condivisi da altri è, per noi, motivo di soddisfazione: ci interessa il conseguimento del bene per Trieste e non di interessi di gruppo.
Cosa particolarmente importante se si tratta di un candidato sindaco che, a detta di tutti gli osservatori, ha concrete possibilità di arrivare al ballottaggio e vincere.
Perciò ci auguriamo che, da qui alle elezioni, anche su altri temi Paolo Menis si esprima in modo condivisibile.

domenica 3 aprile 2016

L' ITALIA E' ISOLATA DALL' EUROPA E TRIESTE CONFINATA AL SUD CON LA MATRIGNA !



L' ITALIA E' ISOLATA DALL' EUROPA E TRIESTE CONFINATA AL SUD CON LA MATRIGNA !
Trieste, con il suo porto, rischia nuovamente di trovarsi separata dal suo entroterra naturale mitteleuropeo.
Aumento di controlli ai confini anche sulle merci, con forte aumento dei costi di trasporto, esercito austriaco al Brennero.
Chi vuole a tutti i costi Trieste nello stato italiano è corresponsabile della decadenza della città e del suo precipitare nel sud dell' europa in crisi permanente ed irreversibile.