RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

sabato 15 luglio 2017

DECRETO PORTO FRANCO: SE SON ROSE FIORIRANNO - HA RAGIONE L' OTTIMISMO DI SAMER E TORTO L' ACREDINE DI PACORINI -


Il decreto attuativo sull' amministrazione dei Punti Franchi avrebbe avuto le firme necessarie e sarebbe in procinto di essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
Attendiamo per un commento analitico il testo definitivo di cui abbiamo pubblicato la bozza (clicca QUI).


L' annuncio ripetuto della firma "a rate" è un modo per consentire alla stampa locale di far fare più volte passerella ai politici e riprenderne le dichiarazioni inutili.

Molto più utili le dichiarazioni e le reazioni degli operatori ed oggi il Piccolo riporta quelle di Samer e dello storico avversario dei Punti Franchi Pacorini. Le riportiamo sotto.


Secondo noi hanno ragione l' ottimismo di Samer e quello di D'Agostino cui è dovuta un' apertura di credito.

E' necessario prima ribadire che questo Decreto non è altro che quello previsto dall' art.6 comma 12 dalla legge 84/94 per stabilire "l' organizzazione amministrativa per la gestione di detti Punti Franchi" che finora veniva lasciata al caos burocratico italiano ed all' umore dei funzionari del momento in un' assenza totale di certezza del diritto.

NON è dunque compito di questo decreto stabilire la fiscalità diretta nei Punti Franchi ma solo l' "organizzazione amministrativa" che, per la prima volta viene messa quasi totalmente in capo all' Autorità Portuale, eliminando confusioni e malintesi.


L' extraterritorialità doganale con le sue conseguenze sulla fiscalità indiretta (IVA, Dazi, Accise ecc.) così come la possibilità di attività industriale è stabilita dall' Allegato VIII citato chiaramente dal Decreto con altri importanti riferimenti alle leggi internazionali sul Porto Franco Internazionale di Trieste che prima venivano sostanzialmente ignorate o eluse nella pratica.

Chi si aspettava  norme sulla fiscalità diretta, esenzioni o altro si sbagliava.
Per avere esenzioni fiscali su imposte sui redditi, sulle società o sui contributi per il lavoro è necessaria una NO TAX AREA o ZES che richiediamo a gran voce per affiancarla alla totale extraterritorialità doganale.


L' importante novità è il riconoscimento dell' efficacia dell' Allegato VIII cui si rimanda per l' extraterritorialità doganale e soprattutto la VOLONTA' di utilizzarla estesamente per favorire insediamenti industriali.

Corredando il tutto di poteri autorizzativi e regolativi concentrati sull' Autorità portuale che assume il ruolo del Direttore del Porto Franco previsto dall' Allegato VIII e non diffusi tra cento enti e funzionari ognuno con i suoi umori del momento.

C' erano già state in passato in Porto Franco attività industriali come la Lucky Shoe e imprese che avevano richiesto di insediarvisi come la Brionvega, ma il caos amministrativo e gestionale dei Punti Franchi le aveva scoraggiate, quando le richieste non venivano direttamente respinte con interpretazioni restrittive di funzionari liberi di fare quello che volevano.
 

Ora questo dovrebbe essere superato dai poteri in capo ad un' Autorità Portuale intenzionata ad usarli per favorire traffici e insediamenti produttivi.
Questo, insieme all' evoluzione della situazione globale che pone Trieste all' interno di grandi progetti come la Nuova Via della Seta, giustifica l' ottimismo.


Ottimismo cui si contrappone il rosicamento di Pacorini che avendo osteggiato il Porto Franco fin dal momento del suo impegno in Trieste Futura in Porto Vecchio vede smentite le sue tesi:



Pacorini, pur dichiarando oggi di aver sempre svolto "mera attività di transito, che è sempre un fatto commerciale e non industriale" (a parte l' attività finanziaria di borsa metalli e materie prime fatta utilizzando ampiamente il Punto Franco su cui sputa, ndr) è stato presidente locale di quella Confindustria che ha assistito inerte alla deindustrializzazione di Trieste (ormai ridotta al 9% del PIL da industria) occupandosi più di turismo in Porto Vecchio che di industrie, nonchè candidato sindaco del Centro Sinistra pervaso da un' ideologia Anti Zone Franche.
Quando non è stato eletto Sindaco ha rifiutato di fare il semplice consigliere comunale, carica troppo umile per Sua Arroganza, dimettendosi sdegnato.


Se il Punto Franco non interessa loro e lo trovano d' intralcio che vendano l' azienda di famiglia a qualche operatore internazionale e se ne vadano: ce ne faremo una ragione visto che rappresentano un passato, speculare a Camber, che ha portato al coma della città.


Purtroppo le sue posizioni negazioniste sull' utilità del Decreto e della rivitalizzazione del Porto Franco sono condivise da alcuni critici di area indipendentista radicale che vogliono "tutto e subito" o niente: restando regolarmente col niente in mano.

Samer è quello che ha operato utilizzando il Porto Franco per fare di Trieste il capolinea intermodale dell' "Autostrada del Mare" con la Turchia.
Se gli operatori turchi sono qui e non altrove è proprio grazie al Punto Franco che permette di risolvere molti problemi di contingentamento delle merci.
Punto Franco di cui poco tempo fa Samer ha chiesto e ottenuto l' estensione (zona Ausonia per capirci).
Inoltre è impegnato in Freeway Trieste: progetto che usa il regime di Punto Franco per favorire insediamenti industriali ad alta tecnologia in armonia con l' accordo tra Porto e Area di Ricerca.


Noi abbiamo aperto una linea di credito verso l' operato dell' Autorità Portuale di D' Agostino e Sommariva, sperando che non arrivino altri anatomopatologi o biologi insigniti di sigilli, perchè Trieste ha bisogno prioritario, per non morire, di sviluppare rapidamente forze produttive, insediamenti industriali, di alta tecnologia, di ricerca e scientifici d' eccellenza.

Gli assetti amministrativi del territorio necessariamente seguiranno lo sviluppo economico e l' arrivo di imprese internazionali.
Nella storia gli assetti giuridici seguono e non precedono quelli economici: nella costruzione della nostra casa indipendente vogliamo partire dalle fondamenta economiche e non dal tetto giuridico.


Il credito scade tra un anno: se non ci saranno risultati concreti, come auspichiamo e crediamo, ci ricrederemo e chiederemo scusa ai nostri lettori.


SE SON ROSE FIORIRANNO.
Ma bisogna anche allontanare i parassiti e i corvi.


Ecco gli articoli citati:

SAMER: TRA DIECI ANNI LA CITTA' SARA' TOTALMENTE DIVERSA
«Una svolta importantissima che cambierà la città».
 Enrico Samer, timoniere dell’omonimo gruppo che ha in mano il molo V, non ha dubbi sulla rilevanza del decreto appena approvato. «Lo si attendeva dal secondo dopoguerra».
Samer, cosa pensa del decreto? Una qualche forma di regolamento del porto franco era attesa dai tempi della guerra, e poi ancora dopo la legge del 1994. Ma non era mai stata fatta. Questo passaggio per me rappresenta la fondazione di Trieste come città, ai tempi della nascita del porto franco. È una svolta importantissima, che porterà vantaggi rilevanti non solo al nostro porto, ma a tutta la città. Cosa cambia? L’Autorità portuale è diventata l’ente regolatore del porto franco in tutti i suoi aspetti, potremo quindi verificare i vantaggi reali non soltanto dell’attività emporiale e commerciale, ma soprattutto di quella industriale. Inoltre ci sarà una promozione adeguata da parte dell’ente preposto. E ciò cosa dovrebbe comportare? Ci aspettiamo moltissimo sotto il profilo della portualità ma anche dello sviluppo industriale. Io vedo una città diversa fra cinque anni, con insediamenti ad alta tecnologia grazie anche alla collaborazione con i nostri centri di ricerca. E fra dieci anni vedo una città completamente diversa.
La sua è una prospettiva molto ottimista. Noi viviamo questo processo ogni giorno, ormai da molto tempo. Davvero questo testo significherà molto, soprattutto per la zona industriale. Basti pensare che ora abbiamo un porto franco regolamentato da un’Autorità di sistema che ormai ha esteso la sua influenza anche sui retroporti. Oggi Fernetti prende uno spazio di Wartsila, presumibilmente per farci lavorazione industriale. Inoltre l’Autorità ha competenza sull’area Ezit. Insomma è un sistema vero e proprio, non solo di nome. Tutto ciò porterà a un balzo in avanti, e penso che sarà anche abbastanza veloce. Forti interessi gravitano attorno alla nostra città.


PACORINI «La vera svolta non è sulla manifattura ma sulla regia» 

«Dal punto di vista della lavorazione industriale non mi pare che cambi poi molto». Federico Pacorini, storico protagonista della logistica con il gruppo di famiglia e teorico dell’apertura di Porto vecchio, frena sulla possibile svolta industriale. Ma trova fondamentale il passaggio della gestione all’Ap: «Quello è il vero cambiamento».
Pacorini, cosa pensa del decreto? Il dato importantissimo è quello di aver dato all’Autorità portuale il potere di gestione del porto franco. Per quanto riguarda il transito delle merci, penso che sostanzialmente nulla sia cambiato. 
E per le attività industriali cosa si aspetta? Nell’ambito della trasformazione industriale non vedo nessuna differenza rispetto al passato. La situazione mi pare un po’ quella di prima, anche se non vorrei smorzare l’entusiasmo di nessuno. 
Il testo fa dei riferimenti alle attività industriali. Secondo me non c’è nulla di innovativo da quel punto di vista. Non lo vedo. Può darsi però che già prima ci fossero le condizioni sulla carta ma che mancassero i soggetti con la casistica idonea per usufruirne. Non significa quindi che le opportunità di trasformazione non ci siano.
 A voi potrebbero interessare? Il gruppo Parcorini opera soprattutto nel transito, che è sempre un fatto commerciale e non industriale ( CHE CI FACEVA ALLA GUIDA DEGLI INDUSTRIALI ? ndr). Certo c’è la curiosità di quel che potrebbe accadere se nel porto franco si potessero realizzare dei prodotti che abbiano una origine italiana, perché il made in Italy resta un valore assoluto. Ma anche da questo punto di vista serve un approfondimento.
Le novità quindi quali sono? Tutto si muoverà con una regia molto più chiara e definita. Prima invece bisognava interfacciarsi con una serie infinita di interlocutori: ora l’Agenzia delle dogane, domani l’Autorità portuale, la volta dopo ancora la Capitaneria di Porto. Il vero grande risultato del decreto, a mio modo di vedere, è questo. 




giovedì 13 luglio 2017

#FrancescoStaiSereno - IL SEN. FRANCESCO RUSSO: UNO STRANO "PIERINO" FORCAIOLO CHE INVITAVA ALLA REPRESSIONE CONTRO GLI "EVERSORI" INDIPENDENTISTI ASSOLTI DALLO STESSO TRIBUNALE - STRANO FEDELISSIMO DI LETTA MA SOSTENITORE DI RENZI, ecc. ecc.


Il senatore del PD Francesco Russo viene amabilmente definito come un "Pierino" della disastrata politica locale.
Ma un vero "Pierino" è un discolo che non ha il livido animo forcaiolo dimostrato dal Nostro incitando formalmente con un atto parlamentare il Ministro dell' Interno alla repressione degli "eversori" indipendentisti, inventandosi storie di armi e probabili violenze, anche in relazione al presidio del Punto Franco del 10 febbraio 2014 (clicca QUI PER L' INTERROGAZIONE PARLAMENTARE).
Non si tratta di una legittima polemica politica ma dell' invito pubblicizzato alla repressione indiscriminata, per buttare benzina sul fuoco ed esasperare gli animi, indicazione purtroppo presa sul serio da un avventuroso PM che ha istruito il processo rispolverando reati fascisti come l' "adunata sediziosa" mai prima applicata nel dopoguerra (clicca QUI).


Come noto il processo si è concluso con l' assoluzione piena degli indipendentisti imputati da qualsiasi accusa di eversione e qualsivoglia violenza o cospirazione (clicca QUI) smentendo così totalmente anche le farneticazioni del sen. Russo.


Tuttavia il sen Russo, smentito da un Tribunale italiano, non ha ritenuto di chiedere pubblicamente scusa per le accuse prive di qualsiasi fondamento, come dimostrato anche dall' assenza 
negli anni successivi di qualsiasi episodio paventato, o di almeno rettificare le sue errate posizioni.


In effetti il sen. Russo ama mettersi in posizioni complicate inseguendo il suo gusto per la visibilità ad ogni costo da conquistare con il "marketing politico" e la "politica degli annunci": pratica deteriore che ha raggiunto il suo apice con Renzi autore di un clamoroso libro pubblicitario dove, tra l' altro, letteralmente aggredisce, in modo forsennato e con un clamore mediatico enorme di cui parlano oggi tutti i giornali, il povero 
Enrico Letta, persona di idee diverse dalle nostre ma nota per essere per bene, rispettabile e preparata, e che oltrettutto si era ritirata disgustata dalla politica attiva.

Il sen. Russo, uomo dalle mille sfaccettature, oltre che "Pierino" e forcaiolo mozzaorecchi sa essere anche abile funambolo visto che pur aperto sostenitore del segretario Renzi alle primarie del PD si dichiara "fedelissimo di Enrico Letta" (ovvero sta sia col Diavolo che con l' Acqua Santa) e sarà tra i presentatori di Enrico Letta lunedì prossimo a Trieste, rischiando di farsi male avendo i piedi in molteplici staffe di cavalli diversi che vanno in direzioni opposte.

Un' altra sua identità è quella dell' ingegnere istituzionale con la proposta della "Città Metropolitana" per la già disgraziata Trieste. 


Il caso vuole che il 4 luglio sia uscito un articolo del Corriere della Sera che illustra il fallimento totale non solo della Città Metropolitana di Milano ma anche delle altre 14 esistenti (clicca QUI).
Ma il Nostro assicura di essere in grado di far approvare alla Regione un disegno di legge ben diverso e assai  migliore di quello dell' evidentemente stupido Delrio.


Tuttavia nessuno ha mai visto questa meravigliosa proposta, che si limita ad entusiastiche e fantasiose affermazioni e slogan sulla stampa, nè ha visto uno straccio di bozza di articolato da proporre al Consiglio Regionale, nè saputo con quale maggioranza dovrebbe passare vista la contrarietà di tutti gli schieramenti, compreso il suo partito, e dei potenti Friulani: solo chiacchiere di "marketing politico" senza sostanza alcuna pur di finire sulla stampa.

Famoso per la proposta di "Spiaggia di Sabbia a Barcola" finanziata da misteriosi investitori sconosciuti in Porto Vecchio, egli si atteggia anche ad acuto matematico: nell' incessante ricerca di gag per stupire e raggiungere i media si è adesso inventato
 l'equazione demenziale tra cose che non c' entrano nulla tra di loro:
" Sviluppo Porto + riqualificazione Porto vecchio + città metropolitana = chiusura area a caldo"  ovvero l' equivalente di "Torte + suole + bidoni = calzini ".
Cosa c' entri la Città Metropolitana, per cui comunque ci vorrebbero anni, con la chiusura dell' Area a Caldo della Ferriera lo sa solo lui.

Una depravazione della matematica indegna per l' Eurocapitale della Scienza e tale da farlo deferire alle commissioni d' esame di quinta elementare.

Infine per quanto riguarda la questione dello spostamento del Punto Franco di Porto Vecchio, di cui si vanta, va chiarito che per istituirne altri in Zona Industriale o altrove non ce n' era alcun bisogno, visto che i Punti Franchi sono sempre stati estensibili e bastava e basta allargare quelli già esistenti come è stato fatto anche di recente (area Samer presso Ausonia).
E' stato solo un danno perchè ha, tra l' altro, prolungato di anni la paralisi del sito con annose pratiche.


TUTTA ARIA FRITTA E POLITICA CONCEPITA COME PUBBLICITA' E CAMPAGNA ELETTORALE CONTINUA, tranne la concreta assegnazione dei costi di Porto Vecchio sul groppone del Comune in bolletta grazie alla "sdemanializzazione"!


Tuttavia #FrancescoStaiSereno perchè s
tai facendo tutto da solo con le tue mani: si stanno stufando tutti, anche nel tuo partito.



mercoledì 12 luglio 2017

#SCOOP - IL DECRETO ATTUATIVO PER IL PORTO FRANCO INTERNAZIONALE DI TRIESTE - IL TESTO IN ESCLUSIVA -


Abbiamo ricevuto il testo del Decreto attuativo del Porto Franco Internazionale di Trieste, con i relativi allegati, che non è stato ancora pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale.
A Trieste si era svolta una cerimonia di firma ad uso dei media, ma l' iter di promulgazione doveva ancora essere espletato.


Come da dovere informativo e giornalistico lo pubblichiamo immediatamente riservandoci i commenti dopo un attento esame tecnico.


Avvertiamo che il testo che abbiamo ricevuto è del 4 maggio e che possono essere intervenute successivamente alcune lievi modifiche.

Il valore di questo Decreto, che potrà contenere luci ed ombre sul piano tecnico, è soprattutto "politico" ed è quello del riconoscimento della legislazione internazionale sul Porto Franco Internazionale di Trieste e della certezza del diritto nella operatività dei Punti Franchi.


Punti Franchi che vedranno un utilizzo produttivo, soprattutto industriale ma anche di servizi avanzati e finanziari, ricerca ed alta tecnologia, come già avviene alla base SAIPEM, polo mondiale per la robotica subacquea, nel Punto Franco di Porto Vecchio (clicca QUI).


Gli effetti positivi si sono visti immediatamente sul piano mediatico e dell' interesse degli operatori internazionali.
L' Autorità Portuale ha uno strumento, insieme al piano regolatore, da poter offrire al mercato internazionale per garantire il quadro giuridico di eventuali probabili investimenti.


E' nostra convinzione che in questa fase il fine principale cui tutti i triestini devono tendere è un rapido sviluppo delle forze produttive, degli investimenti, del lavoro e dell' economia complessiva del Territorio su cui potranno poi innestarsi nuovi positivi sviluppi sul piano sociale, amministrativo e della "governance".

Ben 99 anni di malgoverno italiano hanno ridotto Trieste al di sotto dei parametri vitali, con solo il 9% del PIL da industria e un gravissimo calo demografico con abnorme presenza, tipica delle zone depresse, di impiego pubblico e pensioni, ed ogni occasione di ripresa va colta senza esitazione tenendo presente che, come la trasfusione in un corpo debilitato, è importante l' arrivo di nuove forze imprenditoriali che rinforzino le residue locali del tutto insufficienti per ribaltare la situazione.

E' importante in questa fase che l' Autorità Portuale, che assume i compiti del Direttore del Porto previsto dall' Allegato VIII, possa operare rapidamente ed efficacemente con poteri sufficienti che dovrebbero essere garantiti da questo decreto e dalla quota del 51% nel nuovo Ente Zona Industriale.


Ribadiamo che nel testo ci possono essere luci ed ombre esito di compromessi, tra cui rileviamo subito un eccesso di ruolo attribuito alle Dogane e una ancora incompleta applicazione dell' Allegato VIII, ma è fondamentale che la situazione si sia rimessa in movimento grazie alle modifiche geopolitiche internazionali.
Ma grazie anche, e non dimentichiamolo mai, a coloro che con le loro lotte hanno tenuta viva l' attenzione sul Porto Franco e l' Allegato VIII trovando finalmente orecchie attente e intelligenti nei nuovi dirigenti dell' Autorità Portuale laddove finora i condotti auricolari locali e nazionali erano ostruiti da ideologie e interessi personali (soprattutto in Porto Vecchio) mentre i cervelli erano ottusi, con una presunta e presuntuosa  

"classe politica e dirigente locale" balorda e inetta che per anni era arrivata al punto di voler togliere i Punti Franchi accusati, con il sostegno del quotidiano locale, di essere "anacronistici".

Buona fortuna e buon lavoro, Trieste !


SCARICA CLICCANDO QUI IL DECRETO ATTUATIVO DEL PORTO FRANCO INTERNAZIONALE DI TRIESTE

ALLEGATI:

SCARICA CLICCANDO QUI LA RELAZIONE TECNICA Descrizione dell’innovazione normativa 


SCARICA CLICCANDO QUI L' ANALISI DI IMPATTO DELLA REGOLAMENTAZIONE (A.I.R.)

SCARICA CLICCANDO QUI L' ANALISI TECNICO-NORMATIVA (A.T.N.) 



Per chi avesse difficoltà di scarico sotto riportiamo
IL TESTO DEL DECRETO ATTUATIVO DEL PORTO FRANCO INTERNAZIONALE DI TRIESTE (Versione del 4 maggio 2017)

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Il Ministero dell' Economia e delle Finanze
     Visti gli articoli 10, 117 e 118 della Costituzione;

Visto l’articolo 351 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea;

Visto il regolamento (UE) 9 ottobre 2013, n. 952 del Parlamento europeo e del Consiglio, che istituisce il codice doganale dell’Unione, per quanto applicabile;

Visto il regio decreto 30 marzo 1942, n. 327, e successive modificazioni, recante approvazione del testo definitivo del codice della navigazione;

Visto il decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 28 novembre 1947, n. 1430, recante esecuzione del Trattato di pace fra l'Italia e le Potenze Alleate e Associate, firmato a Parigi il 10 febbraio 1947 e, in particolare, l’allegato VIII del Trattato di pace concernente il porto franco di Trieste;

Vista la legge 25 novembre 1952, n. 3054, avente ad oggetto la ratifica del decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 28 novembre 1947, n. 1430, recante esecuzione del Trattato di pace fra l'Italia e le Potenze alleate ed associate, firmato a Parigi il 10 febbraio 1947;

Visto il memorandum d'intesa di Londra sottoscritto il 5 ottobre 1954 fra i Governi d'Italia, del Regno Unito, degli Stati Uniti e della Repubblica federativa popolare di Jugoslavia, concernente il regime di amministrazione provvisoria del territorio libero di Trieste, previsto dall'allegato VII del Trattato di pace fra l'Italia e le Potenze Alleate e Associate, firmato a Parigi il 10 febbraio 1947;

Vista la legge 23 agosto 1988, n. 400, e successive modificazioni, recante disciplina dell’attività di governo e ordinamento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e, in particolare, l’articolo 17, commi 3 e 4;

Vista la legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni, recante nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi;

Vista la legge 28 gennaio 1994, n. 84, e successive modificazioni, recante riordino della legislazione in materia portuale;

Visto, in particolare, l’articolo 6, comma 12, della legge 28 gennaio 1994, n. 84, e successive modificazioni, che prevede che il Ministro dei trasporti e della navigazione, di concerto con il Ministro dell’economia e delle Finanze, sentita l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale, con proprio decreto stabilisce l’organizzazione amministrativa per la gestione dei punti franchi;

Visto l'articolo 1, commi 618, 619 e 620, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, e successive modificazioni, recante disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge di stabilità 2015);

Visto l’articolo 104 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, e successive modificazioni, recante conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59;

Visto il decreto del Presidente della Repubblica 23 gennaio 1973, n. 43, e successive modificazioni, recante approvazione del testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale;

Visto il decreto del Ministro delle Finanze 20 dicembre 1925, n. 1693, recante norme doganali per l’esercizio dei punti franchi di Fiume e Trieste;

Visto il decreto del Commissario generale del Governo italiano per il territorio di Trieste 19 gennaio 1955, n. 29;

Visto il decreto del Commissario generale del Governo italiano per il territorio di Trieste 23 dicembre 1959, n. 53;

Visto il decreto del Ministro dei trasporti e della navigazione 14 novembre 1994, recante identificazione dei servizi di interesse generale nei porti da fornire a titolo oneroso all’utenza portuale, pubblicato nella Gazzetta ufficiale 21 novembre 1994, n. 275;

Visto il decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti in data 18 giugno 2004, recante individuazione dell’Autorità competente per la sicurezza marittima e del Punto di contatto per la sicurezza marittima, di cui al regolamento (CE) n.725/2004;

Sentita l’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale;

Emana
il seguente decreto

ART. 1
(Finalità e ambito di applicazione)

1.        Il presente decreto disciplina l'organizzazione amministrativa per la gestione del porto franco di Trieste, per adeguarlo agli obiettivi di sviluppo del traffico marittimo e delle attività connesse.
2.        Sono in ogni caso fatte salve le competenze della regione Friuli-Venezia Giulia in attuazione dello Statuto speciale e delle relative norme di attuazione e le competenze dell’autorità marittima.

ART. 2
(Definizioni)

1.        Ai fini del presente decreto, si intende per:
a)                 «porto franco»: i punti franchi individuati negli attuali limiti della circoscrizione territoriale del porto franco internazionale di Trieste di competenza dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Orientale e le altre zone di cui all'articolo 1, commi 618, 619 e 620, della legge del 23 dicembre 2014, n. 190, funzionalmente e logisticamente legate alle attività portuali;
b)                 «Autorità di Sistema Portuale»: Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale;
c)           «Presidente»: il Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale.

ART. 3
(Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale)

1.        Il porto franco di Trieste è amministrato dall'Autorità di Sistema Portuale.
2.        Il Presidente, sentito il Comitato di gestione, amministra:
a)      le aree e i beni del demanio marittimo, ricadenti nella circoscrizione territoriale di competenza, sulla base delle disposizioni di legge in materia, esercitando le attribuzioni stabilite negli articoli da 36 a 55 e 68 del codice della navigazione e nelle relative norme di attuazione;
b)      le altre zone di cui all'articolo 1, commi 618, 619 e 620 della legge 23 dicembre 2014, n. 190, funzionalmente e logisticamente legate alle attività portuali.
3.        Nell’ambito del porto franco, il Presidente:
a)      autorizza e limita la manipolazione delle merci, ferme restando le competenze dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli per l’applicazione della normativa doganale;
b)      autorizza e limita, d’intesa con la competente Agenzia delle dogane e dei Monopoli, la produzione di beni e servizi, anche a carattere industriale;
c)      determina:
1)        i canoni di concessione delle aree demaniali e delle banchine comprese nell'ambito portuale, di cui all'articolo 18, e delle aree demaniali comprese nella propria circoscrizione territoriale, nonché i proventi di autorizzazioni per operazioni portuali di cui all'articolo 16, escluse le concessioni di cui all'articolo 14 della legge 28 gennaio 1994, n. 84;
2)        i canoni delle concessioni demaniali marittime per scopi turistico-ricreativi e i canoni derivanti dall’utilizzo delle zone di cui all'articolo 1, commi 618, 619 e 620 della legge 23 dicembre 2014, n. 190;
3)        i canoni di locazione di aree nella disponibilità patrimoniale dell’Autorità di Sistema Portuale;
d)     regolamenta, di concerto con l'Agenzia delle dogane e dei Monopoli e con l’autorità marittima limitatamente ai punti franchi ricompresi nel sedime portuale l’accesso al porto franco con i relativi orari. E’ fatta salva la competenza dell’autorità marittima relativa alla circolazione stradale limitatamente ai punti franchi ricompresi nel sedime portuale;
e)      istituisce, sentita l’autorità marittima, un servizio di vigilanza ai varchi, secondo il piano di security limitatamente ai punti franchi ricompresi nel sedime portuale;
f)       individua, sentite le amministrazioni interessate, specifiche aree per l'esercizio di attività produttive finalizzate a razionalizzare l’uso del porto e agevolare i tempi di lavoro dell’utenza;
g)      provvede, per le finalità di cui all’articolo 1, al coordinamento delle attività svolte dalle pubbliche amministrazioni;
h)      provvede all’ordinaria e straordinaria manutenzione delle parti comuni;
i)        provvede all’esecuzione delle opere richieste dall'Agenzia delle dogane e dei Monopoli e dall’autorità marittima, nonché dalle altre amministrazioni pubbliche competenti;
l)  definisce, con proprio regolamento, gli spazi comuni e le modalità di utilizzo degli stessi;
m) assicura la promozione industriale e commerciale, sentite le amministrazioni interessate;
n)  promuove la formazione professionale, sentita la regione Friuli-Venezia Giulia, con l’inserimento professionale dei giovani in imprese che operano con i mercati esteri, per accrescere la presenza delle imprese italiane nel mercato internazionale.
4.    Al fine di promuovere lo sviluppo dei servizi ferroviari nel porto franco, tenuto conto del principio di libertà di transito, il Presidente garantisce la libertà di accesso a tutti i vettori ferroviari. A tal fine potrà avvalersi dell’utilizzo di società strumentali, anche attraverso l’assunzione di partecipazioni societarie, ai sensi della disciplina vigente, finalizzate alla promozione di collegamenti logistici e intermodali funzionali allo sviluppo del sistema portuale.
5.    Il Presidente, nel caso vi sono rilevanti necessità del commercio internazionale o di rispetto degli obblighi internazionalmente assunti dallo Stato italiano, adotta, con proprio decreto, previo parere della Regione Friuli-Venezia Giulia e dei Comuni interessati, i provvedimenti necessari di modifica del porto franco di cui all’articolo 2, comma 1, lettera a), del presente decreto.

ART. 4
(Pianificazione strategica del porto franco)

1.        L'autorità di Sistema Portuale elabora, adotta e attua la pianificazione della gestione del porto franco, finalizzata a promuovere la crescita dell’economia marittima, dei trasporti marittimi, dei flussi di traffico e del sistema economico, sociale e ambientale del territorio. 
2.        La pianificazione di cui al comma 1 avviene attraverso l’elaborazione di piani, che individuano la distribuzione spaziale e temporale delle attività economiche e sociali e dei pertinenti usi del porto franco.
3.        I piani di cui al comma 2 riguardano:
a)                 l’accesso al porto franco;
b)                 i servizi di interesse generale;
c)                  la costruzione o la ristrutturazione di manufatti necessari per la fornitura di servizi all’utenza, compresa la recinzione del porto;
d)                il dragaggio dei fondali;
e)                 i servizi pubblici locali di interesse economico generale.
4.        Il Comitato di gestione dell’Autorità di Sistema Portuale approva il piano operativo triennale di cui all’articolo 9, comma 5, lettera b), della legge 28 gennaio 1994, n. 84, concernente le strategie di sviluppo portuali e logistiche del porto franco.
5.        Ai fini della gestione del porto franco, l’Autorità di Sistema Portuale:
a) fornisce, secondo le rispettive competenze, all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, alla Guardia di Finanza e all’autorità marittima, le informazioni concernenti i soggetti titolari delle aree all’interno degli spazi di cui all’articolo 2 del presente decreto, l’ubicazione delle stesse e l’uso al quale sono destinate le aree;
b) vigila sul rispetto delle disposizioni inerenti l’accesso al porto franco e l’utilizzo delle infrastrutture portuali;
c) fornisce, in caso di necessità, a titolo gratuito all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, alla Guardia di Finanza e all’autorità marittima limitatamente alle aree collocate nel sedime portuale adeguate infrastrutture, al fine di consentire lo svolgimento dei compiti istituzionali nel porto franco;
d) fornisce assistenza tecnica a coloro che intendono effettuare investimenti nel porto franco;
e) stipula accordi con l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, al fine di digitalizzare le procedure e i controlli connessi alla movimentazione delle merci tra i punti franchi e da e per i punti franchi del porto di Trieste.
6.        L'Autorità di Sistema Portuale pubblica sul portale istituzionale le ordinanze e i regolamenti vigenti nel porto franco, nonché i canoni, i diritti, le tariffe, le tasse marittime e qualsiasi altra entrata finanziaria.
ART. 5
(Transito degli automezzi)
1.        L’Autorità di Sistema Portuale, per le finalità di cui all’articolo 1, rilascia le autorizzazioni relative al transito degli automezzi di nazionalità estera destinati o provenienti dal porto franco.

ART. 6
(Disposizioni finanziarie)

1.    Dall’attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
2.    Le amministrazioni interessate provvedono all’adempimento dei compiti derivanti dal presente decreto con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

ART. 7
(Entrata in vigore)

1.        Il presente decreto entra in vigore il giorno successivo della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.



Roma,                                                                                  

         


Il Ministro dell’Economia e delle Finanze               
Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti




martedì 11 luglio 2017

TRIESTE CITTA' INTERNAZIONALE ED EUROPEA - PORTO FRANCO INTERNAZIONALE ED EUROCAPITALE DELLA SCIENZA - PORTO MEDITERRANEO DELLA MITTELEUROPA - LA SITUAZIONE E' ECCELLENTE -


Sono tutte internazionali le principali risorse ed eccellenze di Trieste: il Porto Franco Internazionale con i suoi Punti Franchi e la rete ferroviaria internazionale ereditata dall’ Impero, il Centro Internazionale di Fisca Teorica Abdus Salam,  la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati, internazionale è la comunità scientifica e internazionali sono le imprese nate e che si sviluppano nell’ Area di Ricerca, internazionali le opportunità di sviluppo legate ai nuovi assetti geopolitici globali che stanno maturando.

Su queste basi internazionali si sta rifondando la rinascita ed il futuro di Trieste.


Il Porto Franco Internazionale di Trieste sembra avere un nuovo forte impulso che lo porterà ad essere lo snodo multimodale tra nave e ferrovia sulle Nuove Vie dalla Seta.
I suoi Punti Franchi verranno finalmente utilizzati in modo produttivo per favorire insediamenti industriali di imprese internazionali per rimediare ad una drammatica deindustrializzazione subita da decenni. 


Spingono in questo senso gli assetti geopolitici mondiali in evoluzione e la consapevolezza acquisita, dopo anni di sollecitazioni e lotte, della solidità dell’ impianto giuridico internazionale del Porto Franco derivante dal Trattato di Pace del 1947, finora misconosciuto da una classe politica e dirigente locale inetta, rimbecillita dal nazionalismo e succube di Roma.


La comunità scientifica triestina che si è sviluppata grazie agli investimenti di Agenzie Internazionali in prevalenza dell' ONU sui centri di eccellenza come il Centro Internazionale di Fisica Teorica (che gode addirittura di extraterritorialità) e la SISSA ha messo in campo una squadra formidabile di prestigiosi scienziati internazionali che ha fatto di Trieste la Capitale Europea della Scienza nel 2020.
Come ha detto Fantoni annunciando la vittoria:  "La commissione ha riconosciuto Trieste come città dell’Europa centrale. L’evento si rivolgerà a una platea di 240, 250 milioni di persone, considerando tutti i paesi interessati".

Fantoni “ha evidenziato le 164 lettere di supporto ricevute dalla candidatura di Trieste e provenienti da Italia, Austria, Bosnia, Bulgaria, Croazia, Georgia, Montenegro, Repubblica Ceca, Romania, Ucraina e Ungheria (eppure c'è chi parla di "vittoria italiana" e tarocca il logo dell' iniziativa aggiungendoci tricolori: meschinità ...). 

Sono successi importanti e tali da indurre ottimismo sul futuro.

Come sempre i carri che sembrano vincenti si affollano di sedicenti “vincitori”, in primis una classe politica che definire scadente e priva di visione strategica è oltremodo generoso.

Sul Porto Franco Internazionale e su Trieste Eurocapitale della Scienza si tentano continuamente di piantare ridicoli e anacronistici tricolori nazionali  e vantare meriti inesistenti.

Dà un enorme fastidio vedere incapaci totali e  sabotatori seriali dei Punti Franchi che hanno ridotto Trieste ad una
specie di Paperopoli 
 intestarsi meriti grazie anche a giornali corrivi come la Gazzetta di Paperopoli detta il Bugiardello che tra l' altro ha una pagina pubblicitaria che cita la Trieste Futura di Pacorini, l' iniziativa fallita su Porto Vecchio che non c' entra  assolutamente niente con la vittoria odierna: meschinità ... 


Tuttavia il tempo è galantuomo ed il bene di Trieste viene prima di tutto, anche se costa dover vedere dei corvi spennacchiati farsi belli con le piume altrui.




Quando la nuova situazione produttiva sarà consolidata e saranno presenti attori internazionali con le spalle larghe non ci sarà più spazio per i ciarlatani che sono destinati all’ estinzione e alla “damnatio memoriae”.

Ed emergerà anche la necessità di un governo autonomo dell’ intero territorio di Trieste che, con un fiorire di attività internazionali non potrà più reggere i lacci, lacciuoli, fiscalità e degrado politico italiani.

L' assetto istituzionale ed amministrativo seguirà, e non precederà, quello economico: come è naturale.

Agevolare il cambiamento e lo sviluppo produttivo, economico, scientifico e sociale è la priorità.
 

Anche se costa doversi prendere ogni tanto delle bustine di digestivo.
Questo non vuol dire essere ingenui: bisogna anzi rafforzare vigilanza e controllo sociale.

Merita attenzione e commiserazione il tentativo del principale “leader” italiano, tale Matteo Renzi, che per recuperare qualche voto ha deciso di ingaggiare una battaglia demagogica e persa in partenza contro la UE a guida tedesca.


E’ vero che la politica economica (e migratoria) imposta da Berlino all’ Europa danneggia l’ Italia e rischia di disgregarla accentuando il divario tra Nord e Sud: ma questo è un problema italiano.
Ed è altrettanto vero che avvantaggia l’ area di influenza tedesca e ne accresce la prosperità.
Ed è con l’ europa centrale a guida tedesca che la Cina vuole avere rapporti.

Con la vittoria del “neoliberista dal volto umano” Macron si è rafforzato l’ asse franco tedesco costruito su questa politica economica e migratoria esiziale per l’ Italia che è destinata a lasciarci le penne malgrado i lamenti e le illusioni.

Il vertice di Tallin sulle migrazioni e il G20 di Amburgo hanno dimostrato l' isolamento dell' Italia.

Il summit sui Balcani Occidentali di Trieste ribadirà che quest' area del mondo è da considerarsi sotto l' influenza tedesca, cosa evidente fin dalla dissoluzione della ex-Jugoslavia con il sostegno offerto alla secessione di Slovenia e Croazia che erano già pienamente nell' "area del marco".

Renzi, alla ricerca di facili consensi, si è spinto negli scorsi giorni fino ad indicare nell’ Europa a guida tedesca il “nemico”: dal punto di vista italiano ha probabilmente qualche ragione.


Dal punto di vista triestino che ha subito 99 anni di malgoverno italiano pragmaticamente “i nemici di Roma sono i nostri amici”.

Buoni rapporti con l’ area austro-tedesca sono vitali per Trieste che è pienamente inserita nella "catena di valore" tedesca con un Porto che lavora al 90% con l' Europa centrale ed orientale, fornisce il 40% del fabbisogno petrolifero tedesco ed è sede di importanti investimenti germanici come la Allianz.


Bisogna aver il coraggio di dire con realismo e senza timore di apparire nostalgici, che è tuttora attuale il sogno di Karl Ludvig von Bruck, fondatore a Trieste del Lloyd Austriaco e ministro dell’ Economia dell’ Impero, di una Mitteleuropa dal Nord della Germania al Nord dell’ Adriatico con Trieste come suo porto sul Mediterraneo.

I tempi della geopolitica sono lenti quasi come quelli geologici ma adesso assistiamo ad un  terremoto che sembra rendere probabile la formazione di una Kerneuropa (nocciolo europeo) a guida tedesca, ipotizzata nel 1994 dal potente ministro dell' economia Schäuble.


E' un progetto che ricalca la Mitteleuropa di von Bruck, di cui a Trieste, che è posta proprio sulla linea di faglia con la periferia europea sud di cui fa parte l' Italia, converrebbe far parte, almeno di fatto.
Ovviamente con le dovute autonomie simili a quelle delle città portuali – stato di Brema e Amburgo: stati autonomi nella repubblica federale tedesca. 
Le formule istituzionali nell’ ambito europeo possono essere molteplici e tali da evitare inutili traumi.
A cominciare dalla necessaria adesione di Trieste alla Macroregione Danubiana di cui fanno parte Austria e Slovenia ma nessuna parte dell' Italia.

Trieste è una città europea, nata europea e sviluppatasi come tale, Porto Franco Internazionale dell' Europa centrale sul Mediterraneo, e non può lasciarsi trascinare nel buco nero della periferia sud in disfacimento insieme alla bagnarola italiana, stato fallito e di second’ ordine fin dall’ inizio, per quanto tronfio come un tacchino destinato però al pranzo natalizio.


cartina da Limes





.