RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

venerdì 16 giugno 2017

“Vietato il mestiere di Ciarlatano art. 121.TULPS“ - NUOVA SEGNALETICA IN PORTO VECCHIO DOPO LO "SVINCOLO" DA V.LE MIRAMARE – In occasione dei DUE ANNI E MEZZO dal varo della "SDEMANIALIZZAZIONE"


“Vietato il mestiere di Ciarlatano art. 121.TULPS“ - NUOVA SEGNALETICA IN PORTO VECCHIO DOPO LO "SVINCOLO" DA V.LE MIRAMARE – 
In occasione dei DUE ANNI E MEZZO dal varo della "SDEMANIALIZZAZIONE" di Porto Vecchio nel dicembre 2014, che avrebbe dovuto miracolare l’ economia di TRIESTE mentre non è stato mosso nemmeno un mattone, si ricorda l’ ART. 121 DEL TESTO UNICO DELLE LEGGI DI PUBBLICA SICUREZZA 773/31 (TUTTORA IN VIGORE) : “E' VIETATO IL MESTIERE DI CIARLATANO”.


P.S.Oggi dal Piccolo apprendiamo che il sen. Russo, a due anni e mezzo dal famoso "blitz" sulla sdemanializzazione è andato in Cina a tentare di mettere il suo cappello anche sulla "Nuova Via della Seta" su cui finora non aveva detto niente impegnato a indicare fantomatici e inesistenti "fondi sauditi" come investitori per il Porto Vecchio turistico con Spiaggia di Sabbia e Central Park.
Adesso ha cambiato linea e indica i cinesi che però sono interessati ai traffici portuali e alle industrie nei Punti Franchi.
Tuttavia se dovessero sorgere sedi di società cinesi in Porto Vecchio, sarebbe un Centro Direzionale e produttivo (che va benissimo) e non certo un nuovo rione, Central Park o Spiaggia di Sabbia con finalità turistiche come da lui e dal PD prospettato.
E i vantaggi del Punto Franco farebbero comodo: per cui sarebbe da riestendere la parte di Punto Franco rimasta.
Anche in Zona Industriale sarebbe stato sufficiente estendere i Punti Franchi esistenti in Porto Nuovo e nel Porto Industriale, senza bisogno di trasferirvi quello di Porto Vecchio.
Due anni e mezzo e soldi buttati correndo dietro a chimere turistiche, perchè non credevano (e OSTACOLAVANO) nel futuro portuale e industriale di Trieste che sosteniamo da anni...


giovedì 15 giugno 2017

PUNTI FRANCHI E "NO TAX AREA" FONDAMENTALI PER IL PORTO DI TRIESTE, LA "NUOVA VIA DELLA SETA E LE INDUSTRIE - AVEVAMO RAGIONE NOI E TORTO MARCIO LA SEDICENTE "CLASSE DIRIGENTE" CHE PER ANNI HA PARLATO DI "RESIDUI DEL PASSATO" E ROBA DA NOSTALGICI - "NO TAX AREA"" ZES" FONDAMENTALE PER IL FUTURO -



Ormai la svolta è completa: dopo anni che il movimento indipendentista ed autonomista ha combattuto in solitudine per la difesa del Porto Franco Internazionale di Trieste e dei suoi Punti Franchi finalmente ne deve essere riconosciuta ufficialmente l' importanza strategica.
Lo testimonia anche l' articolo del Piccolo di oggi sull' interesse delle Zone Franche e imprese cinesi per i nostri Punti Franchi (vedi la Nota in fondo).


PUNTI FRANCHI, ZONE FRANCHE e NO TAX AREA sono fondamentali per intercettare le grandi opportunità della Nuova Via della Seta: altro che le fumisterie paraturistiche della storia infinita e senza costrutto di Porto Vecchio sdemanializzato e urbanizzato
.
La Cina ha costruito la sua crescita con le ZES, Zone Economiche Speciali, e ricerca situazioni analoghe per i mercati europei.


Per decenni e fino a pochi mesi fa abbiamo dovuto subire un' offensiva politica e mediatica di denigrazione dei Punti Franchi definiti continuamente inutili, dannosi, obsoleti, residuo del passato e affare per nostalgici.
Molti militanti indipendentisti hanno subito denunce e repressione per aver difeso i Punti Franchi ed il futuro della città.


Molti dei sussiegosi Soloni che pontificavano sulle pagine del Piccolo appartenevano ad aree che si definivano "progressiste" mentre in realtà non vedevano al di là del proprio naso e chiudevano gli occhi di fronte alla realtà concreta di una Base Saipem "polo mondiale per la robotica subacquea" all' Adriaterminal in Porto Vecchio grazie proprio al regime di Punto Franco o all' autostrada del mare con i traghetti turchi a Trieste solo grazie al Porto Franco.


Disinformatori seriali, anche con interessi personali o politici nelle speculazioni edilizie in Porto Vecchio, stavano svendendo il futuro di Trieste per un personale piatto di lenticchie e sono arrivati al punto di voler eliminare i Punti Franchi, cosa che sono riusciti a fare, solo parzialmente per fortuna, in Porto Vecchio.


Riproponiamo perchè esemplari del "pensiero unico"
in cui era piombata la città grazie soprattutto al Piccolo, le parole di Pacorini, fratello e contitolare dell' azienda di famiglia dell' ex candidato sindaco del PD, presidente della Confindustria che ha lasciato crollare all' esiguo 9% il PIL locale da industria, nonchè patron di "Trieste Futura" che puntava ad interventi edili in Porto Vecchio.


Ma in questa situazione che evolve in modo positivo, anche grazie al buon e onesto lavoro della nuova Autorità Portuale che si occupa anche della reindustrializzazione del territorio, c'è una grande nuvola nera: quella delle Zone Franche (ZES) varate dal Governo Italiano solo a favore dei porti del Sud e lasciando fuori il porto della amministrata Trieste.
Ne parlava ieri un interessante e dettagliato

articolo di Limes (clicca QUI): 

Come noto i Punti Franchi del Porto Franco Internazionale di Trieste sono doganali (godono della riconosciuta extraterritorialità doganale) ma non sono fiscali: cioè si pagano le tasse sui redditi e i contributi.

Nelle ZES, invece, ci sono rilevanti vantaggi fiscali sia sui redditi che sui contributi del lavoro.
Perciò una NO TAX AREA o ZES aggiunta ai Punti Franchi doganali li renderebbe appetibili alle imprese insediate nelle Zone Franche in Cina o altrove nel mondo e renderebbe competitiva anche la tassazione e il costo del lavoro con porti concorrenziali.
Questo darebbe un grande impulso agli insediamenti industriali e produttivi nei Punti Franchi, Porto Vecchio compreso con l' alta tecnologia non inquinante e i servizi finanziari, con la creazione di posti di lavoro veri e di qualità che nulla hanno a che fare con i miraggi paraturistici.

In Porto Vecchio a due anni e mezzo dalla "sdemanialzzazione" non si è mosso un chiodo e con il turismo i nostri giovani potranno aspirare al massimo, tra decenni, a fare i camerieri per i turisti che provengono da zonne ricche perchè sviluppate industrialmente.

E' tristemente significativo che la disastrata, fallimentare e incompetente ma saccente "classe politica e
dirigente" locale di tutti i colori sia rimasta in silenzio sia riguardo le proposte di No Tax Area esplicitate fin dallo scorso anno, sia riguardo il decreto del Governo che istituisce le ZES solo nei porti del Sud.

La battaglia per la NO TAX AREA nei Punti Franchi è decisiva per il futuro di Trieste.
E poi è necessaria una battaglia per eliminare la levantina e arretrata burocrazia italiana e per questo è immediatamente necessaria un' ampia autonomia territoriale e l' applicazione integrale dell' Allegato VIII.

Nota -  Dall' articolo odierno del Piccolo:  "Particolarmente significativa la prospettiva di una collaborazione, indicata esplicitamente da Sun Xinhua, tra il porto franco di Trieste e la “free zone” del porto di Shanghai, rafforzata dalle recenti intenzioni manifestate dal presidente cinese Xi Jinping di inserire i porti italiani di Genova e Trieste tra quelli su cui investire come terminali del progetto per la nuova Via della seta. Secondo Sun Xinhua la direttrice Shanghai-Italia potrebbe trovare proprio in Trieste un approdo privilegiato sul Mediterraneo. Il porto di Shanghai si conferma porto leader a livello mondiale: nei primi quattro mesi dell’anno il terminal ha registrato i maggiori volumi di traffico movimentati tra tutti i porti della Cina, con 12, 6 milioni di teu (+8, 2% rispetto allo stesso periodo del 2016 secondo InforMare). "



mercoledì 14 giugno 2017

#SoldiButai - SCARICA LO STUDIO DEFINITIVO DI ERNST & YOUNG SU PORTO VECCHIO - € 170.000 PER SAPERE CHE TRIESTE E' PIU' VICINA A VIENNA CHE A ROMA - INTERVENGA LA MAGISTRATURA CONTABILE -

Martedì 30 maggio è stato presentato, alla presenza di Dipiazza e Cosolini,
quello che era stato annunciato come il "MasterPlan" per Porto Vecchio, commissionato con grandi fanfare preelettorali a Ernst & Young e costato la bellezza di 170.000 euro di soldi pubblici.

Lo offriamo ai nostri lettori che non hannno potuto essere presenti perchè si rendano conto di quanto tutta questa storia di Porto Vecchio sdemanializzato e urbanizzato in chiave turistica sia un bluff politico-elettorale senza precedenti a Trieste che coinvolge ormai tutti: dal Centro Sinistra al Centro Destra. 


SCARICA IL COSIDDETTO "MASTERPLAN" DI ERNST & YOUNG
CLICCANDO QUI :

Nota: Se le preliminari "linee guida per l’impostazione di un piano strategico per la valorizzazione ecc." sono costate € 170.000 quanto costeranno l' "impostazione", un vero "Piano Strategico" e il "masterplan esecutivo" ?



Tutto il documento non è altro che un generico "depliant" scontato di banalità e notizie arcinote condite con termini in inglese per fare impressione: un catalogo di buoni propositi.

Nessun "masterplan", nessun investitore o indicazione concreta.

Per giunta redatto solamente in italiano e
perciò nemmeno utilizzabile come "folder" pubblicitario per improbabili investitori esteri (a proposito: che fine hanno fatto i famosi "emiri" del Dubai? Clicca qui).


Una tragicomica 
segnalazione: viene indicata come fattore indispensabile una burocrazia snella con certezza dei tempi !
Cosa inesistente in Italia e a Trieste amministrata dalla medesima: oggi apprendiamo che per procedere a 132 miserabili assunzioni in Comune per rimpiazzare 197 pensionamenti ci vorranno sei mesi solo per conoscere le procedure dell' iter da seguire per procedere alle assunzioni nei tre anni seguenti.

Con questa burocrazia italiana Trieste, che è un Porto Franco Internazionale che lavora al 90% con l' estero, non può stare al passo con le richieste dei mercati globali che si muovono con grande velocità: e' necessaria una completa autonomia territoriale.

Avevamo già segnalato che dei cittadini volenterosi avevano pubblicamente esaminato e stigmatizzato la prima bozza dell' elaborato Ernst & Young (clicca QUI per la dettagliata analisi): nulla è cambiato in meglio con la presentazione dello studio definitivo se non l' eliminazione di alcuni evidenti strafalcioni segnalati come quello del Molo 4° che era stato descritto come proprietà comunale mentre continua ad essere dell'Autorità Portuale.
Si continua, ad esempio, con i sogni (e i conti senza l' oste) sull' area 
della concessione novantennale alla Greensisam, inquinata dal torrente Chiave con la volta colassata che nessuno ripara, e paralizzata da anni da un contenzioso sull' infrastrutturazione primaria e le bonifiche.


E' UNO SPRECO INAMMISSIBILE DI DENARO PUBBLICO, UTILIZZATO A EVIDENTI  SCOPI DI PROPAGANDA POLITICA: INTERVENGA LA CORTE DEI CONTI.
Non si possono tagliare servizi ai cittadini mentre si buttano soldi dalla finestra !


Vai al nostro precedente articolo cliccando qui:

PORTO VECCHIO: BASE SAIPEM CON POLO MONDIALE PER LA ROBOTICA SUBACQUEA O "USO TURISTICO" COME DICE "ERNST & YOUNG" SENZA INDICARE GLI INVESTITORI ? I TRIESTINI VOGLIONO POSTI DI LAVORO QUALIFICATI O CHIACCHIERE FANTATURISTICHE?




martedì 13 giugno 2017

AMMINISTRATIVE FRIULI-VG - IL PD PERDE A GORIZIA, DUINO AURISINA, CORMONS E AVEVA PERSO A TRIESTE, PORDENONE E MONFALCONE - L' M5S DA SOLO NON VINCE DA NESSUNA PARTE - AGLI ELETTORI NON PIACE LA SUPPONENZA E CRESCE L' ASTENSIONISMO -


Le ultime amministrative italiane evidenziano un aumento dell' astensionismo di oltre 8 punti.
Un assenteismo che ha colpito particolarmente PD e M5S ambedue forze che hanno la tendenza a presentarsi come gli unici e i migliori anche antropologicamente, mentre in realtà rappresentano ciascuno una quota minoritaria perfino dei soli voti espressi.

Ma è proprio necessario votare con il casco in testa, cosa normalmente vietata o sconsigliata ai comuni cittadini, per marcare la propria differenza (se non supponenza) ?

Mentre per il M5S il rifiuto di alleanze anche con nuove formazioni locali ha un sapore ideologico, quasi che tutti gli altri avessero la rogna da cui solo loro sarebbero geneticamente esenti, l' arroganza di Renzi lo ha portato a compromettere alleanze sia a sinistra che al centro, lasciando aperta solo l' intesa con lo speculare Berlusconi.
In Regione questo schema si è ripetuto con i risultati visti.

Mentre da un lato l' onestà, che non è monopolio di nessuno, è solo un PRErequisito per governare perchè ci vuole anche competenza, dall' altro la competenza politica alla "House of Cards" di chi ha già fatto fuori metà del proprio partito non è particolarmente gradita.

Ci si domanda chi potrebbe prendere il posto del M5S nella rappresentanza di ceti esaperati da una crisi (che sta continuando) qualora questo arretramento dovesse continuare e i grillini continuassero a rifiutarsi (o a non essere capaci) di porsi come forza aggregante sul territorio, in grado di coinvolgere anche altre forze locali.
A parte l' astensionismo o la rivolta di piazza senza sbocchi istituzionali.

Qualche grillino individua il problema nel limite del "doppio mandato" perchè sega i rappresentanti appena acquisiscono competenza della macchina amministrativa.
C' è del vero, ma il problema principale è quello di non essere capaci di elaborare una politica di alleanze per essere una forza aggregante sul territorio e di coltivare un atteggiamento settario a livello di gruppi di attivisti.
E le risse interne, tipiche delle formazioni settarie, lo dimostrano.

Qualche altro dirigente grillino ha dichiarato:" è difficile vincere presentandosi da soli". Sul serio ? Ma che bella scoperta per chi pretendeva di rappresentare da solo tutta la società, coi meet-up di qualche decina di persone e qualche decina di voti on-line !


Vedremo come le cose evolveranno e se la preziosa virtù dell' umiltà farà breccia.