RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

sabato 8 aprile 2017

Transalpina, linea per Vienna dimenticata e mai riaperta (anche se ancora indispensabile per il Porto) - Lettera di Luigi Bianchi



Riprendiamo la lettera pubblicata oggi sul giornale locale.
Il 2016 è trascorso senza la riapertura della Transalpina. A Trieste i 110 anni del secondo collegamento Vienna - Trieste sono passati inosservati, contrariamente a quanto avvenuto in Austria e Slovenia, dimenticando che dal 1906 il capolinea triestino della Transalpina è la stazione di Trieste Campo Marzio, sede del Museo Ferroviario. Il 2017 segna un anniversario altrettanto importante: il primo treno da Vienna giunse a Trieste Centrale il 28 Luglio 1857. Slovenia ed Austria hanno organizzato adeguate celebrazioni per il 160° della ferrovia Meridionale mentre a Trieste tutto tace. Nel 1987 la Direzione Compartimentale delle FS promosse un treno celebrativo Trieste – Graz per il 130° della Meridionale che riscosse molto successo. Transalpina e Meridionale sono state decisive per lo sviluppo dei traffici del Porto di Trieste nel secolo scorso e lo sono anche oggi se si vuole consolidare il primato raggiunto da Trieste quale scalo ferroviario a livello europeo. Ricordare la valenza delle due ferrovie va oltre la pura celebrazione e rappresenta un aiuto alla realizzazione delle opere necessarie per la piena efficienza del nodo ferroviario di Trieste, essenziale sia per il traffico merci che per il servizio viaggiatori. Economia e turismo hanno bisogno sia della Transalpina che della Meridionale. Nel 2017 la migliore celebrazione in cui le Ferrovie Italiane dello Stato possano impegnarsi per il 160° della Meridionale è realizzare il sogno di Karl Schamburek, il giornalista di Salisburgo che ha promosso il ripristino dello storico EC Vienna-Venezia: “Da Vienna a Miramare in treno” con l’EC che attualmente è limitato a Lubiana e la cui destinazione finale non può che essere Trieste Centrale, come avvenne il 28 Luglio 1857. Più che una celebrazione l‘EC “Miramare” Vienna - Trieste via Graz - Lubiana è un debito che viene onorato ristabilendo i rapporti commerciali, e diplomatici, tra le Ferrovie Austriache, Slovene e Italiane; rapporti finalizzati a ridisegnare il quadrante ferroviario mitteleuropeo attraverso i transiti di Tarvisio, Gorizia e Trieste - Opicina. Solo così è possibile saldare la “Metropolitana che unisce l’Italia”con le Frecce agli Eurocity attraverso i nodi ferroviari di Udine e Trieste. Ma il sogno di Schamburek è legato alla rivitalizzazione della Meridionale e della Transalpina e alla piena collaborazione delle tre amministrazioni ferroviarie per realizzare l’integrazione dei trasporti
 Luigi Bianchi


Cliccando QUI andate al nostro  articolo del 3 giugno 2016 RIAPRIAMO LA TRANSALPINA

Invece cliccando QUI trovate la risposta all' interrogazione dell. on Aris Prodani sulla Transalpina.

martedì 4 aprile 2017

NON SI SANNO ANCORA I DATI SULLA MOSTRA "LE NAVI DEL LLOYD" IN PORTO VECCHIO LO SCORSO ANNO: quanti turisti paganti e quali costi? Il "fantaturismo" in Porto Vecchio costa caro e non rende nulla.

NON SI SANNO ANCORA I DATI SULLA MOSTRA "LE NAVI DEL LLOYD" IN PORTO VECCHIO LO SCORSO ANNO: quanti turisti paganti e quali costi?
Annunciata come il cuore del museo e "attrattore culturale transforontaliero" che avrebbe portato a Trieste "due milioni di turisti all' anno" è stata un flop colossale: non hanno neanche il coraggio di divulgare i numeri.
Cosa che invece giustamente si fa per la mostra di Sgarbi, notoriamente "amico" della Giunta Dipiazza e autore come sottosegretario del "vincolo architettonico" che ha impedito l' uso produttivo di Porto Vecchio dal 2001. Questa mostra, già fatta a Cortina nel 2016, ha dato origine anche ad un contenzioso giudiziario: clicca QUI.
Sono passati due anni e 4 mesi dalla famosa "sdemanializzazione" e in Porto Vecchio non si è mosso un mattone, non si è piantato un chiodo e non si è creato neanche mezzo posto di lavoro precario. In cambio si sono spesi e si spendono un mucchio di soldi in "advisor", pratiche catastali e tavolari, trenini vuoti e gestione dell' immensa area ogni giorno più fatiscente. Per il restauro parziale del magazzino 26 (abbandonato) e la centrale idrodinamica e sottostazione elettrica sono stati spesi la bellezza di 32 milioni...
I triestini preferiscono in Porto Vecchio Poli Museali deserti o Poli Tecnologici che creano subito lavoro di alta qualità come il Polo per la Robotica Subacquea della Saipem, in regime di Punto Franco? (clicca QUI)