RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

sabato 10 settembre 2016

PARLANO DI NOI: FAQ-TS, SITO SPECIALIZZATO IN PORTUALITA', HA COMMENTATO IL NOSTRO ARTICOLO DI IERI - IL DIBATTITO E' APERTO


CLICCA QUI PER L' ARTICOLO DI FAQ-TRIESTE

IL DIBATTITO E' APERTO

NO TAX AREA IN PORTOVECCHIO ! BASTA SCEMENZE: CASINO', CENTRAL PARK CON TRENINO ,"ATTRATTORI CULTURALI TRANSFRONTALIERI", NUOVE ABITAZIONI IN UNA CITTA' CON 20.000 APPARTAMENTI VUOTI E IN CALO DEMOGRAFICO...... I POLITICANTI HANNO GIA' DIMENTICATO LA NO-TAX AREA ANNUNCIATA A LUGLIO...


SI SONO COMPLETAMENTE "DIMENTICATI" DELLA NO TAX AREA...

SI TRATTAVA SOLO DI CHIACCHIERE DEI POLITICI ?


Insomma, tutto l' ambaradam della sdemanializzazione di Porto Vecchio si risolverà in un accorpamento di musei con pochi visitatori e in un mercato all' ingrosso di pesce.

L' unica cosa seria che era la ricerca dell' ICGEB (Ingegneria genetica e biotecnologie) viene eliminata con una scusa, con il direttore Giacca che protesta e accusa la politica locale.

E avanti con il FANTATURISMO: Central Park con trenino, Casinò, "Grandi Attrattori Culturali Transfrontalieri", Sardele in Punto Franco, accorpamento di Musei deserti, speculazione edilizia e nuove abitazioni in una città con 20.000 appartamenti vuoti e in calo demografico.... benefattori filantropi che investono 5 miliardi... e sopratutto una bella società, con tante belle poltrone, per gestire il tutto.

Caduta nel dimenticatoio la NO TAX AREA  di cui hanno parlato a luglio.

Bene, questa bandiera abbandonata la raccogliamo noi perchè Trieste ha bisogno di lavoro e non di musei e tantomeno di chiacchiere campate in aria che continuano da due anni dopo la celebre legge del sen. Russo sulla sdemanializzazione.

Cliccando QUI trovi un nostro dettagliato articolo sull' argomento.






venerdì 9 settembre 2016

COSTRUIRE IL MOVIMENTO PER LA NO TAX AREA E LA ZONA FRANCA TERRITORIALE DI TRIESTE


La politica triestina si è dimenticata della NO TAX AREA nei Punti Franchi del Porto Franco Internazionale di Trieste di cui ha parlato la Serracchiani il 1° luglio. Noi no.

I FATTI:
Il 1° luglio la Serracchiani invia a Renzi una lettera con cui chiede l' istituzione della NO TAX AREA che andrebbe ad aggiungersi ai vantaggi doganali già esistenti nei nostri Punti Franchi (clicca QUI) e descrive esattamente, per la prima volta, le caratteristiche del Porto Franco Internazionale su cui da anni insistono gli indipendentisti, gli autonomisti e diversi operatori, oltre a noti studi legali di diritto marittimo.
Anche gli orologi guasti segnano l' ora esatta due volte al giorno...

Questa è da considerarsi una vittoria di chi vuole il riconoscimento del Porto Franco Internazionale di Trieste e lo avevamo suggerito anche con articoli precedenti (clicca QUI  e  QUI  e  QUI  e  QUI).

Subito il Commissario D' Agostino ha approvato e rilanciato inserendo anche le "attività finanziarie" fra quelle auspicabili nei Punti Franchi.

Il 10 luglio il Piccolo ha pubblicato un fondo di Morelli che auspicava che la NO TAX AREA fosse localizzata nel Punto Franco di PORTO VECCHIO (clicca QUI), cosa che avevamo ripetutamente suggerito (clicca QUI).
Anche gli orologi guasti segnano l' ora esatta due volte al giorno...

IL COMMENTO
Ci aspettavamo che di fronte a queste aperture ci sarebbero state delle reazioni volte a creare una mobilitazione per ottenere veramente che questi buoni propositi diventino realtà e in un modo utile all' economia di Trieste e non rimangano i soliti annunci senza seguito concreto: niente, silenzio totale per due mesi.

Ma c'è di peggio: la ripresa della solita solfa su Porto Vecchio sdemanializzato, privatizzato e urbanizzato ha visto un' impennata di proposte bizzarre che ripropongono, in peggio, la solita minestra fantaturistica irrealizzabile invece di puntare decisamente sulla NO TAX AREA soprattutto per Servizi Finanziari, Hi Tech e Ricerca che, tra l' altro, stava per realizzarsi negli anni '90 grazie al progetto di Off- Shore Finanziario di Generali e Fiat ostacolato da una politica ottusa locale, nazionale ed europea.

Centro Sinistra:
Russo è stato protagonista a Ring di un intervento surreale (vedi sotto) in cui ha parlato di 5 miliardi di investimenti in Porto Vecchio contemporaneamente al fatto di farne una specie di Central Park.
Dal momento che Central Park ha 341 ettari mentre Porto Vecchio ne ha solo 65 ci tocca pensare che Russo spera di ottenere 5 miliardi di investimenti privati per trasformare tutta l' area in giardinetti...
Tuttavia Russo ha ragione quando dice che ci vogliono 5 miliardi per urbanizzare l' area: per questo si tratta di fantascienza e non ci sarà mai nessun investitore privato.


Per capire l' ordine di grandezza delle sparate di Russo si pensi che l' annunciato piano per la sicurezza antisismica di TUTTI gli edifici italiani prevederà 2 (due) miliardi all' anno e che il tormentato accordo fra Unione Europea e Turchia sui profughi prevede il versamento di 3 (tre) miliardi alla Turchia in cambio del mantenimento in loco di un milione e seicentomila profughi siriani. Secondo lui ne arriveranno 5 (cinque) di miliardi per il suo Central Park e per il Museo del Mare ... 

Naturalmente non manca di candidarsi a guidare una Società (leggi poltronificio) per la realizzazione della mirabolante sdemanializzazione, privatizzazione e urbanizzazione da 5 miliardi....

Qui si sta mancando di rispetto all' intelligenza degli interlocutori.

Centro Destra:
Dipiazza nella sua conferenza stampa (vedi sotto)  ha spiegato, con tono affabulatorio e immaginifico, che Porto Vecchio, sempre con utilizzo turistico, è "un vulcano di opportunità" e conseguentemente sarà la sede di un misterioso "Grande Attrattore Culturale Transnazionale" e del mercato ittico all' ingrosso (che non ha niente a che fare con un pittoresco mercato al dettaglio costantemente evocato a sproposito) posizionato dove ancora c'è il Punto Franco, oltre che di un paio di istituti scientifici al magazzino 26 su cui si mantiene il riserbo. Ma ci sarà pure il Casinò proposto dall' assessore Giorgi (clicca QUI) !


Della No Tax Area neanche l' ombra...

Indipendentisti:
i vari gruppi che fanno riferimento al Movimento Indipendentista non ne stanno parlando malgrado proprio l' indipendentismo triestino di questi anni sia all' origine della ritrovata centralità del Porto Franco Internazionale e della fiscalità di vantaggio nei Punti Franchi.

Sarebbe invece stato il caso di capitalizzare il successo del riconoscimento della validità di queste tesi e di creare l' opportuna mobilitazione cittadina per la realizzazione della No Tax Area conformemente a come da anni rivendicato.
Chi potrebbe  dire che si tratta di obiettivi velleitari e utopistici dopo il pronunciamento pubblico della Serracchiani e D' Agostino?


Tuttavia c'è chi preferisce impegnarsi in iniziative goliardiche come presidi confinari, segnali stradali e manifestazioni insieme a transfughi neofascisti piuttosto che assumere il posto che gli competerebbe alla guida della realizzazione della No Tax Area e della Zona Franca Territoriale.

LA PROPOSTA:
costruire un movimento cittadino per la realizzazione della No Tax Area, insediata anche in Porto Vecchio, e della Zona Franca Territoriale.
Un movimento aperto a tutti i concittadini, senza preclusioni, che desiderano lo sviluppo economico e civile di Trieste e finalizzato a creare una forte pressione popolare per la realizzazione dei due obiettivi conformemente agli interessi di Trieste e non dei politici.

Si tratta di cominciare facendo togliere da Porto Vecchio il vincolo architettonico posto da Sgarbi nel 2001 e giustamente definito idiota dall' arch. Semerani, anche al fine di consentire di costruire a costi ragionevoli (32 milioni sono già stati spesi per il Magazzino 26 e la Centrale Idrodinamica senza creare un solo posto di lavoro: come memoria storica è sufficiente). 
Riestendere il Punto Franco a tutta l' area allargando quello fortunatamente rimasto sulla fascia costiera e poi di progettare un' area utile per insediamenti produttivi e finanziari che creino lavoro e non chiacchiere e poltrone.

NE RIPARLEREMO. 


Note:
PARCO URBANO (CENTRAL PARK) CON TRENINO TURISTICO...
SOLO CINQUE (5) MILIARDI DI INVESTIMENTO... WOW !

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MERCATO ALL' INGROSSO DEL PESCE  IN PUNTO FRANCO E "GRANDE ATTRATTORE CULTURALE INTERNAZIONALE"...WOW !


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IL"GRANDE ATTRATTORE CULTURALE INTERNAZIONALE": 
RIAPRIRE I BORDELLI FREQUENTATI DA JAMES JOYCE  (clicca)...VICINO AL CASINO'  DELL' ASSESSORE GIORGI



giovedì 8 settembre 2016

NO TAX AREA NEL PUNTO FRANCO DI PORTO VECCHIO ! - BASTA FESSERIE SULL' "ATTRATTORE CULTURALE TRANSFRONTALIERO" E L' URBANIZZAZIONE CHE COSTEREBBE 5 MILIARDI CHE NESSUNO INVESTIRA' MAI !


A fine luglio sembrava che un po' di ragionevolezza stesse entrando nella saga di Porto Vecchio.
Infatti dopo la richiesta della Serracchiani a Renzi di una No-Tax Area legata alle prerogative del Porto Franco Internazionale di Trieste, che per la prima volta venivano compiutamente elencate da un politico italiano dopo anni di manifestazioni indipendentiste, era uscito anche un fondo sul Piccolo del 10 luglio in cui si auspicava che la No Tax Area fosse localizzata in Porto Vecchio, come da noi insistentemente richiesto.

La conferenza stampa di Dipiazza di ieri e le reazioni di Russo e Cosolini  ci hanno fatto dubitare persino del buonsenso e del comprendonio di costoro perchè non recepiscono niente di quanto sopra, avvenuto anche a livello istituzionale, mentre ripropongono fantaturismi e fantainvestimenti con le fumisterie cervellotiche di un misterioso "attrattore culturale transfrontaliero" (clicca QUI).

Avessero parlato del Sacro Graal o della Pietra Filosofale che trasmuta il piombo in oro sarebbe stato più concreto anche perchè i costi totali dell' operazione di urbanizzazione sono, come ha detto realisticamente Russo ieri, di 5 miliardi di euro di cui solo l' 1% sarebbe coperto dal vagheggiato, ma ancora non ottenuto, stanziamento di 50 milioni promesso dal Governo.
Uno stanziamento minimale perdipiù gravato dall' obbligo di essere utilizzato solo per interventi in ambito culturale, perchè proveniente dal Ministero della Cultura, al punto da non poter essere utilizzato per l' ICGEB (ingegneria genetica e biotecnologia) di Trieste che non sarà trasferito in Porto Vecchio.
Non solo, ma assistiamo al ritiro di Greensisam che ha in concessione la parte più pregiata con i magazzini  più vicini alla città ma privi di fognature che necessitano della bonifica, che non si farà, del torrente sottostante.


Cinque (5) miliardi per l' urbanizzazione e la "turistizzazione" di Porto Vecchio sono una cifra assurda che non troverà MAI investitori tanto temerari e sprovveduti. 

Si ragioni sulle proporzioni: 2 miliardi all' anno per la prevenzione antisismica degli edifici di tutta Italia, 3 miliardi dell' Europa alla Turchia perchè si tenga un milione e seicentomila profughi, 5 miliardi per trasformare Porto Vecchio in un nuovo quartiere di Trieste con dei musei come "
attrattore culturale transfrontaliero"...

Invece il Centro Finanziario Off-Shore che

utilizzi le prerogative del Porto Franco era una cosa concreta, prevista dalla legge 19 del 1991, finanziata da Generali e Fiat nel progetto Polis e impedita sia dal Governo Italiano che dal suo futuro Premier Mario Monti allora Commissario Europeo per la Concorrenza.
Riproponiamo, a lato, una parte del progetto Polis.

Proponiamo alla politica locale di METTERE I PIEDI PER TERRA e finirla di gettare fumo negli occhi degli elettori.

E' chiaro a chiunque che offrire un' area Tax Free con Zona Franca extraeuropea troverebbe grande interesse di investitori disponibili a costruire per le proprie attività, soprattutto se vicine al centro cittadino come la City di Londra.

E' questo l' unico "attrattore" internazionale realistico: una "no tax area" che si inserisca nei Punti Franchi del Porto Franco Internazionale di Trieste, il resto è fuffa mediatica.


E chiaro a chiunque che trovare qualcuno disponibile a sganciare 5 miliardi per fare musei, passeggiate, negozi ecc. in una città di 200.000 abitanti in calo demografico, sperando di farvi arrivare milioni di turisti, è un' impresa disperata. Semplicemente perchè non è nemmeno ipotizzabile un ROI (ritorno sull' investimento) decente e chi fa investimenti di 5 miliardi non è uno sprovveduto.

E' molto più realista chi spera di avere il TLT "chiavi in mano" per sentenza della Pretura di Trieste.


La si finisca di dire stupidaggini e ci si rimbocchino le maniche.

QUI SOTTO RIPROPONIAMO TRE NOSTRI ARTICOLI DI LUGLIO (cliccare sui titoli)
Serracchiani no tax  2/7/16

PERCHE' NON METTERE IN "PORTO VECCHIO" L' AUSPICATA NO-TAX AREA CON ATTIVITA' FINANZIARIE E DI SERVIZI ? E' FORSE MEGLIO UN SITO INQUINATO E ISOLATO IN ZONA INDUSTRIALE PER CREARE UNA "CITY CONCORRENZIALE CON LONDRA" ? PERCHE' "NON SE POL" IN PORTO VECCHIO ?



Piccolo No Tax in Porto Vecchio 10/7

LA FUNZIONE DI AVANGUARDIA DEL MOVIMENTO INDIPENDENTISTA TRIESTINO – OGGI ANCHE IL PICCOLO DEVE PARLARE DI “FREE ZONE” IN PORTOVECCHIO – FINO A POCHI MESI FA I “PUNTI FRANCHI” ERANO “SUPERATI E INUTILI”, ANZI UN OSTACOLO VOLUTO DA “NOSTALGICI” –



6/7/16

IL DEPUTATO ARIS PRODANI FA UN INTERROGAZIONE SULLA TAX-FREE AREA NEL PORTO DI TRIESTE DI CUI HA PARLATO LA SERRACCHIANI- ADESSO IL GOVERNO DEVE RISPONDERE - MENTRE SI TENTA DI FARE UNA ZONA FRANCA FINANZIARIA IN PORTO VECCHIO, DIPIAZZA PENSA A PORTARCI IL MERCATO ITTICO ALL' INGROSSO- PESSE TAX FREE !


mercoledì 7 settembre 2016

ARIA FRITTA IN PORTO VECCHIO - CONFERENZA STAMPA INCONCLUDENTE DI DIPIAZZA E SPARATONA DI RUSSO CHE SI OFFRE PER PROCURARE 5 MILIARDI NECESSARI CHE NESSUNO SA DA DOVE TIRAR FUORI -



Chi si aspettava qualche novità dalla conferenza stampa di Dipiazza e Rossi su Porto Vecchio è rimasto delusissimo.
PER IL RESCONTO DELL CONFERENZA STAMPA DI  DIPIAZZA CLICCA
QUI .
Tutta la conferenza in pratica è stata solo l' illustrazione dell' iter burocratico da seguire per ottenere sia la sdemanializzazione, che a due anni dalla legge è ancora in alto mare come abbiamo sempre detto, sia lo stanziamento reale dei 50 milioni di euro promessi dal governo  tramite il Ministero della Cultura per realizzare un misterioso "attrattore culturale transfrontaliero".

Nessuna nuova idea rispetto a Cosolini: Museo del Mare con annesso Ursus con la estemporanea aggiunta del mercato ittico all' ingrosso (che non è una pescheria per turisti) sulla fascia costiera dove c'è ancora il Punto Franco.  
Sardelle Off-Shore e Tax Free.
Intanto l' ICGEB (ingegneria genetica e biotecnologia) di Trieste ha rinunciato a insediarsi i Porto Vecchio e Greensisam (concessionaria dei primi 5 magazzini) non ha utilizzato la licenza edilizia che le è stata revocata e tenta inutilmente di vendere l' area in concessione.

Immaginiamo i milioni di turisti pronti a fiondarsi sull' "attrattore culturale transfrontaliero"!

Non si capisce, poi, assolutamente cosa c'entrino gli accenni allo sviluppo dei traffici con la Cina e per il raddoppio di Suez se invece vogliono urbanizzare e privatizzare Porto Vecchio sottraendolo così a qualsiasi uso portuale e produttivo.

E' intervenuto subito il sen. Russo che candidamente ha ammesso che ci vogliono 5 miliardi per Porto Vecchio (ovvero diecimilamiliardi delle vecchie lire...) e che i 50 milioni promessi, e non ancora stanziati, dal Governo sono solo l' 1 (UNO) percento.

Da dove arriveranno i famosi 5 miliardi è un mistero più misterioso della Pietra Filosofale degli Alchimisti: dicono che non ci sono 250 milioni per un nuovo terminal container, per la messa in sicurezza sismica di tutti gli edifici del territorio nazionale il governo parla di 2 (DUE) miliardi all' anno, l' Europa ha dato alla Turchia 3 (TRE) miliardi perchè si tenga un milione e seicentomila profughi.... e qui parlano di 5 (CINQUE) miliardi per Porto Vecchio come se fossero noccioline e come se il mondo fosse pieno di fessi disposti ad investire somme simili senza garanzia di rientro con lauto guadagno...
Quale lauto guadagno in una città di 200.000 abitanti in calo demografico accentuato ? 
Da dove verranno i milioni di turisti necessari ogni anno? Dalla "rotta balcanica" scavalcando i muri? Per vedere i vecchi magazzini ?    Suvvia...
I Triestini possono essere certi che vedranno prima il TLT di qualcuno disposto ad investire 5 miliardi nella sciagurata avventura della urbanizzazione di Porto Vecchio.






SEMPRE PIU' IMMIGRATI DALL' ITALIA A TRIESTE - SEMPRE PIU' CITTADINI EDUCATI ALTROVE E LEGATI EMOTIVAMENTE AL PAESE D' ORIGINE - E' UNA REALTA' CHE NON POSSIAMO NASCONDERCI - SOPRATTUTTO A LIVELLO DI RAPPRESENTANZA POLITICA ED ELETTORALE -

Lo scorso anno 3.062 triestini se ne sono andati e sono immigrate 3.749 persone di cui 2.380 dall' Italia.





Non è un fenomeno nuovo ma perdura da quasi un secolo come documenta il libro "Metamorfosi etniche" dello storico triestino Piero Purini (clicca QUI).



Quando ci si confronta sul piano elettorale bisogna tener conto delle componenti emotive degli elettori. 
Ed a Trieste ormai molti "Vecchi Triestini" con memoria storica sono stati sostituiti da nuovi concittadini ovviamente legati emotivamente alle località di origine, che apprendiamo essere in prevalenza italiane, e privi di una reale conoscenza di Trieste sostituita dalle tiritere retoriche e patriottarde dei libri di scuola sulla "cara al cuore".
Di fronte ai sentimenti di questo genere la razionalità è destinata a perdere in partenza.

Può essere apprezzata la proposta "indipendentista", che propugna l' "internazionalizzazione" di Trieste, da chi non sa nulla del Porto della Mitteleuropa e delle sue reali potenzialità?
Da chi non conosce le vicissitudini di queste terre in cui potenti spinte geopolitiche si scontrano da molto tempo ?

Da chi conosce solo l' attuale rancorosa decadenza e il declino all' apparenza inarrestabile?
E' molto difficile, e la proposta indipendentista può apparire bizzarra ed essere confusa con fantapolitica o con un gretto separatismo anacronistico da "piccola patria".


Non basta annunciare la "buona novella" perchè tutti la accolgano entusiasti: è un lavoro lungo che ha bisogno di molti adattamenti.


Però chi vuole dei cambiamenti positivi deve tener conto della realtà, per quanto sia sgradevole, evitando cariche a testa bassa contro il muro.
Realtà che è parzialmente descritta nell' articolo che riportiamo sotto :


Trieste, cresce il popolo dei nuovi triestini. In un anno 3.749 cambi di residenza
Nel 2015 registrati 91 arrivi in più. Oltre 1200 gli abitanti provenienti da Paesi stranieri. L’altra faccia nelle cancellazioni dall’anagrafe: quasi 2mila verso altri Comuni e 760 all’estero
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TRIESTE La barriera del Lisert può essere vista come una gigantesca porta girevole, per le migliaia di persone che ogni anno decidono di spostare la propria residenza all’ombra di San Giusto. Un flusso di uomini e donne, quello che ogni anno viene registrato dagli uffici comunali preposti, che si muove anche in direzione opposta e che quindi movimenta la contabilità delle cosiddette cancellazioni anagrafiche. LEGGI ANCHE:






In una città che negli ultimi quindici anni ha sempre avuto una differenza negativa fra le nascite e i decessi, ormai divenuta strutturale, conviene aggrapparsi a un saldo migratorio che risulta invece decisamente positivo. In città, insomma, continuano a registrarsi meno nascite che decessi.

È il saldo naturale, infatti, a determinare la lenta e costante emorragia di persone che sta assottigliando la popolazione di Trieste, che al 31 dicembre 2015 ha toccato quota 203.953 persone. Il segno più, invece, risulta stabile da oltre dieci anni nella colonna che accoglie il numero dei trasferimenti di residenza verso il comune di Trieste.

Nei dodici mesi del 2015 si sono contati 3749 "nuovi triestini", 91 in più rispetto all’anno precedente. Di questi, solamente 454 persone venivano dagli altri comuni della provincia di Trieste, mentre sono state ben 2380 le persone che hanno deciso di mettere su casa in città, spostando la propria residenza da altri comuni italiani. Le iscrizioni anagrafiche dall’estero, invece, hanno toccato quota1231, contro le 138 iscrizioni che sono state catalogate sotto la dicitura “altri”, in seguito a delle rettifiche di natura amministrativa.

La maggioranza delle nuove iscrizioni anagrafiche, nel 2015, ha interessato persone di sesso maschile, con 1994 uomini a fronte di 1755 donne, anche se le differenze di genere, negli ultimi cinque anni, sono state tutto sommato minime. Nel 2013, ad esempio, hanno trasferito la propria residenza a Trieste 1973 donnecontro 1919 uomini. Fin qui i nuovi arrivi.
Ma quante sono le persone che si sono cancellate dall’anagrafe triestina nel corso del 2015? Sono state 3062, fra le quali 1967 si sono trasferite in altri comuni e 766 hanno preso la strada verso l'estero. 329 di queste, invece, sono state contabilizzate alla voce “altri motivi”.

Il saldo migratorio totale si è attestato quindi sul più 687, “ingrassando”, anche se di poco, una popolazione che, stando alle proiezioni più pessimistiche, potrebbe raggiungere nel 2041 la preoccupante cifra di 175mila abitanti. Non è facile determinare quali siano i fattori attrattivi di una città come Trieste, che può contare indubbiamente su una buona qualità della vita, ma che dal punto di vista occupazionale presenta non poche criticità.
Fra le carte che giocano a favore del capoluogo giuliano ci sono sicuramente le quotazioni immobiliari, con dei prezzi che risultano notevolmente competitivi rispetto alle altre città italiane. Vi è poi la presenza di un ateneo, e di numerosi poli scientifici e di ricerca, che esercita un’attrazione di livello internazionale e che ogni anno accoglie numerosi giovani studenti provenienti da fuori città.
Per questo e per altri motivi gli uffici di Passo Costanzi 2 hanno garantito una discreta mole di lavoro anche per i prossimi anni. I dati relativi ai primi mesi del 2016 sembrano confermare questo trend di crescita dei nuovi arrivi, anche se fare un’ipotesi sul saldo migratorio finale equivarrebbe a dedicarsi a un gioco di prestigio.

Carta canta, invece, per le nuove iscrizioni all'anagrafe fatte fino alla fine di luglio, mese nel quale è stato raggiunto, dal primo gennaio di quest’anno, il traguardo dei 2568 certificati di residenza, grazie all'arrivo di 1435 maschi e di 1133 femmine.
Fra queste, 290 persone hanno spostato la propria residenza dagli altri comuni della provincia di Trieste, 1529 da altri comuni italiani e 939 dall’estero. In cento, infine, hanno cambiato residenza per questioni di natura amministrativa.