RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

venerdì 22 aprile 2016

LETTERINA AL NUOVO DIRETTORE DEL PICCOLO: ENZO D' ANTONA



Gentile direttore D’Antona,
benvenuto a Trieste.
Lei è appena arrivato e forse non sa che Il Piccolo ha nel suo DNA il nazionalismo italiano di cui è stato il principale megafono fin dalla nascita.

Ha sempre sostenuto i vari Partiti della Nazione che si sono presentati sulla scena: dai Liberal-Nazionali ai Fascisti fino all' attuale "Partito della Nazione" di Renzi.
Partiti della Nazione vecchi e nuovi: dalla destra nazionalista al renzismo.

Si è sempre schierato contro gli interessi dei cittadini di Trieste e dei lavoratori triestini e a difesa di una casta di politici e sedicente classe dirigente locale collaborazionista abituata a sostentarsi succhiando le mammelle della lupa romana e a coltivare i propri privilegi locali.

Quando si è ammantato di una patina "innovatrice" in realtà si è solo limitato ad appoggiare una fazione del potere contro l' altra.

Per questo è meglio noto in città come "Il Bugiardello".

Se Lei è venuto a portare del giornalismo onesto, come il suo curriculum fa sperare, avrà molto da lavorare, e duramente.

Noi staremo a guardare, disposti ad applaudire se il miracolo di una stampa onesta si vedrà a Trieste.
Ma sappia che, purtroppo, decenni di cattive esperienze ci hanno reso diffidenti e del Piccolo non ci fidiamo.

Non si sbilanci in dichiarazioni impegnative e soprattutto false come quella sul DNA del Piccolo, che è stata inconsapevole oggetto di ilarità generalizzata.

Si legga questo panegirico di Cosolini sul suo predecessore Possamai e capirà molto sull' indipendenza e imparzialità del giornale che dirige.

Buona fortuna.


L'articolo di congedo di Paolo Possamai sul Piccolo di oggi non è semplicemente il saluto finale di un direttore che ci lascia per affrontare nuove sfide professionali.
È una vera e propria DICHIARAZIONE D'AMORE verso questa città che, negli anni, ha conosciuto profondamente, comprendendone la grande storia, i problemi, gli errori, ma, soprattutto, il grande potenziale che sembrava fino a poco fa destinato a rimanere inespresso, senza riuscire a realizzarsi.
C'era già stata una sua appassionata dichiarazione quando, qualche settimana, fa nell'ambito delle lezioni di Laterza aveva letto la storia di Trieste attraverso i fregi dei suoi palazzi storici.
Il suo intervento di oggi ci parla, invece, di futuro. 
Un futuro che è alla nostra portata perché lo stiamo già costruendo giorno per giorno. Ci parla di una città nuova e in movimento e di una squadra, anzi, per meglio dire, di un equipaggio composto da tante persone che in diversi campi dell'economia, della scienza, della cultura, del turismo, dei servizi pubblici, hanno deciso di partecipare a questa sfida.
Ma non è la sfida di alcuni bensì quella di tutta la comunità.
Per questo a PAOLO POSSAMAI dico che il torpore e il vittimismo ce li lasciamo volentieri alle spalle perché è arrivato il momento della passione e dell'impegno. Per una Trieste protagonista.
A lui auguro nuovi successi professionali. A Trieste auguro che tanti giornalisti italiani e del resto del mondo se ne innamorino.
Al nuovo direttore del Piccolo ENZO D'ANTONA do il benvenuto e auguro buon lavoro nel dirigere un giornale che è parte del cuore pulsante della città
.




DIPIAZZAMENTE INNAMORATO ! UNA CAMPAGNA ELETTORALE ROMANTICA ! LE NONNE CON LE LACRIME AGLI OCCHI !



DIPIAZZA IL "NONNO INNAMORATO" INSISTE!
La sua campagna elettorale punta al target femminile romantico e attempato e che ama i matrimoni in chiesa e con il velo !
Per non parlare dell' affitto del Castello: come Cenerentola! WOW !
Un elegante esibizione di ricchezza in tempi di crisi e un sonoro schiaffone a chi non arriva alla fine del mese e ai giovani che non possono sposarsi per mancanza di lavoro e di casa.


Molte Nonne Triestine in visibilio e commosse per la coraggiosa scelta del coetaneo!


Ci domandiamo se il suo consulente elettorale sia la redazione di Novella 2000 o Signorini.

Da quando la politica viene gestita da questi della pubblicità invece di cercare di parlare alla testa della gente si mira a parti più basse.
Segno dei tempi e della decadenza di questa città dove una volta si parlava (anche) di programmi per il rilancio economico.
Noi che siamo ancora interessati a queste cose noiose ormai siamo dei dinosauri superati dai tempi: Viva il Gossip, Viva l' esibizione pubblica dei propri sentimenti intimi, Buttiamo in pasto la vita personale al pubblico assetato, Viva la sollecitazione delle pulsioni animali...

Pubblicità dell' INPS: nonni pimpanti


giovedì 21 aprile 2016

NO A IPOTESI FANTASIOSE SULLA "ZONA FRANCA TERRITORIALE"

COMUNICATO:
Siamo purtroppo obbligati a prendere le distanze da affermazioni elettoralistiche che stanno circolando in rete sulla "Zona Franca Territoriale" che abbiamo proposto noi ed è presente nel programma che potete consultare QUI e che alcune liste hanno adottato in tutto o in parte.


Dal momento che proponiamo contenuti seri e praticabili concretamente, non riteniamo sia corretto illudere l' elettorato con ipotesi fantasiose a soli fini propagandistici,

Avevamo proposto di ottenere la "ZONA FRANCA TERRITORIALE", in permanenza del  regime di amministrazione italiana, unificando i Punti Franchi extradoganali extra UE che già esistono, al fine di rilanciare l' economia e consentire la sopravvivenza di Trieste.


Questo comporta l' estensione a tutto il territorio del regime di extradoganalità che concretamente per le merci e i servizi vuol dire:

- esenzione IVA e alcune altre imposte indirette come accise sui carburanti
- esenzione da tasse e diritti doganali
- non applicabilità di talune tasse "territoriali" legate al territorio doganale italiano
ed altri vantaggi identici a quelli dei Punti Franchi del Porto Franco Internazionale di Trieste.

E' un regime fiscale praticamente uguale a quello che esiste dal 1910 a Livigno (clicca) che è considerata Zona Extradoganale ma dove le imposte dirette (IRPEF ecc.) si pagano come nel resto d' Italia.

L' extraterritorialità doganale della Zona Franca Territoriale ottenuta dall' ampliamento dei 9 Punti Franchi attuali, non può comportare assolutamente, purtroppo, in automatico l' esenzione dalle imposte dirette sui redditi quali IRPEF e imposte sui redditi d' impresa come taluno vuol far credere agli elettori,  VEDI QUI.

Esistono altri regimi di "zone" con esenzione dalle imposte dirette per le imprese (IRPEF nel caso di imprese individuali) insediate in Zone Franche di tipo europeo come le Zone Franche Urbane (
D.L. 19/6/2015, N.78 e Legge 296/2006, art.1) e Zone speciali come quella al Porto di Taranto, ed altre in Sardegna o attualmente richieste anche per Gorizia, che comportano anche altre esenzioni e quella per i contributi da lavoro: ma dipendono, permanendo l' amministrazione italiana, da apposite leggi promulgate dal Parlamento Italiano, che andrebbero successivamente richieste, e non discendono direttamente dal regime di extradoganalità, extra UE, ottenibile a Trieste per semplice decreto del Commissario del Governo (Prefetto).

Inoltre l' estensione del regime di extradoganalità a tutto il territorio, ovvero la Zona Franca Territoriale come da noi proposta e da altri recepita, NON comporta automaticamente maggiori entrate nel bilancio del Comune tali da consentire il rimborso ai soci COOP della quota di risparmi perduta (circa 20%) come si sostiene QUI : la ZFT di per sè NON c' entra nulla col bilancio del Comune.
Tuttavia, permettendo una forte ripresa economica, nel tempo può consentire un incremento delle entrate comunali per le normali vie fiscali.


Troviamo grave e immorale promettere rapidi rimborsi a persone già esasperate per le prese in giro subite, c
osì come promettere un' automatica ESENZIONE TOTALE DELL' IRPEF ai pensionati (calcolando pure maldestramente l' aliquota del 23% sull' intero importo senza prima togliere dall' imponibile le deduzioni e senza considerare la "no tax area" per i pensionati (€8.000) che supera il 50%: vedi link - E informarsi prima di pubblicare?).

E poi, l' "esperto" comunicatore che scrive questi post, speriamo senza supervisione, si è posto il problema di quali sarebbero le entrate del bilancio comunale se vengono abolite per tutti i cittadini (e non solo per le imprese per un periodo come avviene nelle ZFU) sia le imposte dirette sui redditi come l' IRPEF con relative addizionali che le imposte indirette come l' IVA e quelle "territoriali" ?
Si può mandare avanti il Comune, fornire assistenza ai cittadini e dare i rimborsi ai soci Coop solo con le tasse per le "scovazze"?
Si rende conto che sta dicendo che con la Zona Franca Territoriale ottenuta con l' unificazione dei Punti Franchi esistenti NON SI PAGHERANNO PIU' TASSE: NE' INDIRETTE (IVA) NE' DIRETTE (IRPEF ecc)?
E' serio e CREDIBILE promettere il paese di Bengodi senza tasse con un colpo di bacchetta magica?


Se si vuole erogare tali somme ai soci COOP bisogna indicare da quali poste del bilancio comunale ordinario si ricavano e non raccontare stupidaggini su rapide entrate al Comune derivanti dalla ZFT.

La Zona Franca Territoriale extradoganale e extra UE per i consumatori e i cittadini produce degli effetti benefici come la riduzione media dei costi di merci, carburanti e servizi intorno al 30% come avviene a Livigno, e un rapido e robusto sviluppo economico, commerciale e turistico: ma parlare di automatica esenzione della fiscalità diretta su redditi o pensioni è una scorrettezza verso gli elettori cui non vanno raccontate frottole se si vuole mantenere la propria credibilità.

Tali vantaggi riguardo l' "IRPEF" NON SONO DI COMPETENZA DEL COMUNE e potrebbero essere ottenuti solo successivamente e tramite un' azione parlamentare per avere una apposita legge che li applichi anche a Trieste così come in altre aree  secondo le citate leggi
(D.L. 19/6/2015, N.78 e Legge 296/2006, art.1) come abbiamo sempre sostenuto (vedi 2° slide sotto)

Credibilità a cui noi, di questa iniziativa informativa "Rinascita Triestina", teniamo moltissimo e pertanto siamo obbligati, nostro malgrado a prendere pubblicamente le distanze da affermazioni non vere e solo propagandistiche riguardanti punti programmatici da noi proposti.

Se altri hanno trovato dei modi per ottenere la Zona Franca Territoriale che dia in tempi brevi, tramite il Comune e senza rappresentanza parlamentare, anche le esenzioni fiscali sui redditi vantate e la possibilità di entrate comunali tali da permettere i rimborsi ai soci Coop, dovrebbero specificare quali sono.

Va chiarito una volta per tutte che l' "extraterritorialità doganale" NON è extraterritorialità "tout court": per quest' ultima ci vuole l' indipendenza con uno stato sovrano libero di decidere nuove e diverse regole fiscali nella pienezza dei suoi poteri e con un suo sistema di governo (il TLT) e non basta essere un Territorio "in amministrazione".


Anche nel regime di "territorio amministrato", quale è attualmente il Territorio di Trieste anche secondo le tesi degli indipendentisti più radicali, le norme fiscali sono, purtroppo, scritte dal Governo Amministrante italiano, nè potrebbero essere scritte da altri ovvero i cittadini essere esentati da qualsiasi tributo, cosa palesemente assurda.
Fatto salvo che non può essere addebitato il debito pubblico nazionale, come stabilito dal Trattato di Pace del 1947, cosa che invece viene fatta applicando un prelievo fiscale esagerato proprio per rientrare del debito pubblico nazionale.


Questa è la situazione oggettiva attuale, piaccia o meno.
Non vi è alcuna possibilità per il Comune o Sindaco nè di eliminare il prelievo IRPEF come promesso ai pensionati nè di ottenere tramite la ZFT maggiori entrate per risarcire i soci Coop.

Altra cosa è ottenere la Zona Franca per semplice decreto del Prefetto che accorpi i Punti Franchi.
I cambiamenti veri si fanno dicendo la verità.

La slide della presentazione del 15 gennaio e che, da sempre, illustra i vantaggi fiscali della Zona Franca extradoganale ottenuta ampliando i Punti Franchi all' intero territorio: analoghi a quelli di Livigno, non si pa
rla di IRPEF. Per averla basta un decreto del Commissario del Governo (Prefetto)

Ecco i vantaggi fiscali delle ZFU riguardanti anche l' IRPEF ecc. per le imprese. con la citazione dei dispositivi di legge. Necessita un passaggio parlamentare per estenderli a Trieste.
Non sono benefici che si possono dare per acquisiti automaticamente e non sono di competenza del Comune ma del Parlamento.



Lo stesso nonno per tutti...







ZONA FRANCA TERRITORIALE: I VANTAGGI PER I CONSUMATORI.



Stanno girando in rete delle stime dilettatentesche sui vantaggi della Zona Franca Territoriale e che ne riducono la portata.
Eppure il calcolo è semplice: basta prendere i prezzi correnti a Livigno dove è operativa da decenni (vedi link QUI ) e confrontarli con la media rilevabile dal Sole 24 ore e da altri siti.
E' quello che abbiamo fatto.



I PREZZI ODIERNI DELLA ZONA FRANCA TERRITORIALE DI LIVIGNO DI ALCUNI GENERI DI PARTICOLARE INTERESSE SIA PER I TURISTI CHE PER I RESIDENTI:
BENZINA € 0,887 ANZICHE' €1,457 = MENO 39%
GASOLIO € 0,704 ANZICHE' €1,261 = MENO 44%
SIGARETTE STECCA DA 10 € 30 ANZICHE' € 50 = MENO 40%
ZUCCHERO € 0,72 ANZICHE' € 1,20 = MENO 40%

CAFFE' LAVAZZA crema gusto 500 gr. € 3,95 ANZICHE' € 8 = MENO 51%

Naturalmente anche tutti gli altri prodotti e servizi (trasporti, alberghi, professionisti, assicurazioni ecc.) sono a prezzi ribassati, in alcuni casi molto di più perchè l' IVA sarebbe in molti casi elevata.
Sul sito segnalato trovate anche tanti altri prodotti: da abbigliamento di lusso a elettronica.

IN OGNI CASO I PRODOTTI NELLE ZONE FRANCHE NON SONO SOGGETTI A IVA, IMPOSTE DOGANALI D' IMPORTAZIONE, ACCISE E TALUNE IMPOSTE "TERRITORIALI" INOLTRE RISENTONO DEL BASSO COSTO DEI TRASPORTI (ESENTI IVA) E DEI CARBURANTI: SI CALCOLA UN VANTAGGIO MEDIO INTORNO AL 30%.
Va inoltre tenuto conto dell' effetto di forte stimolo su turismo, commercio e attività che ha una tale convenienza.

A Trieste si può fare semplicemente allargando e collegando i 9 Punti Franchi extradoganali già esistenti, con decreto del Prefetto (Commissario del Governo).
E l' Unione Europea non può dire niente perchè sono extra UE e derivanti dal Trattato di pace del 1947 che è antecedente: infatti esattamente un anno fa è stato allargato il Punto Franco in Porto Nuovo e la UE non ha detto nulla.




mercoledì 20 aprile 2016

RIGASSIFICATORE DI TRIESTE: QUALCOSA BOLLE IN PENTOLA - STA ARRIVANDO L' APPROVAZIONE DEL GOVERNO?

#NoRigassificatore #Trieste
AUMENTARE IL LIVELLO DI VIGILANZA
Interrogazione parlamentare di Aris Prodani (clicca QUI), in cui, tra l' altro, si rileva:
"l sito del Ministero dell’Ambiente- Valutazioni Ambientali VAS – VIA – riporta che, in relazione al “Metanodotto Trieste-Grado-Villesse: Sealine Trieste-Grado DN 800 (32″) + Tratto Grado-Villesse DN 1050 (42″) – 75 bar” il Parere CTVIA sia stato emesso e che il provvedimento sia “in predisposizione”. Il Progetto, finalizzato al collegamento del terminale GNL con il nodo della rete nazionale dei gasdotti Snam Rete Gas di Villesse, è considerata opera indispensabile e funzionale alla realizzazione del rigassificatore di Zaule proposto dalla società Gas Natural."

TRIESTE MITTELEUROPEA NELL’ EUROPA DEL SUD? Il Corriere della Sera parla della situazione, che è seria.


E’ interessante notare come un argomento di cui noi parliamo da mesi stia raggiungendo la stampa nazionale e ufficiale.
Oggi il Corriere della sera pubblica un interessante articolo di Alberto Alesina e Gianfranco Giavazzi che trovate cliccando QUI .

La tesi dei due noti economisti è semplice: il referendum per l’ uscita dell’ Inghilterra dalla UE darà una spinta al processo, già in corso, della creazione di due europe: una del Centro Nord prospera e una Mediterranea del Sud sottosviluppata e in crisi.
Di questo è simbolo tangibile la chiusura delle frontiere con l’ Austria.

L’ Italia deve decidere dove vuole stare, ma non è certo che il club dell’ europa centrale e del Nord, che avvia un processo di integrazione al suo interno, la voglia: sia per la situazione politica che per quella economica, in cui brilla la grave situazione del sistema bancario e l’ assenza di una ripresa.

Anche Trieste, sosteniamo noi, deve decidere dove vuole stare: se nell’ europa mediterranea del Sud con l’ Italia o in quella centrale “mitteleuropea” in cui è nata e si è sviluppata e da cui una guerra e una classe dirigente locale collaborazionista l’ ha staccata.

Fra un po’ di tempo il problema si porrà concretamente e non saranno tempi facili.

Ma già nelle prossime elezioni può essere data una prima  indicazione mandando a casa i Partiti della Nazione sia di destra che di sinistra.

Ecco alcuni brani salienti dell’ articolo:


C’è il rischio di uno sgretolamento dell’Unione con un «centro» che si isola e si integra da solo. Il muro eretto alla frontiera del Brennero è un simbolo sinistro.
“l’Italia è pronta a essere parte integrante di questo processo o vogliamo abbracciare il destino della periferia? Vogliamo essere inclusi, se questo dovesse succedere, in un’Europa del centro-nord più piccola ma più integrata, o preferiamo la strada «mediterranea»?”

Se, dopo l’uscita della Gran Bretagna e per evitare l’implosione dell’Unione, Francia e Germania attivassero la previsione dei Trattati europei che consente ad alcuni Stati membri di procedere da soli attraverso «cooperazioni rafforzate» in alcune aree — ad esempio nominando, come già hanno proposto, un unico ministro dell’Economia — l………. La domanda che, ci piaccia o no, si potrebbe porre già la prossima estate è se a quel piccolo gruppo convenga includere l’Italia. “

Per quanto riguarda la stabilità finanziaria, 
governo e Banca d’Italia sembrano sottovalutare la gravità della situazione di alcune nostre banche
. La soluzione proposta la scorsa settimana (Fondo Atlante ndr)— la seconda dopo il decreto sulla garanzia per le sofferenze bancarie varato solo un mese fa, sostanzialmente inutile, e già dimenticato — ha un difetto di fondo. Cerca di risolvere i problemi di alcune banche sostanzialmente fallite trasferendone i problemi sulle banche sane. Non bisogna poi sorprendersi se i prezzi di Borsa di queste ultime soffrono.

IL PICCOLO: CAMBIO DI DIRETTORE, SPERIAMO ARRIVI UN GIORNALISTA



Il cambio del direttore al Piccolo, in periodo elettorale, non è un avvenimento insignificante visto il monopolio dell’ informazione esercitato insieme alla RAI, nonostante  diffonda ormai solo 24.000 copie e si parli di fusione col Messaggero Veneto di Udine.

E’ veramente assurdo che per leggere certe notizie che ci riguardano da vicino sia necessario leggere il Messaggero della capitale friulana. 
Facciamo l’ esempio della richiesta di  ZONA FRANCA a Gorizia e nell’ Isontino che viene richiesta da tutti i partiti (PD compreso) e tutte le istituzioni (vedi qui), e di cui a Trieste non si deve sapere nulla perché la ZONA FRANCA E’ UN ARGOMENTO TABU’ per i gruppi di interesse locali di cui il direttore Possamai si è fatto megafono. 

In questi sette lunghi anni Possamai si è fatto propagandista del pensiero unico secondo cui il regime di Porto Franco era “inutile e superato per la portualità moderna” (copyright Pacorini candidato del Centro Sinistra): c’è voluto un movimento di massa come quello indipendentista con  l’ arrivo di un tecnico onesto da Verona, il commissario D’Agostino, per cominciare a valorizzare il Porto Franco.
Porto Franco tanto sconosciuto in Italia che nemmeno il Commissario sapeva che ci fosse a Trieste e che appena gli scorsi giorni sono state fatte le prime iniziative per farne conoscere l’ esistenza in luoghi lontani come Udine e Vicenza.
Questa è responsabilità non solo dello Stato Italiano ma anche di una classe dirigente locale da sempre abituata a succhiare le mammelle della lupa romana e a promuovere i propri provincialissimi tornaconti invece di pensare al bene di Trieste.

Di questa classe dirigente e politica al potere, da sempre fautrice del Partito della Nazione che attualmente è il PD, Possamai si è fatto portavoce con campagne martellanti sia per propagandare come “futuro della città” quelle autentica fesseria economica e progetto speculativo che è la sdemanializzazione, privatizzazione e urbanizzazione di Porto Vecchio, sia per denigrare continuamente e tacciare di immobilismo il movimento popolare indipendentista che invece sosteneva la centralità economica del Porto Franco Internazionale.

Il fatto che un post non dovrebbe superare le 600 parole ci impedisce di scrivere un romanzo sulle imprese giornalistiche di Possamai e di come abbia ridotto Il Piccolo ad un penoso bollettino della parte renziana, e soprattutto serracchianiana, del PD inondando i lettori di quotidiane immaginette sorridenti della Serracchiani.
Celebri i suoi scambi epistolari pubblici con Debby e gli articoli, come quello di domenica scorsa sulla Festa del Mare che “dimentica” l’ identità mitteleuropea di Trieste per tirare la volata a Cosolini.

Giornalisticamente il Piccolo è diventato una autentica schifezza faziosa e supponente.
Se ai tempi di Alessi era un giornale nazionalista, fascistoide e bugiardo adesso è veramente solo un “bugiardello del quartierino”.

Enzo D’ Antona, il nuovo direttore che arriva per un avvicendamento interno,  ha un curriculum giornalistico degno di rispetto e noi speriamo porti una ventata di giornalismo vero al Piccolo, slegato da gruppi di interesse locali.

Non siamo così ingenui da non sapere che ogni giornale ha una sua linea politica, ma speriamo che almeno vi sia una maggior circolazione delle idee: staremo a vedere.

A proposito di circolazione di idee: da due anni ci sgoliamo on-line e altrove, per far conoscere le opportunità della “Nuova Via della Seta” di Pechino per il rilancio del nostro Porto Franco Internazionale e della città intera, e per segnalare come il progetto di Off-Shore di Venezia miri proprio a questo (oltre che ai due miliardi per la costruzione): il Piccolo NON ne ha mai parlato.

Solo oggi Possamai, nel suo “testamento politico”,  lo cita ma solo  per un iniziativa che attribuisce a  “ l’ex sottosegretario Antonione, il presidente Paniccia “....
Finora silenzio per non disturbare il manovratore di  Venezia…

Stiamo notando che, piano piano, i contenuti del movimento popolare indipendentista che noi, umilmente, cerchiamo di raccogliere e strutturare in programma stanno cominciando a diffondersi: la valorizzazione e la centralità del Porto Franco, il ruolo di cerniera fra Oriente e Occidente e l’ attenzione alla Nuova Via della Seta, la riconversione delle lavorazioni inquinanti della Ferriera in attività portuali e logistiche, l’ utilizzo dei Punti Franchi per stimolare insediamenti produttivi.
Questo diffondersi di contenuti è un bene che contribuisce a dare un futuro a Trieste.

Ma parlare di “Primavera di Trieste” come fa Possamai oggi riferendosi alle imprese della sedicente classe dirigente locale è un falso, oltre a portare sfiga vista la fine di altre Primavere tra cui quelle Arabe.

Basta girare per la città con oltre 400 negozi chiusi, fra cui diversi storici, disoccupazione in aumento, giovani che se ne vanno e calo demografico: non è una “primavera” ma una crisi senza precedenti. 

Basti pensare che dalle elezioni comunali del 2011 ci sono 25.000 elettori in meno su 185.000 (il 13,6% in meno in 5 anni !) , in una città di meno di 205.000 abitanti  che ha immobili e strutture per 350.000 abitanti, e in cui degli scellerati vogliono immettere un’ area enorme come Porto Vecchio, pari a un quarto della attuale, con un milione di metri cubi di costruito con negozi e abitazioni che farebbe crollare il valore e condannerebbe al degrado l’ esistente.
Questa sarebbe  la “Primavera” di Possamai.

Speriamo che arrivi un direttore che voglia fare del giornalismo e non solo propaganda.

foto: Cosolini Ringrazia, ovviamente


martedì 19 aprile 2016

NON SVILIRE IL GRANDE FESTIVAL INTERNAZIONALE “LA CULTURA MITTELEUROPEA INCONTRA IL MARE”


Venti giorni fa, su questo blog, abbiamo lanciato l’ idea di un grande evento culturale internazionale che proiettasse Trieste sulla ribalta internazionale:  UN GRANDE FESTIVAL INTERNAZIONALE “LA CULTURA MITTELEUROPEAINCONTRA IL MARE (link)

            
E la abbiamo ribadita il 4 aprile, QUI (link).

Domenica 17 sul Piccolo troviamo un paginone del direttore Possamai che ne storpia i contenuti proponendo una “Festa del Mare” in cui non viene nemmeno nominata la Mitteleuropa.
Un paginone fatto apposta per tirare la volata a Cosolini che lunedì 18  riprende la “Festa del Mare” in un suo articolo sul Piccolo, quasi ne fosse un giornalista.

Questi duetti e cinguettii coi politici del PD sono una specialità di Possamai che fortunatamente domani ritorna al suo Nord Est lasciando il posto a un nuovo direttore che ci auguriamo voglia sollevare il Piccolo dal suo deplorevole stato di bollettino parrocchiale del PD.

Ma torniamo alla storpiatura di una buona idea.
E’ un’ assurdità parlare di una generica  “Festa del Mare” per Trieste  senza  accennare una sola volta,  in un paio di pagine di giornale, che Trieste era SOPRATTUTTO il porto dell’ Impero e lo sbocco sul Mediterraneo della Mitteleuropa.

Di città di mare e di porti ce ne sono migliaia  ma solo una, Trieste, è stata e continua ad essere il PUNTO D’ INCONTRO E DI SCAMBIO tra l’ Europa Centrale, il Mediterraneo e l’ Oriente.
E non con un’ Europa Centrale qualsiasi, ma con quella di Vienna che ha prodotto il meglio della cultura mondiale di fine ottocento e inizi novecento e che, con la diaspora dopo i tragici eventi bellici del secolo scorso, si è disseminata in tutto il mondo in ogni campo dello scibile: dalla letteratura, alla scienza, dalla psicanalisi all’ economia.

In tutto il mondo e per tutto il ‘900 nelle figure di spicco delle eccellenze  culturali e scientifiche si scoprono le radici nell’ Austria dell’ Impero.

La bellezza di Trieste sta nei palazzi progettati dagli stessi architetti di Vienna, Praga  e Budapest affacciati sul mar Mediterraneo.
Un caso unico al mondo di “fusion” culturale, estetica e architettonica.
Ne parla il bel libro “Trieste e l’ Impero – la formazione di una città europea” degli architetti Fulvio Caputo e Roberto Masiero edito da Marsilio nel 1987 per la collana della Cassa di Risparmio di Trieste (foto sotto).

Dicevamo : “ La maggiore attrazione di Trieste è proprio la sua identità MITTELEUROPEA, il complesso e unico clima culturale che ha prodotto e alimentato giganti della letteratura mondiale come Joyce, Saba, Svevo.
Che ne ha fatto, con Weiss, il centro da cui la Psicanalisi da Vienna ha raggiunto il mondo latino.

I turisti vengono  in massa a visitare Miramar, eredità degli Asburgo, non certo i ruderi romani che si trovano, più belli, ovunque.

Però questa identità mitteleuropea, molto rinomata fuori Trieste, qui è stata soffocata in nome di un nazionalismo provinciale e ottuso.

E’ ora di riscoprire e valorizzare questo nostro autentico tesoro nascosto, nascosto come lo è stato il Porto Franco Internazionale che appena adesso l' Autorità Portuale comincia a far conoscere anche a zone vicine come il Friuli e il Veneto.

E’ il particolarissimo e  unico incontro / confronto fra culture, nazionalità, religioni ed etnie che costituisce la nostra speciale identità e rappresenta l’ elemento di attrazione mondiale: non certo ridurre tutto a un rapporto col mare e la marineria come avviene in mille altre città.
Ridurre l’ evento internazionale che Trieste si merita ad una “Festa del Mare” seppure con l’ aggiunta della marineria (e dell’ immancabile enogastronomia di Cosolini) può essere solo l’ idea di un  giornalista di Vicenza  che non ha capito niente di Trieste e di un  candidato sindaco  in cerca di voti tricolori per il ballottaggio.
Tanto vale fare una “Sagra della Sardella” in Porto Vecchio che poi è quello che al massimo realizzeranno.

Dicevamo 20 giorni fa e ribadiamo:
Bisogna che la nuova Amministrazione Comunale promuova a Trieste, un grande Festival Internazionale sul tema 

“LA CULTURA MITTELEUROPEA INCONTRA IL MARE“,
con frequenza annuale, invitando a partecipare esponenti della letteratura, della musica, delle arti dei paesi con cui Trieste ha intrattenuto rapporti tramite il suo Porto Franco Internazionale, sia nell' entroterra mitteleuropeo sia con le destinazioni delle rotte tradizionali.
Per esaltare la funzione di cerniera che la nostra città ha avuto - e potrà tornare ad avere - negli scambi non solo commerciali ma anche culturali, fra la Mitteleuropa ed il mondo intero, fra Oriente ed Occidente europeo. 
Un ultimo appunto: Menis del M5S ha recepito nel programma l’ idea di una grande iniziativa culturale di questo genere ma il resoconto del Piccolo di domenica la riduce a una specie di rivitalizzazione del “Festival dell’ Operetta”: l'idea dell’ Operetta ci sta in questo contesto mitteleuropeo ma bisogna tener presente che si tratta di un genere ormai privo di sviluppi contemporanei.

Tutt’ altra cosa per altri settori culturali come, ad esempio, la letteratura che continua a produrre figure contemporanee di spicco mondiale.
Ne citiamo solo tre: Claudio Magris scrittore e germanista tipicamente mitteleuropeo, Boris Pahor scrittore e memorialista di nazionalità slovena, Susanna Tamaro scrittrice di grande successo e, non tutti ricordano, nipote di Italo Svevo (Italo= italiano, Svevo= tedesco: pseudonimo di Aron Hector Schmitz, ebreo).

Consigliamo a tutti la lettura di "Trieste un' identità di frontiera" di Angelo ARA e Claudio MAGRIS (Einaudi 1987- il cui manoscritto chi scrive ha inviato all' editore di Torino e di cui  ha organizzato la presentazione all' Auditorium, allora aperto, con oltre 1.500 partecipanti, per dare un' idea dell' interesse suscitato) e che così recita nell' introduzione: "Trieste, forse piú di altre città, è letteratura, è la sua cultura»: profondamente triestine, e insieme internazionali, di una modernità che oggi possiamo intendere meglio, sono le figure che campeggiano in queste pagine: Svevo, Saba, Slataper, e poi i fratelli Stuparich, Michelstaedter, Weiss, Benco, Marin, Quarantotti Gambini, Bazlen e altri ancora."
Foto:
1) L' articolo pubblicato ieri nella Cronaca della Città, pag. 19 del Piccolo, e firmato Cosolini come se fosse membro della redazione (di fatto lo è: si tratta del bollettino della Ditta) in cui sfrontatamente parla di Rinascita e di Festival, citando l' articolo preparatorio di Possamai il giorno prima.
2 e 3) i libri citati.







lunedì 18 aprile 2016

REFERENDUM, ASTENSIONISMO E COMUNALI


IL RAGGIUNGIMENTO DEL BALLOTTAGGIO  ALLE COMUNALI PER LE FORZE “ANTISISTEMA” E’ POSSIBILE  MA NON SARA’ UNA PASSEGGIATA -
ATTENZIONE A NON "LAVORARE  PER IL NEMICO".


I risultati a Trieste del referendum suggeriscono una riflessione dettagliata.
L’ area di Governo ha vinto alimentando l’ antipolitica peggiore: quella dell’ astensionismo  cioè della passività e del disinteresse dei cittadini  verso la cosa pubblica.


E’ una deriva antidemocratica pericolosa che può estendere la sua influenza anche alle Comunali favorendo l’ astensionismo già alto (intorno al 50%) e di conseguenza i partiti che hanno clientele costruite con favori:  “truppe cammellate” che, ovviamente, le formazioni antisistema non hanno.

I risultati di Trieste sono in linea con quelli nazionali: al Referendum ha votato solo il 32,2% degli aventi diritto, che dal 2011 sono calati di ben 25.266 unità (da 183.952 a 159.986) riflettendo un PESANTE CALO DEMOGRAFICO IN ATTO soprattutto dei Triestini.

Tuttavia hanno votato per il SI  43.707 cittadini (e al voto sono andati 51.000 elettori): i dati li trovate QUI  .

Teniamo  conto che alle precedenti Comunali, con 25.000 elettori in più,  i contendenti sono andati al ballottaggio con i seguenti voti: Cosolini 32.623 e Antonione 23.724: i dati li trovate QUI.

Inoltre alle politiche del  2013 il M5S, che è la forza politica di peso che più decisamente si è spesa per il SI al Referendum,  ha preso 33.096 voti ( come trovate QUI ).

Vi è pertanto la concreta possibilità per il M5S di andare al BALLOTTAGGIO, e poi, con la strada in discesa, vincere e mandare a casa i partiti e la classe dirigente che ha ridotto Trieste all’ ombra di se stessa.

Per quanto riguarda l’ area indipendentista – autonomista il nostro sondaggio interno chiarisce che la maggioranza non ritiene possibile arrivare al ballottaggio (vedi QUI), cosa impossibile anche per le formazioni alla sinistra del PD tra cui la
 "Sinistra per Trieste" di Prodani e Sossi.

Interessanti anche le considerazioni di FAQ Trieste, da cui abbiamo rubato la foto, e che trovate QUI.


Dunque il ballottaggio si giocherà tra tre protagonisti: Cosolini, Menis e Dipiazza che alcuni sondaggi e stime danno grosso modo allo stesso livello di probabilità di successo.

Menis  del M5S ha presentato il programma negli scorsi giorni: un programma che si incentra sul Punto Franco  e sullo sviluppo economico e dei posti di lavoro.
Lo analizzeremo in un prossimo post ma, anche sulla base di quanto già espresso pubblicamente ( vedi QUI) ci sono molti punti di contatto e condivisione con i nostri CINQUE PUNTI PER TRIESTE , ora diventati 6.

IL RISCHIO DELLE COMUNALI E’ CHE, PER UNA MANCIATA DI VOTI,  VADANO AL BALLOTTAGGIO COSOLINI E DIPIAZZA, lasciando ai margini e consegnando all’ irrilevanza politica sia il M5S che gli Indipendentisti che la Sinistra tra cui la "Sinistra per Trieste" di Prodani - la legge elettorale premia la coalizione vincente e penalizza gli altri - e perpetuando un sistema politico mortale per Trieste se prolungato per altri 5 anni.


Va iniziata una riflessione su come evitare il rischio che, per una manciata di voti dispersi, si perda l' occasione di iniziare una nuova fase storica per Trieste, trampolino e periodo di transizione indispensabile per obiettivi più ambiziosi e in attesa che il movimento indipendentista e autonomista sia in grado di esprimere una rappresentanza politica più coesa in grado di far conoscere e realizzare un programma di governo praticabile concretamente, invece di tre liste in concorrenza distruttiva, spesso non in grado di elaborare autonomamente un programma che vada oltre gli slogan.