RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

venerdì 9 giugno 2017

BRETELLA PAZZA - VALE PIU' UN' ORDINANZA DEL SINDACO O UN POST VIDEO DI DIPIAZZA ? - PORTO VECCHIO LI FA IMPAZZIRE - Il sindaco crea confusione dicendo che tutti i cittadini possono andare in Porto Vecchio ma la sua ordinanza obbliga i vigili e i pubblici ufficiali a multarli - Istiga forse i cittadini a disobbedire alle leggi e i Pubblici Ufficiali ad omettere atti d' ufficio obbligatori ? - Banana's Republic -



Se la questione dell' Ordinanza di "Divieto di Bretella" riguardasse banalmente solo il traffico e non un nodo politico importante non ci sarebbero stati i video di Dipiazza e gli articoli di giornale.

Dunque, il Sindaco Dipiazza ha emesso il 22 maggio un' ordinanza che vieta la circolazione e la sosta a veicoli e pedoni sulla "Bretella" di Porto Vecchio per "EVIDENTI MOTIVI DI SICUREZZA" essendo "il comprensorio di Porto Vecchio infrastrutturato come area portuale" (Nota 1), però la cosa gli è politicamente dannosa perchè dimostra il fallimento di tutte le promesse di tutti i politici su Porto Vecchio a due anni e mezzo dalla "sdemanializzazione":


1) Dimostra che dopo due anni e mezzo è tutto come prima, anzi peggio perchè il degrado è aumentato e si sono pure aperte due voragini sul Torrente Chiave-chiavica mentre non ci sono i soldi per la relativa bonifica e ripristino: se questo è il decantato "motore economico" per il futuro di Trieste siamo a posto !

2) Proprio lui che parlava di Porto Vecchio stigmatizzando la "Città Probita" deve emettere un' ordinanza di divieto di circolazione pure per i pedoni, e questo gli ruga parecchio.

3) Alcuni cittadini che hanno preso l' abitudine di passare di là si lamentano perchè si illudevano  che gli annunci sull' apertura dell' area fossero veri mentre perdura la chiusura "sine die".

4) Mette in luce il fatto che il Comune non ha i soldi nemmeno per mettere a posto un breve tratto di strada e, con il passaggio della proprietà a suo carico, si è imbarcato in un avventura demenziale che manderà a rotoli il bilancio per i costi spropositati di un' area come quella di Porto Vecchio, mai ubanizzata prima e da restituire invece subito ad attività produttive.

L' Ordinanza integrale come pubblicata sull' Albo Pretorio si può scaricare cliccando QUI.


Visto che i motivi di sicurezza ed il degrado sono reali, Dipiazza non può revocare l' ordinanza e, per gettare fumo negli occhi e far credere che si fa qualcosa di concreto, realizza il famoso e demenziale svincolo in Viale Miramare: costa niente perchè sono solo strisce dipinte a terra e porta tra i ruderi a fare un giro intorno al Magazzino 26 vuoto come lo è da anni (malgrado i 16 milioni spesi per parziale restauro).

Ma, dopo gli articoloni del Piccolo, non può più fare le cose in sordina e deve in qualche modo anche derubricare l' Ordinanza di Divieto a qualcosa di inoffensivo mediaticamente e così si inventa l' abominio giuridico di un Sindaco che invita i cittadini a disubbidire all' Ordinanza da lui stesso appena emessa e per giunta garantisce che i Pubblici Ufficiali ometteranno atti d' ufficio obbligatori non multando chi passa senza permesso (Nota 2).
Come ha detto nel video di Facebook che vedrete cliccando QUI.


E come riportiamo in un precedente articolo: clicca QUI.

Promettendo l' impossibile: cioè che nessuno sarà multato per il passaggio nella bretella vietata.
Impossibile perchè qualsiasi Pubblico Ufficiale presente (e speriamo resti qualcuno a tutelare l' ordine in quel potenziale Bronx) è OBBLIGATO a farlo dall' Ordinanza, se non vuole rendersi responsabile di omissione di atti d' ufficio ex art. 328 del Codice Penale (Nota 2 - pag.4 ordinanza "è fatto obbligo a chiunque di osservare la disciplina della circolazione stabilita dalla presente ordinanza ed ai funzionari che espletano compiti di polizia stradale farla rispettare").

Non crediamo che un Sindaco abbia il potere di obbligare Pubblici Ufficiali (anche non dipendenti comunali come la polizia stradale -Nota 2) a NON fare una multa prevista esplicitamente da un' Ordinanza e nemmeno possa permettersi di istigarli pubblicamente ad omettere atti d' ufficio.

E nemmeno possa istigare pubblicamente i cittadini a disobbedire ad Ordinanze sindacali emesse per motivi di Sicurezza Pubblica sulla base delle leggi vigenti (Nota 1 e 2).

Un normale cittadino, specie se indipendentista, per cose simili sarebbe già almeno sotto indagine.

Noi non siamo nè giuristi nè amanti delle denunce ma desideriamo sottolineare il fatto POLITICO di come la questione di Porto Vecchio "sdemanializzato e urbanizzato" stia facendo andare fuori di senno una "classe politica" che come visione strategica oscilla tra i market di pesce e le spiagge di sabbia, venerando un compitino scontato fatto a caro prezzo da Ernst & Young come fosse la Bibbia.
E le stia facendo raggiungere vette di scorrettezza prima inusitate, almeno a Trieste, con "politiche degli annunci" senza freni che durano da anni, striscie dipinte per terra e firme di scartoffie fatte passare per "rivoluzioni", miraggi di "investitori" inesistenti, balle colossali e azzardi gravi ed esiziali per le casse comunali.

Tutto pur di non dover ammettere che l' urbanizzazione di Porto Vecchio, con il passaggio della proprietà al Comune, è una fesseria senza futuro su cui si sta inchiodando da troppi anni la città invece di pensare all' insediamento di attività produttive grazie al vantaggioso regime speciale di Punto Franco: per creare il lavoro vero che serve.

Inoltre la strada presa da Dipiazza di prima emmettere doverose Ordinanze di divieto di circolazione in Porto Vecchio "per evidenti motivi di sicurezzaper poi trasformale in burletta con l' assicurazione che non saranno applicate e 
l' invito a non rispettarlescredita non solo il sindaco ma anche il Comune e, purtroppo, lo strumento dell' Ordinanza del Sindaco che dovrebbe mantenere intatta la sua forza cogente per poterla applicare rigorosamente a gravi situazioni di sicurezza e salute pubblica come ad esempio la Ferriera.

Ma si sa che nella Repubblica delle 
Banane il rispetto delle leggi e delle ordinanze è facoltativo...


NOTE dall' Ordinanza:

1) Pag. 2:"Considerato inoltre che il comprensorio del “Porto Vecchio” è infrastrutturato come area portuale e pertanto si rende necessario, per evidenti motivi di sicurezza, prevedere una serie di provvedimenti finalizzati alla gestione della circolazione e della sosta sia nelle ore diurne che notturne ".

2) Pag.4 : "a) che è fatto obbligo a chiunque di osservare la disciplina della circolazione stabilita dalla presente ordinanza ed ai funzionari che espletano compiti di polizia stradale farla rispettare;

b) che nei confronti di eventuali trasgressori si procederà a termine delle vigenti norme in materia".



fe notturne

giovedì 8 giugno 2017

DIPIAZZA E L' ORDINANZA NON RISPETTABILE SULLA BRETELLA - ILLUSTRE PARERE GIURIDICO "PRO VERITATE"


Dopo l’ invito del Sindaco di Piazza a non rispettare la sua stessa ordinanza che vieta l’ accesso alla Bretella e a tutto Porto Vecchio abbiamo chiesto un parere “pro veritate” all’ illustre giurista prof. Pietro Nuvolaglia.
Eccolo:


“Il Sindaco Dipiazza ha introdotto una nuova interessante categoria giuridica, quella delle Ordinanze del Sindaco Da Non Rispettare ovvero “Non Rispettabili”.
Dopo aver promulgato la nota Ordinanza di divieto di circolazione, transito, passaggio e sosta sulla Bretella e a Porto Vecchio riguardante anche i pedoni ha scritto sul “Libro delle Facce (face book) e ribadito in video (clicca QUIquanto segue, come documentato dal Piccolo dell’ 8 giugno u.s,.:
"Roberto Dipiazza ha lanciato ieri, attraverso il suo profilo Facebook, un messaggio tranquillizzante. «Tutti potete entrare, e continuare a correre», ha sottolineato il primo cittadino, aggiungendo che queste ordinanze sono atti formali, che i dirigenti devono predisporre stante «la pericolosità dell’area, che comunque esiste». Dipiazza ha rassicurato i frequentatori del Porto vecchio che nessuno verrà multato se percorrerà la bretella fra Largo città di Santos e il Magazzino 26, invitando anzi la cittadinanza a frequentare il Porto vecchio e chi già vi si reca per ragioni sportive a proseguire nell’utilizzo del tratto di strada in questione”.

Ad occhi profani potrebbe sembrare che il Sindaco smentisca in Rete quanto ordinato come Pubblico Ufficiale.

In realtà si tratta dell’ innovativa introduzione del sottile concetto di “Ordinanza Pro – Forma Per Far Contenti Gli Uffici” detta OPFPFCGU che non va tenuta in nessun conto, da cui la definizione breve NPC (Neanche Pel…) che allude all’ auspicato uso della carta della medesima ordinanza.
Nulla distingue  questo tipo di ordinanza da un’ Ordinanza Rispettabile se non la dichiarazione successiva del Sindaco sul “Libro delle Facce” che così assurge a fonte del diritto cui devono conformarsi i Pubblici Ufficiali che trovandosi a transitare sulla celebre Bretella decidano di far rispettare la legge multando il cittadino colà presente senza permesso.


Di più: se dovessero multare un automobilista in sosta o in transito non potrebbero essere accusati di “omissione di atti d’ ufficio” ex art. 328 CP qualora lasciassero passare impunemente un pedone e detto automobilista non potrebbe far notare e denunciare tale comportamento arbitrario non previsto dall’ Ordinanza NPC perché sui pubblici ufficiali si stenderebbe la coltre protettiva delle dichiarazioni sindacali su “face book”.


Di più: qualora un podista passasse in vicinanza delle voragini aperte sul torrente Chiave e venisse divorato dalle Pantegane Giganti colà residenti la sua famiglia sarebbe risarcita dal Comune perché invitato esplicitamente dal Sindaco con queste parole
:“invitando anzi la cittadinanza a frequentare il Porto Vecchio”.
Lo stesso risarcimento sarebbe dovuto nel caso di slogature o altro per i binari a raso, buchi, ferri arrugginiti, caduta di cornicioni, morsi di ratti ed altri intoppi.

La frase “
Tutti potete entrare, e continuare a correre  (malgrado l' ordinanza di divieto) sembra introdurre l’ acuta distinzione fra cittadini che corrono e quelli che vanno piano. Non c’è dubbio che l’ accesso sia di conseguenza consentito ai cittadini che vanno di corsa ma qualche ombra potrebbe sussistere su quelli che si limitano a camminare. In tal modo viene sovvertito il principio “chi va piano va sano e va lontano” a favore di una più moderna visione del cittadino sempre di corsa.
Ma su questo sarebbe opportuno attendere un pronunciamento della Suprema Corte.

Veramente superlativo il concetto di “area pericolosa ma non pericolosa” introdotto con la frase geniale “
queste ordinanze sono atti formali, che i dirigenti devono predisporre stante la pericolosità dell’area, che comunque esiste”.
Concetto di grande dottrina stabilisce che il pericolo esiste ma contemporaneamente non esiste a seconda della convenienza politica e dell umore del Pubblico Ufficiale, un principio giuridico che affonda le sue radici storiche negli usi tribali antichi della Penisola.
Si tratta della quintessenza del diritto italiano da cui il brocardo “Fatta le legge, trovato l’ inganno” su cui si basa il sistema giuridico del nostro Paese.

Degna di nota ed esegesi giuridica la frase : “
invitando anzi ….. chi già vi si reca per ragioni sportive a proseguire nell’utilizzo del tratto di strada in questione”.
Orbene la questione non è banale: è senza dubbio legittimo di conseguenza frequentare la Bretella per “
ragioni sportive” ovvero per la corsa ma anche per il tennis, le bocce, il Cricket  amato dagli immigrati Pakistani, la pesca, il tiro con l’ arco, il lancio del giavellotto, la caccia alle pantigane mutanti ecc. Ma anche per gli sport di squadra come Rugby, Calcio, “Papagal che Ora Xe”  ecc.
In tutti questi casi il Comune è tenuto al risarcimento di eventuali infortuni perché per bocca del suo Sindaco ha invitato i cittadini ad utilizzare tali aree per
"
ragioni sportive".

Tuttavia le distinzioni di cui sopra cadono di fronte all
argomento principe, ovvero quello dellOrdinanza come atto solo formale la cui violazione non comporta sanzioni o multe, anche se previste dalla legge, come dalla seguente frase:"nessuno verrà multato se percorrerà la bretella fra Largo città di Santos e il Magazzino 26, invitando anzi la cittadinanza a frequentare il Porto vecchio.
E
evidente l'intento del Primo Cittadino, in rappresentanza del Comune e dei suoi pubblici ufficiali conniventi - che non faranno multe -, di ottenere ampia frequentazione (a piedi o su veicoli perchè non vi può essere discriminazione nell' applicazione delle leggi visto che il divieto "per finta" riguarda "formalmente" entrambi ) della zona "vietatasolo a parole ed è evidente che il risarcimento di qualsivoglia infortunio conseguente sarà a carico del Comune o, se inadempiente, del Primo Cittadino medesimo che ovviamente ha la responsabilità delle proprie dichiarazioni, soprattutto se diffuse pubblicamente e non smentite, fino al momento in cui non viene dichiarato interdetto.

Pertanto i cittadini possono serenamente andare ad infortunarsi in Porto Vecchio fiduciosi di ottenere il dovuto risarcimento.

In ogni caso d’ ora in poi sarà necessario attendere alcuni giorni dopo l’ emanazione di un’ Ordinanza Sindacale  per apprendere dalle esternazioni sindacali sul  “Libro delle Facce” se si tratta di un’ Ordinanza Rispettabile o Non Rispettabile.

La cosa può avere notevole rilievo pratico nei casi di particolare pubblica utilità come la Ferriera: ci saranno Ordinanze Rispettabili o Non Rispettabili (se ci saranno) ?
L' uso dei dadi divinatori o della sfera di cristallo può essere consigliato.

Prof. Pietro Nuvolaglia

L' articolo del 8 giugno del Piccolo con le notevoli prese di posizione del Sindaco: 
"CHI CORRE NON SARA' MULTATO" ...E CHI CAMMINA ?

PORTO VECCHIO: LA STANGATA - PROGETTI FARAONICI E VORAGINI SULLA MAXI-FOGNA CHE SCARICA IN MARE (vietato dalla UE) - BRETELLE ROTTE E BRAGHE DI TELA - COSTI STRATOSFERICI AL COMUNE IN BOLLETTA E NEMMENO COMPLETATE LE CARTE IN DUE ANNI E MEZZO - IL SINDACO INVITA A NON RISPETTARE I DIVIETI DA LUI APPENA EMANATI: LA CERTEZZA DEL DIRITTO - DALLA MITTELEUROPA ALLA REPUBBLICA DELLE BANANE...

Avete mai visto un Sindaco che invita i cittadini a NON rispettare un' ordinanza da lui stesso appena emessa ?
Che invita i cittadini a frequentare zone interdette al traffico perchè definite "pericolose"  ?
Che fa finta di niente se un torrente, che in realtà è una chiavica, scarica a mare in prossimità del centro cittadino liquami fognari (cosa vietatissima da tutte le norme europee) dopo aver provocato voragini?


Ecco qua quanto riportato dal Piccolo oggi:

"Roberto Dipiazza ha lanciato ieri, attraverso il suo profilo Facebook, un messaggio tranquillizzante. «Tutti potete entrare, e continuare a correre», ha sottolineato il primo cittadino, aggiungendo che queste ordinanze sono atti formali, che i dirigenti devono predisporre stante «la pericolosità dell’area, che comunque esiste». Dipiazza ha rassicurato i frequentatori del Porto vecchio che nessuno verrà multato se percorrerà la bretella fra Largo città di Santos e il Magazzino 26, invitando anzi la cittadinanza a frequentare il Porto vecchio e chi già vi si reca per ragioni sportive a proseguire nell’utilizzo del tratto di strada in questione".

IL SINDACO DI TRIESTE INVITA A COMMETTERE UN ATTO ILLECITO E A VIOLARE LA SUA ORDINANZA APPENA FIRMATA PUR DI NON DOVER DIRE CHE PORTO VECCHIO E'  UNA "CITTA' PROIBITA" PER MOTIVI DI SICUREZZA ESSENDO AREA PORTUALE !!!


Il sig.Sindaco ha introdotto la nuova categoria giuridica di "Ordinanza Pro Forma NPC (Neanche Pel C..)" il cui rispetto è un optional: sarebbe di questo tipo l' ordinanza sulla Ferriera più volte minacciata ?


C'è un giudice a Trieste  che vuole occuparsi della questione e di ristabilire la certezza del diritto? O siamo diventati una colonia del Burundi?


Adesso Trieste ha questo privilegio da Terzo Mondo grazie alle arrampicate sugli specchi sulla questione della "sdemanializzazione" di Porto Vecchio che si rivela, come diciamo da anni, una autentica STANGATA per Trieste.
Con un Comune in bolletta che rischia il commissariamento per la mancata approvazione del bilancio in rosso e che non può farsi carico degli enormi costi solo di gestione ordinaria dell'area.


Ieri abbiamo avuto il privilegio di essere citati dal Piccolo per la questione delle voragini sul torrente Chiave che avevamo trattato nei giorni scorsi (clicca QUI e QUI) e sotto riportiamo l' articolo, ma le autorità competenti che sono ampiamente informate da tempo delle voragini e da anni dello scarico a mare dei liquali fognari fanno finta di niente perchè si tratta di spendere milioni che non hanno anche se si tratta di una questione urgente con tanto di tratti di fogna a cielo aperto.

Sono questioni di standard igenici e sanitari europei violati in una città come Trieste e di cui il Comune deve occuparsi anche perchè è dal 1° gennaio il PROPRIETARIO di Porto Vecchio, con annessi e connessi, chiaviche comprese.
Chi vuole la bicicletta deve notoriamente pedalare.


Quale il bilancio a due anni e mezzo esatti dal famoso emendamento Russo sulla "sdemanializzazione" ?

1) non è nemmeno finito l' iter burocratico;

2) il famoso "masterplan" dell' "advisor" Ernst & Young è una "compilation" di ovvietà e generici buoni propositi campati in aria come lo stesso Piccolo ha finalmente scritto domenica scorsa (vedi articolo in fondo) anche se è costato € 180.000;

3) non c'è alcun investitore privato mentre il "pubblico" non ha un cent, ed in particolare il Comune, divenuto proprietario, ha il bilancio in rosso e rischia il commissariamento;

4) i famosi 50 milioni del Ministero della Cultura non si sono ancora visti concretamente e, in ogni caso, devono avere finalità culturali e non certo di infrastrutturazione primaria dell' area che ha costi stratosferici.


Inoltre consentiteci una domanda dopo l' infelice realizzazione dello "svincolo" in v.le Miramare:
come pensano di portare in Porto Vecchio "due milioni di turisti all' anno " (per la fantasiosa previsione clicca QUI) se già un miserabile svincolo crea problemi di traffico ? Con quale viabilità? Con quali fognature se non riescono da anni nemmeno a cominciare ad affrontare il prolema del torrente Chiave-chiavica ? Hanno idea del traffico e delle masse fecali prodotte da due milioni di turisti?

La "Classe Dirigente e Politica" locale è
purtroppo estremamente scadente e irresponsabile e bisogna sollecitarla a prendere urgentemente atto della realtà su Porto Vecchio.


Pensiamo che ormai ci siano gli elementi sufficienti per cercare una rapida conversione della rotta prima dello schianto: restituire Porto Vecchio all' utilizzo  produttivo.

Trieste ha pochi spazi e  60 ettari fanno comodo per realizzare la giusta scelta di utilizzare i Punti Franchi per favorire insediamenti produttivi e creare posti di lavoro.

Non serve una urbanizzazione con le relative costosissime infrastrutturazioni: Trieste non ha bisogno di allargare la città del 30%, ha bisogno di lavoro vero.

Ecco gli articoli del Piccolo citati:


Il crollo delle volte del torrente Chiave che scorre nel sottosuolo ha provocato l'apertura di maxi buchi da cui fuoriescono acque sporche e maleodoranti e all'ingresso dello scalo spuntano due voragini

di Fabio Dorigo 

Due voragini capaci di inghiottire un furgone si sono aperte all'ingresso dell'antico scalo, pochi metri dopo il monumentale varco doganale di Largo Santos. Il responsabile è il torrente Chiave, lo stesso che sta costringendo l'amministrazione a lavori straordinari (e costosi, almeno un milione di euro) in via Carducci. Le volte in pietra della galleria del torrente rischiano di crollare per una lunghezza di 160 metri. In Porto vecchio le volte sono già collassate, almeno in due punti, interropendo una linea di vecchi binari e lasciando intravvedere delle acque non proprio limpide.

A denunciarlo per primo è stato il blog di informazione indipendente "Rinascita Triestina" che ha postato la foto dei crateri. 

E ne ha fatto esperienza, probabilmente, anche la governatrice Debora Serracchiani durante la visita pochi giorni fa al pontone galleggiante Ursus, ormeggiato alla foce del Chiave. Le acque riversate in mare hanno tutta l'aria di liquami. 

Chi pagherà la bonifica e il ripristino della galleria del torrente Chiave in Porto vecchio? A seguito della sdemanializzazione gli oneri spettano al Municipio. 

«È una cosa che riguarda il Comune. La proprietà è loro. Noi per il momento abbiamo ancora la giurisdizione, ma la proprietà è comunale» spiega Mario Sommariva, segretario dell'Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale. 

Dovrà essere il Comune quindi a mettere mano al portafogli per il Chiave, che allunga il suo conto dopo via Carducci. Il problema è che i soldi non ci sono. I 9 milioni, ritagliati dai 50 milioni stanziati dal governo con finalità culturali, non bastano neppure per infrastrutturare l'area attorno alla Centrale idrodinamica. E al momento mancano persino le risorse per mettere in sicurezza il varco aperto nel 2011 in occasione della Biennale diffusa di Vittorio Sgarbi. Del resto l'urbanizzazione primaria di tutta l'area di Porto vecchio viene stimata in almeno 300 milioni. Solo per la bonifica del Chiave si parla di 11 milioni e mezzo (4,5 milioni, invece, per il Rio Martesin). 

Il torrente, del resto, è un problema atavico del Porto vecchio. Attorno alla sua bonifica si è consumato un contenzioso che ha bloccato per più di 10 anni la concessione novantennale di Greensisam. 

«Prima opera che partirà a breve - scriveva il Piccolo il 9 agosto 2002, riportando i contenuti della convenzione siglata tra Comune e Autorità portuale - sarà la bonifica del torrente Chiave che scorre nel sottosuolo e che sfocia tra il Molo III e Molo IV. 

Un'urgenza rimasta tale cinque anni dopo. «Il torrente Chiave ha anche inquinato tutto lo specchio d'acqua prospiciente - spiegò nel 2008 Pierluigi Maneschi, presidente di Italia Marittima -. Già oltre un anno fa abbiamo mandato alle autorità la richiesta di provvedere alla bonifica, ma com'era prevedibile non si è mossa una foglia: Comune e Autorità portuale non si mettono d'accordo su chi debba fare il lavoro». Secondo il segretario generale dell'Authority l'onere dei lavori spettava al Comune. Ma il sindaco di allora, sempre Roberto Dipiazza, non era d'accordo: «Siamo nell'ambito dei cosiddetti sottoservizi che comprendono condutture e fognature e dovrebbe essere la stessa Evergreen a realizzarli come oneri di urbanizzazione anche perché ha ottenuto in concessione cinque magazzini per novant'anni in cambio di un canone veramente modesto». L'assessore Maurizio Bucci propose un altra versione: «In base a una nuova norma di legge è la Regione competente in materia di torrenti per cui spetterà alla Regione intervenire anche in questo caso». Così nessuno fece nulla. Oggi non ci sono dubbi. Grazie all'emendamento del senatore Francesco Russo, in odore di sigillo trecentesco, è il Comune titolare di onori e oneri (oltre che odori) sull'area di Porto vecchio

Fabio Dorigo 7 giugno 2017

FINALMENTE QUALCHE DUBBIO TRASPARE SUL PICCOLO DI DOMENICA 4:

LE SABBIE MOBILI IN PORTO VECCHIO
di Roberto M orelli

Avremo davvero il piano definitivo per il recupero del Porto vecchio entro sei mesi, come indicato – o meglio auspicato – dallo studio di Ernst&Young presentato nei giorni scorsi? Di questo passo, c’è da dubitarne. Lo studio non ha presentato alcunché di nuovo, se non una generica, potenziale attribuzione degli spazi. I nodi fondamentali non sono stati ancora affrontati, né si sa quando lo saranno: un progetto urbanistico concreto, gli investitori a cui affidarlo, il percorso con cui arrivarci. In sostanza, siamo ancora alle battute iniziali. Ernst&Young è una società di massima competenza e affidabilità, e non è colpa sua se sta rimasticando un quadro d’assieme ancora tutto da riempire. Questo le fu affidato anni fa e questo ha fatto: generico il mandato, generico il risultato. Sta alla città ora cambiare passo e prendere di petto il recupero dell’area fino ai dettagli. Il che non significa prevedere un pezzo e una pezza qua e là, a seconda delle pseudo-opportunità o necessità emergenti. Significa progettare da cima a fondo un nuovo centro urbano sul mare, ancorarlo a un’idea di fondo e scegliere le destinazioni coerenti, non quelle che capitano dalla sera alla mattina. Altrimenti ne uscirà un altro Opp: un’area potenzialmente straordinaria riassettata a toppe e senza identità, in cui far stare un po’di tutto. Vogliamo che il futuro Porto vecchio esprima il rapporto fra Trieste e il mare? O una piccola Silicon Valley dell’innovazione sull’Adriatico? O ancora un centro d’intrattenimento “colto” per qualificare il turismo crescente? O una coerente mescolanza di queste cose, che a chi scrive appare la soluzione più affascinante, perché la più coerente con una città dalle mille sfaccettature? Sia quel sia, battezziamo un’idea e diamole un’anima e un corpo, una struttura d’iniziative, destinazioni d’uso e una viabilità interna che la esprimano e incarnino dall’inizio alla fine, dal progetto generale fino al ruolo degli edifici e alla segnaletica interna. Facciamolo presto. Altrimenti avremo solo un deludente spezzatino d’improvvisazioni. Di pari passo va individuato un soggetto investitore (o più facilmente un pool di soggetti), poiché la mano pubblica non avrà mai le ingentissime risorse per riconvertire un’area di 60 ettari in cui ora non c’è nulla di nulla, neppure l’acqua e i servizi a rete. Non basterebbe un quarto di secolo. E qui si annida un altro, insidiosissimo rischio. Quello di non mettersi neppure a cercare i partner privati, nell’inconfessato timore della perdita del controllo pubblico (o politico); avviando così di volta in volta, con agonica lentezza, le sole opere consentite dai fondi statali periodicamente chiesti e (meritoriamente) ottenuti. Con il risultato di avere un’eterna convivenza tra ruderi e immobili restaurati ma vuoti, poiché nessuno va volentieri in un’area degradata con qualche perla disseminata qua e là. Per il successo del recupero ci vuole massa critica, attrazione di persone e imprese, una completezza del lavoro almeno a lotti funzionali. Questo rischio è già oggi visibile nel nuovo svincolo allestito su viale Miramare. È stato fatto (anche qui meritoriamente) a tempo di record, ma conduce letteralmente al nulla, ovvero a un’area con divieto di accesso e tale destinata a rimanere per un bel po’. È un paradosso obbligato dai finanziamenti disponibili ma incomprensibile all’uomo della strada, e che nelle domeniche d’estate scatenerà critiche a non finire per la strozzatura fatalmente creata all’accesso alla città. Questo avremmo dovuto chiedere a Ernst&Young: di spingersi fino a un progetto – sulla base delle indicazioni del Comune – e d’individuare gli investitori interessati a partecipare a una gara pubblica, in assenza dei quali avremo un recupero con il contagocce; e nel 2029, l’anno di fine lavori ipotizzato dalla società di consulenza, non sarà finito un bel nulla. È comprensibile e non biasimabile il desiderio di un’amministrazione comunale (di sinistra e di destra, le due succedutesi) di non perdere la presa su un progetto di tali dimensioni. Ma lo si ottiene con regole chiare, una guida sicura, un percorso trasparente. Non cercando di far tutto in casa. Un piano ambizioso richiede scelte coraggiose e la capacità di pensare in grande, anche quando ciò sembra fuori portata (e non lo è). Altrimenti l’ambizione si trasforma in velleità, e i sogni diventano frustrazioni. Il Porto vecchio è troppo bello, e il suo ruolo troppo importante, per potercelo permettere


La slide che proponiamo insistentemente da almeno 3 anni e mezzo.