RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

sabato 28 maggio 2016

XE PIU' MINISTRI CHE LUGANIGHE A TRIESTE PRIMA DELLE ELEZIONI ! - RIDI, RIDI CHE IL 5 GIUGNO ARRIVA IL CONTO ANCHE DEGLI SHOW ELETTORALI A SPESE DEI CONTRIBUENTI !


       
La Banda di Porto Vecchio con l' imitatore di Crozza.

P.S.
La "sinistra" del PD, che tanto scalpita e non combina niente, voterà Cosolini dopo questi show e abbracci  a spese dei contribuenti?
Che dice il triestino Cuperlo?
E che dice il lettiano Russo, marginalizzato come il suo capo?
Li tenterà il "voto disgiunto" per Menis ?(Fassina a Roma ha già deto che al ballottaggio voterà Raggi M5S).
Voteranno Sossi o
 faranno gli astensionisti?

RENZI A TRIESTE "La cultura del "non si può" è andata in pensione. SI PUO' ANZI SI DEVE» MANDARLI A CASA !


RENZI A TRIESTE, OGGI, HA  DETTO:

"La cultura del "non si può" è andata in pensione. SI PUO' ANZI SI DEVE»: MANDARLI A CASA !

RICORDALO IL 5 GIUGNO !





SPUDORATI ! PORTO VECCHIO SOTTO CONTROLLO DELLA SERRACCHIANI E DEL PD COME LA FERRIERA - RENZI A TRIESTE PER QUESTA PORCHERIA E PER UNO SPOT ELETTORALE A SPESE DEI CONTRIBUENTI !

Lo avevamo anticipato ieri  QUI ma oggi ne trovate conferma sul Piccolo, che usa parole di miele e vaselina per mascherare la truffa del PD ai danni del Comune di Trieste, che Cosolini sta per perdere visti i pronostici elettorali (il testo completo alla fine).

Viene istituita la "Cabina di Regia", termine con cui si dissimula un Comitato di Controllo, che il Comune non potrà nemmeno convocare perchè la gestione sarà della Regione, d' intesa col Governo, che avrà pure i cordoni della borsa.


E' un' ipoteca ed un "commissariamento" preventivo, riguardo Porto Vecchio, sul nuovo sindaco che uscirà dalle elezioni del 5 giugno. E che noi speriamo non sia nè Cosolini nè Dipiazza che hanno posizioni simili e speculari.
Perchè vogliamo che il Comune realizzi un UTILIZZO PRODUTTIVO di Porto Vecchio e non speculativo e "fantaturistico"
Altro che autonomie: è neocentralismo allo stato puro!

I cittadini hanno già visto cosa vuol dire avere la Serracchiani e la Regione come "commissario"alla Ferriera di Servola.

E anche come controllore sulle Cooperative Operaie di Trieste poi svendute alla Lega delle Cooperative controllata dal PD ( Nordest e Conad).
I cittadini sanno cosa possono aspettarsi anche in questo caso.

Renzi presenta questo papocchio antidemocratico dichiarando: "Con la firma di oggi, insieme alla presidente Debora Serracchiani, sblocchiamo 50 milioni di euro di investimenti per il Porto vecchio".
Ma allora avevamo ragione a dire che nessun stanziamento del CIPE era operativo, per quanto strombazzato, se lo sbloccano solo adesso che mettono tutto nelle mani della Serracchiani: altro che 50 milioni già erogati !
Ed è tutto ancora da vedere concretamente !

E la ciliegina sulla torta è che questa porcheria viene usata per fare uno spot elettorale per Cosolini usando i soldi dei contribuenti e abusando della visibilità delle cariche pubbliche e del monopolio stampa che c'è a Trieste.


Hanno fatto bene a chiudere l' accesso a Porto Vecchio per il periodo della firma: robe così si devono fare di nascosto.

Organizziamoci per punirli con il voto: astenersi fa il loro gioco.


Ecco il testo dell' articolo:
Sarà la prima cabina di regia per la riqualificazione del Porto vecchio quella che il premier Matteo Renzi inaugurerà questo pomeriggio a Trieste. Il protocollo d’intesa che verrà sottoscritto tra Presidenza del Consiglio dei ministri, Regione Friuli Venezia Giulia, Comune di Trieste e Autorità portuale apre sostanzialmente un tavolo a quattro gambe sul quale è già in bella evidenza il primo “chip”: 50 milioni di euro che è il finanziamento già approvato dal Cipe su proposta del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Il protocollo detta in particolare le linee allo scopo di individuare modalità e percorsi operativi condivisi per: individuare le soluzioni relative alle tematiche delle aree soggette a usi governativi; adempiere agli obblighi in materia catastale; adempiere agli obblighi in materia tavolare; definire le tematiche fiscali; elaborare il Piano strategico di valorizzazione e predisporre gli strumenti urbanistici; effettuare il monitoraggio e l’eventuale revisione dei vincoli insistenti sull’area; ricercare le risorse e acquisire finanziamenti per provvedere alla progettazione e realizzazione delle opere di urbanizzazione e infrastrutturazione nel Porto vecchio; individuare idonee forme di ristoro delle spese sostenute dal Comune di Trieste; esaminare e definire ogni altra tematica che dovesse manifestarsi, necessaria per la realizzazione del programma di interventi. Nello stesso documento si prevede anche che «la Regione concorda con il Comune di Trieste, tenuto conto degli stati di avanzamento dell’iniziativa, i criteri, le modalità e la tempistica di trasferimento delle risorse finanziarie di cui alla deliberazione del Cipe». Entro trenta giorni dalla firma, viene istituito il Tavolo dei sottoscrittori composto da un rappresentante di ciascuna parte, coordinato dal rappresentante della Regione. Anche in questo caso dunque, come già accaduto per l’Accordo di programma sulla crisi industriale complessa che include anche la Ferriera, un ruolo cruciale dunque viene giocato dalla governatrice Debora Serracchiani. Il Tavolo però è sempre convocato a richiesta della Presidenza del Consiglio o di almeno due delle altre parti e ha il compito «di assicurare la corretta ed efficace attuazione del presente atto, monitorare lo stato di attuazione del medesimo, proporre alle parti l’attivazione, in coerenza con il principio leale di collaborazione, dei poteri sostitutivi e definire eventuali ulteriori linee di intervento». Si prevede anche che «a supporto dei lavori e delle attività del Tavolo possono essere invitati i rappresentanti di altre amministrazioni e enti, a seconda delle tematiche da affrontare e delle competenze in materia», oppure «le organizzazioni e le strutture amministrative delle parti, ciascuna per le rispettive competenze». Si sottolinea infine che «possono aderire al presente atto, con il consenso delle parti, altre amministrazioni o enti la cui partecipazione e azione sia necessaria o comunque opportuna per la compiuta realizzazione delle attività e degli interventi previsti». Nelle premesse tra l’altro si rileva che «il Friuli Venezia Giulia rappresenta un’area di grande interesse per l’Italia anche in relazione ai collegamenti, alle relazioni e agli scambi con le aree mitteleuropee e dell’Est Europa» e anche che «è presumibile la necessità dell’intervento non solo delle articolazioni locali dell’amministrazione statale, ma anche di quelle centrali nella complessa e delicata opera di valorizzazione delle aree del Porto vecchio». Sotto questo documento porranno oggi la firma Matteo Renzi, Debora Serracchiani, Roberto Cosolini e Zeno D’Agostino. Già nella riunione di ieri mattina la giunta comunale (a fine mandato, ndr) ha approvato all’unanimità (era assente solo l’assessore Roberto Treu) lo schema del protocollo d’intesa. «C’è anche una novità di metodo che va messa in luce - ha voluto alla fine rimarcare Cosolini - mentre solitamente si fa un accordo e poi si cerca di avere gli stanziamenti, in questo caso la questione si è ribaltata: il primo finanziamento è già concreta realtà nel momento in cui si passa a firmare il documento».

EPIDEMIA DI GOBBE A TRIESTE ! DOPO LA PIAZZA ANCHE GLI SCALINI DI MIRAMAR ! "E PER PAURA CHE I TORNI / DIPIAZZA O COSOLINI / IERA GOBBI ANCHE I SCALINI..."


Notizie allarmanti si diffondono a Trieste dopo la "Gobba Davanti al Municipio"… gobbe si segnalano ovunque.

Al parco di Miramar si ingobbiscono anche gli scalini.

Abbiamo chiesto uno “studio preliminare” al prestigioso advisor Ernesto & Jure che così ha sentenziato:

"E PER PAURA CHE I TORNI  
DIPIAZZA O COSOLINI
IERA GOBBI ANCHE I SCALINI
IERA GOBBI ANCHE I SCALINI

...LA FAMIGLIA DEI GOBBON !"

In attesa di ulteriori sviluppi dell' epidemia ed essendo preoccupati per le conseguenze dell’ arrivo di Renzi, sicuramente un “colpo gobbo” del PD a spese dei contribuenti, ringraziamo l’ Advisor E&J per la consulenza eccezionalmente gratuita che fa risparmiare all’ erario i soliti € 180.000 dovuti per ogni stronzata dell' advisor.


(sul prossimo post un reportage sulla Savana di Miramar con il gioco "Scopri dov'è la panchina nella jungla")




venerdì 27 maggio 2016

FERRIERA - COSOLINI DICE BALLE: IL PIANO ALTERNATIVO PER UN TERMINAL PORTUALE E' DI ALPE ADRIA SOCIETA' PUBBLICA DELL' AUTORITA' PORTUALE E REDATTO DA ESPERTI DI PRIM' ORDINE - 1.647 NUOVI POSTI DI LAVORO - FINALMENTE SI PARLA ANCHE DELL' ALTERNATIVA OCCUPAZIONALE ! ERA ORA !


Cliccando QUI trovate l' articolo del Piccolo.

Cosolini dice balle: il piano del nuovo terminal portuale è di Alpe Adria società dell' Autorità Portuale, redatto da esperti di prim'ordine, e prevede a regime 1.647 nuovi posti di lavoro.
E' stato recepito in gran parte dallo stesso gruppo Lucchini, il precedente proprietario della Ferriera, che prevedeva la riconversione dell' area in modo più radicale che la sola chiusura dell' "area a Caldo".


Fa piacere che il Comitato 5 Dicembre finalmente si ponga il problema dei posti di lavoro e dell' alternativa occupazionale (vedi QUI), cosa che prima rifiutava in linea di principio entrando anche in una forte polemica con noi.

Tuttavia sbaglia a dire che "
OGNI ALTRA FORZA POLITICA ORA E' PREFERIBILE AL PD", come dice QUI (clicca) lasciando così spazio a Dipiazza e al Centro Destra in genere.

In realtà anche il Centro Destra fa governato per anni Comune, Regione e Governo centrale ed adesso suona la campana pure per lui:
ENTRAMBI DI "PARTITI DELLA NAZIONE" A CASA !




L' ULTIMO SONDAGGIO PERVENUTO CONFERMA LA NOSTRA POSIZIONE SUL VOTO DISGIUNTO

LA FONTE E' ATTENDIBILE, MA IN QUESTI GIORNI E' VIETATO CITARLA.
La nostra posizione la trovi cliccando QUI.


UN TESTO DEL GRANDE SOCIOLOGO Zygmunt BAUMAN per i nostri lettori - DA DOVE NASCE IL "POPULISMO" (come dicono adesso, sbagliando) CHE SOSTIENE DONALD TRUMP? DA POVERTÀ, DISOCCUPAZIONE E DELOCALIZZAZIONE - VI RICORDA QUALCOSA?

VOLETE SAPERE DA DOVE ARRIVA IL DESIDERIO DEGLI AMERICANI DI VOTARE “L’UOMO FORTE” TRUMP? - 

VI  RICORDA QUALCOSA?

Testo di Zygmunt Bauman pubblicato dal “Corriere della Sera” (Traduzione di Rita Baldassarre)

Uno spettro si aggira nella terra della democrazia: lo spettro di un Uomo (o Donna) forte.
Come suggerisce Robert Reich, nel suo «Donald Trump e la rivolta della classe ansiosa», quello spettro (che nel caso in questione indossa le vesti di Donald Trump, benché non disdegni di indossare molti e variegati costumi, sia popolari che nazionali) nasce (proprio come Afrodite emerse dalle onde spumeggianti del Mar Egeo) dall' ansia che di questi tempi sta attanagliando «la grande classe media americana», oggi impaurita dalle «elevatissime probabilità di finire in miseria».
Robert ReichROBERT REICH

Due terzi dei cittadini americani oggi vivono con i soldi contati e la stragrande maggioranza rischia di perdere il posto di lavoro da un momento all' altro. Molti ingrossano le file della manodopera «a chiamata» - lavorano cioè quando sono necessari, si accontentano dei compensi che gli vengono offerti, a discrezione del datore di lavoro. Eppure, queste stesse persone, nel momento in cui non riescono più a pagare l' affitto o il mutuo della casa, rischiano di precipitare nel baratro.

donald trump miss usaDONALD TRUMP MISS USA
Questi «due terzi degli americani» sono costretti a camminare sull'acqua, squassati da venti di tempesta non meno impetuosi di quelli che agitavano il Mar di Galilea, descritti nel Vangelo di Matteo. Nelle parole dell' evangelista, camminare sulle acque era una questione di fede: ma oggi la «classe ansiosa» di Reich non sa più in che cosa riporre la sua fiducia. «Le reti di sicurezza sono piene di buchi. La maggior parte di coloro che perdono il lavoro non ha nemmeno diritto alla disoccupazione. Il governo non fa nulla per proteggere il lavoro, impedendo che le aziende delocalizzino in Asia oppure che i posti di lavoro vengano presi da immigrati clandestini disposti a lavorare per meno».

«TRUCCHI DA IMPOSTORE»
Tuttavia, osserva Reich, affidarsi all' onnipotenza dell' uomo forte rappresenta un «sogno impossibile», e se Trump è riuscito a guadagnarsi la fiducia dell'elettorato, lo ha fatto ricorrendo a «trucchi da impostore».

trump annuncia la sua candidatura alle presidenzialiTRUMP ANNUNCIA LA SUA CANDIDATURA ALLE PRESIDENZIALI
Eppure, la chiamata a raccolta della «classe ansiosa» per stringersi attorno al mago, che li inganna facendo balenare ai loro occhi quel sogno impossibile, non rappresenta necessariamente una reazione scontata e inevitabile. La risposta alla domanda posta di recente da Joseph M. Schwartz, professore di Scienze politiche alla Temple University - «La classe media e i lavoratori bianchi, oggi in difficoltà economiche, sono pronti a seguire la politica razzista e nazionalistica di Trump e del Tea Party (convinti che il gioco sia tutto predisposto a favore delle fasce più povere della popolazione di colore), oppure si uniranno per dare battaglia contro le élite imprenditoriali, che hanno sancito l'annientamento della classe operaia?» -, non è per nulla ovvia.

trump nel 2000TRUMP NEL 2000
Come suggerisce Schwartz, un sondaggio effettuato da New York Times/Cbc News «appena prima del discorso del senatore Bernie Sanders alla Georgetown University sul socialismo democratico il 19 novembre 2015» rivela che il 56% degli elettori storici del partito democratico erano favorevoli al socialismo, contro il 29% dei contrari, e questo ci consente di ipotizzare che «la maggior parte degli intervistati associ il capitalismo con la disuguaglianza, l' eccessivo indebitamento per gli studi universitari e un mercato del lavoro stagnante. Costoro vedono invece nel socialismo una società più giusta e ugualitaria».

Dalle attuali difficoltà in cui si dibatte la «classe ansiosa» (oppure i ranghi sempre più affollati del «precariato»), scaturiscono molteplici scelte politiche. Una di queste fa appello a un uomo forte; l'altra, a un popolo forte.

trump nel 1990 con clive davis rod stewart e rachel hunterTRUMP NEL 1990 CON CLIVE DAVIS ROD STEWART E RACHEL HUNTER
LA PAURA COSMICA
Nelle parole del grande filosofo russo, Mikhail Bakhtin, tutte le potenze terrestri si alimentano e prosperano sulla diffusione di «timori cosmici», i quali possono essere innati o endemici per gli esseri umani: ciò vuol dire il timore davanti a tutto ciò che è sconfinato e potente; davanti al cielo stellato, la mole materiale delle montagne, il mare, la paura degli sconvolgimenti cosmici e delle catastrofi naturali istillata da antiche mitologie, credenze, immaginazioni, persino la paura delle lingue e dei modi di pensare a loro connaturati...

questo terrore cosmico, in senso stretto anziché mistico (trattandosi di timore di tutto ciò che è materialmente grande e rappresenta una potenza difficile da definire) viene sfruttato da tutte le grandi religioni per reprimere la persona e la sua coscienza, trasformandola in una variante artificiale e volutamente «ufficiale».

trump nel 1976TRUMP NEL 1976
Nel suo studio delle complesse relazioni tra i gestori terrestri della «paura ufficiale» e i soggetti nei quali si inducono questi timori, ricorrendo all' aiuto de «Il processo» e de «Il castello», i due celebri romanzi di Franz Kafka, Roberto Calasso dimostra che l' azione della «paura ufficiale» è tutt' altro che semplice e immediata. «Se i cittadini avessero sentito gli esegeti de "Il castello" dilungarsi su Dio e divinità e su come questi interferiscono nella loro vita, avrebbero reagito con sdegno», suggerisce Calasso.

Si sarebbero risentiti dei tentativi colti di paragonare gli occupanti del Castello a Dio o ad altre divinità a loro ben note per gli insegnamenti religiosi ricevuti. «Come sarebbe facile trattare con gli abitanti del Castello se, come nel caso di Dio, bastasse studiare un po' di teologia e affidarsi alla devozione - potrebbero pensare. Ma i funzionari del Castello sono assai più complessi. Non esiste scienza né disciplina che possa aiutarci a trattare con loro».

trump e la fidanzata di allora marla maplesTRUMP E LA FIDANZATA DI ALLORA MARLA MAPLES
Difatti i sistemi religiosi - che secondo Bakhtin rappresentano i primi tentativi per riciclare il timore «cosmico» in un timore «ufficiale» (in altre parole, fabbricare la «paura ufficiale» sullo stampo di quella «cosmica», e capitalizzando allo stesso tempo sulle fondamenta già predisposte dalle fonti primordiali e originali della paura) - tendevano ad assicurare la sottomissione e l'obbedienza dei soggetti con la promessa (spesso disattesa per quantità e qualità in confronto a quanto stipulato) di ricette infallibili per attirare la grazia e i favori divini, o per placare la Sua collera qualora ogni sforzo per rispettare i Suoi dettami alla lettera si fosse dimostrato, all' atto pratico, troppo difficile e oneroso.

trump e il figlio eric nel 1991TRUMP E IL FIGLIO ERIC NEL 1991
Senza perdere nulla della sua temibilità, a Dio si poteva parlare - a differenza delle fonti mute e ottuse della paura cosmica. Dio poteva essere pregato, implorato, scongiurato, tramite parole e azioni, per impetrare il perdono dei peccati e la ricompensa delle virtù. E a differenza della Natura sorda e cieca, Dio magari poteva ascoltare, ed esaudire i voti dei peccatori contriti. Le chiese, plenipotenziari terreni dell' autorità divina, spiegavano meticolosamente, fin nel minimo dettaglio, il codice di condotta indispensabile per indurre Dio, con un gioco simultaneo di benedizioni e tribolazioni, ad esaudire il credente.

Doloranti sotto i colpi del destino, le vittime dell'ira divina sapevano esattamente che cosa fare per meritarsi la redenzione. Quando la redenzione tardava ad arrivare, si convincevano di aver mancato di zelo, e pertanto si ritenevano colpevoli di una manchevolezza facile da correggere.
trump annuncia la sua candidatura alle presidenzialiTRUMP ANNUNCIA LA SUA CANDIDATURA ALLE PRESIDENZIALI

POTERE E «DELEGA» ALLA SOCIETÀ
Ma questo è esattamente il dispositivo che la paura ufficiale, nella sua veste moderna, arruolata e dispiegata nuovamente in campo dai poteri politici laici, respinge nella pratica - anche se ben di rado si sottrae alla tentazione ipocrita di esaltare a parole i suoi precetti.

In un'aperta violazione dell'intenzione e promessa moderna di sostituire i ciechi giochi del fato (cioè quel divario irritante e confuso tra le azioni umane e le loro conseguenze sia per coloro che le compiono che per coloro che le subiscono) tramite un ordine di cose coerente e relativamente inequivocabile, guidato dai principi morali di giustizia e responsabilità - pertanto assicurando una stretta corrispondenza tra la situazione in cui vengono a trovarsi gli esseri umani e le loro scelte di comportamento - gli uomini di oggi si ritrovano esposti a una società traboccante di rischi e al contempo vuota di certezze e di garanzie.
trump 1985 con la moglieTRUMP 1985 CON LA MOGLIE

Due nuove circostanze ci invitano a ripensare e, se non a correggere, perlomeno a integrare il modello di Bakhtin. La prima è l'«individualizzazione» su vasta scala - un nome in codice che vede nel potere costituito un' immagine complessiva della «società» che mira a «delegare» il compito di affrontare i problemi innescati dall'incertezza esistenziale sui singoli individui e sulle loro risorse del tutto inadeguate.

Nelle parole dello scomparso Ulrich Beck, oggi si addossa agli individui la responsabilità irrealizzabile di trovare, da soli, le soluzioni ai problemi generati dalla società. Lo spettro che si aggira in una società di attori-per-decreto incarna l'orrore che si prova nel trovarsi inetti e inefficaci; come pure il terrore dei suoi effetti immediati, la perdita di autostima e le sue probabili conseguenze: l'emarginazione e l' esclusione.
mr e mrs trump nel 1988MR E MRS TRUMP NEL 1988

Come generatori di paura ufficiale, i detentori del potere si affannano a ingigantire le incertezze esistenziali che hanno dato forma allo spettro e perennemente lo ricreano; i detentori del potere puntano a fare qualsiasi cosa per rendere quello spettro il più tangibile e credibile - il più «realistico» - possibile.

Dopo tutto, la paura ufficiale dei loro soggetti è ciò che, in ultima analisi, li mantiene al potere. Tuttavia, in una società disgregata e ridotta a un ammasso di attori individuali (costretti a fingere la loro autosufficienza), i detentori del potere potrebbero anche essere tentati di appoggiarsi sempre di più su di noi, i loro stagisti insicuri, precari, non retribuiti e non tutelati, che vivono la loro vita frammentata in una società la cui frammentazione è da loro voluta, alimentata e giornalmente riprodotta.

Avendo attraversato le incarnazioni religiose e politiche della «paura ufficiale» della «società disciplinata», la paura cosmica che emana dalla dolorosa fragilità e finitudine delle capacità cognitive e pragmatiche si è calata nella «società di attori» nell' arena della «politica della vita» (definizione di Anthony Giddens) ed è atterrata sulle spalle dei praticanti individuali di quella vita.

butt plug trumpBUTT PLUG TRUMP
Stretti tra l' infinità di opzioni e tentazioni presumibilmente accessibili, come pure le sconfinate richieste rivolte all' individuo che si presuppone «autonomo, capace e risoluto», stimolati a «sforzarsi incessantemente a migliorarsi» da un lato - e dall' altro la scarsità di risorse a disposizione, messa tristemente a nudo dalla grandiosità pura e semplice di quella sfida - agli attori-per-decreto, tormentati dalla consapevolezza della propria inadeguatezza, non resta altra scelta che quella di invocare la salvezza dall' imminente depressione rivolgendosi «alle loro divinità».

Nelle parole memorabili di Ulrich Beck, «alle divinità da loro scelte». Ma questo scambio di appartenenza ha fatto ben poco per mitigare sia l' assillante ansietà generata dalla precarietà ovvia del loro stato esistenziale, sia il dolore dell' autocensura e dell' autocondanna per non essere riusciti nemmeno a fermare - figuriamoci invertire - il suo progressivo aggravarsi.

IMMIGRAZIONE E RAZZISMO
TRUMPTRUMP
La seconda circostanza nuova è l'erosione della sovranità territoriale delle attuali unità politiche, provocata dal processo oggi in corso della globalizzazione del potere (ovvero la capacità di realizzare certe cose) cui non è seguita la globalizzazione della politica (ovvero la capacità di decidere quali cose debbano essere realizzate), ottenendo come risultato una discrepanza irritante tra gli obiettivi e i mezzi a disposizione per un' azione efficace.

Il risultato è la scomparsa delle cause della «paura ufficiale» dal modello tratteggiato da Bakhtin: invisibili e irraggiungibili a tutti gli effetti, esse sono - proprio come le fonti della «paura cosmica» - mute e ottuse. A grande distanza dai richiedenti, esse restano sorde alle loro istanze generiche, per non parlare delle loro specifiche richieste. La maggior parte dei loro soggetti sono tagliati fuori dalle comunicazioni - e sempre in maggior numero hanno perso, o stanno perdendo rapidamente, ogni speranza di dialogo sensato con le istituzioni.
DONALD TRUMP E MATTEO SALVINIDONALD TRUMP E MATTEO SALVINI

Eric Hobsbawm, uno degli storici più acuti dell' era moderna, intuiva già, un quarto di secolo addietro (ben prima dell' attuale «crisi dell' immigrazione», e ancor prima che si diffondesse l' odierna consapevolezza della nuova «globalità» della condizione umana) che «l' urbanizzazione e l' industrializzazione, poiché si fondano su movimenti massicci e variegati, migrazioni e spostamenti di popolazioni, erodono il concetto nazionalistico di base per cui un territorio è abitato essenzialmente da una popolazione omogenea per etnicità, lingua e cultura. Xenofobia e razzismo rappresentano il sintomo, non la cura. Le comunità e i gruppi etnici nelle società moderne sono destinati a coesistere, qualunque sia la retorica che fa balenare il sogno del ritorno a una nazione pura».

Donald Trump (s), Ted Cruz (c) e John KasichDONALD TRUMP (S), TED CRUZ (C) E JOHN KASICH
«Ogni volta - prosegue Hobsbawm - i movimenti di identità etnica sembrano scaturire da reazioni di debolezza e di paura, tentativi per innalzare barricate atte a tenere a bada le forze del mondo moderno... Ciò che alimenta queste reazioni di difesa, contro minacce reali o immaginarie, sono gli spostamenti di popolazioni internazionali che si accompagnano a drammatiche trasformazioni socio-economiche, senza precedenti e ultraveloci», trasformazioni che sono sotto gli occhi di tutti ai nostri giorni.

«Dovunque viviamo, in una società urbanizzata, incontriamo stranieri: uomini e donne sradicati dai loro Paesi, che ci richiamano alla mente la fragilità e il decadimento delle nostre stesse radici familiari». «Loro, gli stranieri - ci ricorda Hobsbawm dall' aldilà -, saranno accusati di tutte le nefandezze, incertezze, disorientamento e confusione che molti di noi provano, dopo quarant' anni di sconvolgimenti così rapidi e profondi da risultare senza precedenti nella storia umana».

donald trump celebra la vittoria di new yorkDONALD TRUMP CELEBRA LA VITTORIA DI NEW YORK
Come dicevano i nostri antenati, «la storia è maestra di vita», un insegnamento, questo, che stiamo dimenticando a nostro rischio e pericolo. Per assicurare la nostra sopravvivenza, ascoltiamo quella maestra; leggiamo e rileggiamo l' opera cardine di Hobsbawm, «Nazioni e nazionalismi dal 1780», in cui ci insegna che le società in declino puntano tutte le loro speranze su un salvatore, su un uomo (o una donna) della provvidenza, e sono alla ricerca di un nazionalista risoluto, militante e battagliero: qualcuno che promette di spegnere l' interruttore del pianeta globalizzato, di sbarrare quelle porte che già da tanto tempo hanno perso - o a cui sono stati rotti - i cardini, rendendole inutilizzabili.

La verità è che le scorciatoie suggerite dagli uomini e dalle donne forti che aspirano al governo restano assai seducenti, per quanto fuorvianti. Tratteggiano una visione di ripristino e riappropriazione di tutto ciò di cui un numero crescente dei nostri contemporanei avverte la mancanza nella politica odierna, contraddistinta da una carenza progressiva di potere, incapace pertanto di impedire i danni arrecati da elementi che si sottraggono al suo controllo, pronta a ignorare, o a distruggere sul nascere, ogni tentativo messo in atto dai politici liberal-democratici per riconquistare la loro sempre più debole autorità.

donald e melania trumpDONALD E MELANIA TRUMP
Il peccato imperdonabile della democrazia, agli occhi di un numero sempre crescente di quanti dovrebbero beneficiarne, è la sua incapacità ad attuare quanto promette. Il ruolo di uomo o donna forte, che tanto seduce i candidati elettorali, sta proprio nella promessa di agire. In ultima analisi, l' attrattiva dell' uomo o della donna forte si basa su una serie di pretese e promesse che restano ancora tutte da dimostrare.

ATTENZIONE! VISITA DI RENZI CON TRAPPOLONE PER TRIESTE: FIRMA DI UN PROTOCOLLO CHE IMPEGNA ANCHE IL NUOVO SINDACO SU PORTO VECCHIO ! IL PD VUOLE MANTENERE IL CONTROLLO ANCHE DOPO LA SCONFITTA ELETTORALE - “COMMISSARIAMENTO PREVENTIVO” DEL NUOVO SINDACO SU “PORTO VECCHIO”.



In molti ci domandavamo cosa venisse  a fare Renzi (con Franceschini)  a Trieste visto che non c’è alcun atto ufficiale da firmare riguardo la vicenda di Porto Vecchio che divide la città.

Pensavamo alla solita “carta di formaggio” da firmare di fronte alle telecamere per fare uno spot elettorale a spese dei contribuenti a favore di un Cosolini in grande difficoltà .

Purtroppo non è solo questo ma anche il fatto che la Giunta Comunale, a pochi giorni dal rinnovo, ha appena varato un “Protocollo d’ Intesa” che domani sarà firmato e che impegna Comune, Regione e Governo a CONCERTARE OGNI INTERVENTO O POLITICA RIGUARDANTE PORTO VECCHIO: lo chiamano Tavolo Permanente.

QUESTO IMPEGNERA'  IL COMUNE COME ISTITUZIONE A COORDINARE LE SUE POLITICHE SU PORTO VECCHIO, QUALSIASI SIANO LE POSIZIONI DEL NUOVO SINDACO, CON REGIONE, IN MANO AL PD, E GOVERNO NAZIONALE, IN MANO AL PD.

DI FATTO E' UN “COMMISSARIAMENTO PREVENTIVO” DEL NUOVO SINDACO E DELLE POLITICHE DEL COMUNE SU "PORTO VECCHIO", A POCHI GIORNI DAL VOTO.

E’ un vulnus gravissimo alla democrazia e la dimostrazione di paura e disprezzo verso gli elettori e la volontà popolare.

Un atto grave di prevaricazione e propaganda elettorale a spese dei contribuenti che va punito in modo esemplare con il voto.

MANDARE AD OGNI COSTO A CASA QUESTA GENTE E’ L’ OBIETTIVO PRINCIPALE: COSOLINI E DIPIAZZA HANNO LE STESSE POSIZIONI SU "PORTOVECCHIO".

Non vediamo altra strada che quella di concentrare il voto su Paolo Menis  già al primo turno in modo da mandarlo al ballottaggio visto che su Porto Vecchio è l' unico che ha le nostre stesse posizioni e può CONCRETAMENTE andare al ballottaggio: praticando il “voto disgiunto” che non danneggia nessuna altra lista, anzi consente a tutti di avere consiglieri in proporzione ai voti.


giovedì 26 maggio 2016

I VERI PARTIGIANI vestono Prada


VOTO UTILE E DISGIUNTO ALLE COMUNALI GIA' AL PRIMO TURNO, IL 5 GIUGNO: PAOLO MENIS SINDACO



Comunicato alla stampa
RINASCITA TRIESTINA, blog e pagina FB di informazione ed elaborazione programmatica di area indipendentista, ha effettuato un sondaggio tra i propri lettori da cui risulta che il 77,6 % è favorevole al VOTO UTILE E DISGIUNTO, indicando fin dal primo turno il 5 giugno, il candidato più vicino che abbia la possibilità concreta di andare al ballottaggio (vedi LINK).

Questo per impedire che il ballottaggio si svolga fra i due ”Partiti della Nazione” concorrenti: il centro sinistra di Cosolini e il centro destra di Dipiazza, condannando Trieste, e i triestini, ad altri 5 anni amministrazione comunale contraria ai loro interessi reali.


E’ ormai accertato che vi sono solo tre candidati in grado di arrivare al ballottaggio: Cosolini, Dipiazza e Menis accreditati ciascuno di percentuali analoghe (intorno al 25% lasciando agli altri 8 candidati il rimanente 25% da spartirsi).

Pertanto invitiamo i nostri lettori e i cittadini a CONCENTRARE IL VOTO SUL CANDIDATO PAOLO MENIS DEL M5S, fin dal primo turno, utilizzando anche il “voto disgiunto” che consente di  votare contemporaneamente la propria lista di appartenenza e un candidato sindaco di una lista diversa.

In tal modo salvaguardando sia le possibilità reali della propria lista, sia assicurando a un candidato alternativo la possibilità di concorrere al ballottaggio, sia punendo duramente i partiti che hanno già governato Trieste in modo disastroso.

Va apprezzato che il M5S di Trieste, con il suo candidato sindaco Paolo Menis, non è colluso con il sistema dei partiti e sta facendo propri diversi temi emersi dal territorio e che fanno parte anche del programma che proponiamo su queste pagine: dall' uso produttivo di Porto Vecchio all' utilizzo dei Punti Franchi, dalla chiusura dell' area a caldo della Ferriera con riconversione in attività portuale e logistica al rispetto delle leggi internazionali su Trieste ed in particolare dell' Allegato VIII, come esamineremo nei prossimi giorni.
Inoltre ha sempre partecipato alle manifestazioni per il Porto e la Ferriera.

E' questo il motivo per cui sia "Uniti per Trieste" ha cercato l' accordo elettorale, sia la "Lista Vito Potenza" ha chiesto ed ottenuto aiuto dai consiglieri comunali del M5S per la certificazione delle firme di lista.

Però, come altre liste, non hanno alcuna possibilità concreta di mandare il loro candidato al ballottaggio: questo è ormai matematicamente certo.

Prendiamo atto che "Territorio Libero" ha appena indicato di votare, con la preferenza a due candidati, per la lista "Uniti per Trieste" (vedi QUI) cui riconosciamo di aver praticamente fatto proprio il programma che proponiamo da molto tempo sulle nostre pagine (clicca QUI), programma che ha ispirato anche altre liste che ne riportano alcuni punti, ed aggiungiamo che è importante per Trieste la rappresentanza del mondo del lavoro portuale, invitando a dare la preferenza ai candidati che ne fanno parte.

CONTEMPORANEAMENTE INVITIAMO AD ANDARE A VOTARE PERCHE', QUESTA VOLTA, L' ASTENSIONISMO FAVORISCE I "PARTITI DELLA NAZIONE" VECCHI E NUOVI, CHE DEI "SEGNALI" ASTENSIONISTI SE NE FREGANO: VOGLIONO GESTIRE IL POTERE E BASTA.

Il direttore responsabile di Rinascita Triestina
Paolo Deganutti


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mercoledì 25 maggio 2016

CONCORRENZA SLEALE ! PROPRIO ADESSO CHE ARRIVAVANO I TURISTI AD AMMIRARE LA GOBBA DAVANTI AL MUNICIPIO, FIRENZE CE LI VUOLE FREGARE CON UN BUCO PIU' GRANDE !


(ansa)
COSOLINI ORDINA SCAVATRICI PER FARE MEGLIO DI FIRENZE E DICHIARA COMBATTIVO :" NON CI LASCEREMO FREGARE I TURISTI COSI' !"
Incaricato l' advisor Ernesto & Jure per una consulenza su come fare un buco più spettacolare di quello di Firenze, e naturalmente un altro, gigante, in Porto Vecchio da far ammirare a Renzi sabato prossimo. 

La Giunta Comunale ha stanziato altri € 180.000 per il gravoso compito del prestigioso advisor decretando la copertura con tagli all' assistenza.

SCOPERTA LA CAUSA DELLA GOBBA IN PIAZZA UNITA': "E PER PAURA CHE I TORNI / COSOLINI OPPUR DIPIAZZA / IERA GOBBA ANCHE LA PIAZZA..."


MACCHE' ONDE SISMICHE: ERANO SOLO BRIVIDI DI  PAURA CHE TORNINO I SINDACI DEI "PARTITI DELLA NAZIONE", VECCHI E NUOVI !

E PER PAURA CHE I TORNI  
COSOLINI OPPUR DIPIAZZA 
IERA GOBBA ANCHE LA PIAZZA
IERA GOBBA ANCHE LA PIAZZA
...LA FAMIGLIA DEI GOBBON !

Studio ingegneristico offerto gratuitamente dall' advisor Ernesto & Jure (altri € 180.000 risparmiati!) 

RINASCITA TRIESTINA ADVISOR GRATIS: COSA FARE IN PORTO VECCHIO? MA UN CENTRO D' IGIENE MENTALE, OVVIO !


UN CENTRO DI IGIENE MENTALE TRA UN TRENO CHE VA FIN (QUASI: mancano solo 1,5 km) A BARCOLA E UN MUSEO SU UNA NAVE IMBOTTITA D' AMIANTO....
LE CONSULENZE GRATIS DI RINASCITA TRIESTINA (RISPARMIATE 180.000 EURO !)
Grazie al supporto disinteressato della multinazionale Ernesto & Jure offriamo GRATUITAMENTE  la soluzione al problema del riutilizzo di Porto Vecchio di Trieste che utilizza risorse ampiamente disponibili nel panorama politico locale.

PORTO VECIO NON XE UN SCOVAZON: VITTORIO VENETO PIENA DI AMIANTO ! 20 MILIONI SOLO DI ALLESTIMENTO SENZA BONIFICHE! LAVORO VERO, NON TRIESTE CITTA' MUSEO

L' AMIANTO TENETEVELO IN ITALIA !
Progetto di nave museo (clicca QUI )

"L'incrociatore Vittorio Veneto è in disarmo dal 29 giugno 2006[14], ...
Il Vittorio Veneto era in predicato di diventare la prima nave-museo italiana; era stato annunciato che la realizzazione sarebbe stata effettuata entro il 2010, ovvero poco prima delle previste celebrazioni del 150º anniversario dell'Unità d'Italia che si svolsero nel 2011[15], ma i termini dichiarati non sono stati rispettati. 
L'ostacolo fondamentale alla realizzazione del progetto, oltre alla mancanza di fondi, è la massiccia presenza di amianto nella nave, che va rimosso e trattato per poterla aprire al pubblico."

Adesso vogliono mandarci il relitto impestato di amianto che stazionerebbe decenni in Porto in attesa di trovare i soldi per bonifiche e allestimento.

SOLO  METTERLA A POSTO, SENZA BONIFICA DELL' AMIANTO COSTA 20 MILIONI: CHI LI TIRA FUORI? IL NOSTRO COMUNE (noi)?


QUI 'articolo del Piccolo del 7/11/2013

"Ristrutturare la nave per consentire al pubblico di visitarla costa tantissimo, dai 15 ai 20 milioni di euro. C’è poi il problema dell’amianto sparso a piene mani nella sala macchine e tra i tubi delle quattro caldaie che alimentavano le turbine a vapore, consentendo all’incrociatore, grazie ai 73 mila cavalli di potenza, di raggiungere i 32 nodi e forse più. La bonifica sarebbe costosissima e rischiosa perché le dimensioni della nave sono notevoli: 7500 tonnellate di dislocamento, 179,6 metri di lunghezza. Ma non basta. Un ufficiale di Marina interpellato ieri ha affermato che la nave che fu l’ammiraglia della nostra flotta, è ridotta ad un ammasso di ruggine abbandonato a se stesso dal giorno del disarmo avvenuto nel lontano 29 luglio del 2006."

Basta prese per i fondelli !
Qui sapevamo leggere e scrivere ed avevamo le 8 classi obbligatorie quando in italia erano tutti analfabeti !