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domenica 18 marzo 2018

CARLO GHEGA, L'INGEGNERE VENETO-ALBANESE A CUI L'AUSTRIA TITOLO' DUE STRADE E UNA BANCONOTA- Riprendiamoci la storia di Trieste !


Del grande furto della nostra storia fa parte anche Carlo Ghega, un ingegnere di straordinaria abilità, che progettò e condusse a compimento una ferrovia che collegava Trieste all' Austria e al nord Europa, con importanti riflessi su sviluppo e progresso di Trieste.
Ancora oggi i treni con i container moderni e ben più pesanti dei treni di allora transitano sulle possenti arcate ben visibili a Barcola. 

Carlo Ghega, il pioniere delle ferrovie di montagna (Venezia10 gennaio 1802 – Vienna14 marzo 1860
Carlo Ghega (nei paesi germanici: Carl Ritter von Ghega) fu un ingegnere progettista di strade e ferrovie. In particolare è conosciuto per aver costruito la ferrovia del Semmering, che parte a Gloggnitz e arriva a Mürzzuschlag. Ferrovia che la parte più difficoltosa e spettacolare della ErzherzogJohannbahn (Ferrovia dell'arciduca Giovanni) Vienna-Trieste, pure tutta progettata da lui.
Ghega nacque a Venezia da genitori di origine albanese. Studiò a Padova, dove a soli 17 anni ottenne la laurea in matematica. In seguito iniziò la sua carriera di progettista costruendo strade e opere idriche nel Veneto. Tra le altre cose contribuì alla costruzione della "Strada d'Alemagna", la strada che da San Vendemiano (TV), presso Conegliano, porta a Dobbiaco passando per Cortina d'Ampezzo.
Nel periodo 1836-1840 fu soprintendente in Boemia per la costruzione del tratto della "Ferrovia Imperatore Ferdinando" che andava da Brünn fino a Lundenburg. In quel tempo (1836-1837) studiò anche il mondo delle ferrovie in Inghilterra e in altre nazioni europee. Nel 1842 Ghega divenne direttore generale delle Südlichen Staatsbahn (Ferrovie di Stato meridionali) cui spettò il compito di progettare la futura Ferrovia Meridionale, per cui intraprese un viaggio di studio in America. Le esperienze scaturite da questo viaggio confluirono non solo nella progettazione e costruzione della Ferrovia del Semmering, ma anche in due pubblicazioni. 
Ghega pubblicò la maggior parte dei suoi scritti parallelamente nelle lingue tedescaitaliana e francese.
In seguito al suo ritorno nelle Ferrovie di Stato Austro-Ungariche venne incaricato della progettazione della ferrovia meridionale, da Vienna a Trieste via Graz, linea ferroviaria che poi venne battezzata in onore dell'arciduca Giovanni d'Asburgo come "Linea arciduca Giovanni", che però è passata alla storia come "Ferrovia meridionale" dato che collegava la capitale dell'Impero con il sud. A quell'epoca, molti ritennero l'attraversamento ferroviario del Semmering tecnicamente troppo complicato, se non addirittura inutile. Già nel 1844 però Ghega sottopose un progetto che passava il valico mediante normali locomotive, senza il ricorso a cremagliere.
Prima ancora che venisse deciso l'avvio dei lavori, Ghega predispose la costruzione di locomotive adatte al superamento di tali pendenze. I lavori ebbero inizio nel 1848 e prima ancora della loro conclusione, nel 1851, Ghega ottenne il predicato di cavaliere ("Ritter"). Quando nel 1854 la ferrovia fu ultimata Ghega aveva già progettato una rete di ferrovie per l'intero impero austriaco e negli anni seguenti ottenne numerosi altri incarichi, tra cui la costruzione di tratti ferroviari in Transilvania. Ghega non poté tuttavia vedere la fine di quest'ultima opera in quanto morì Di tubercolosi a Vienna, nel 1860.
La vita di Carlo Ghega ha dato ispirazione a ben cinque romanzi. Nella Villa di famiglia, Villa Allegri von Ghega sulla Riviera del Brenta ad Oriago è conservato parte dell'archivio storico.

 A Ghega l' Austria riservò l' onore del ritratto sulla banconota di 20 scellini

Così come a Josep Ressel che inventò e collaudò a Trieste un' innovazione fondamentale come l' elica navale dedicò la banconota da 500 scellini.

Dopo l' occupazione italiana di Trieste furono entrambi dimenticati e se chiedete a qualche giovane chi erano Ghega e Ressel vi guardano con gli occhi bovini dell' ignoranza italica.

E' anche questa la differenza tra un paese civile ed una Repubblica delle Banane: rendere onore e coltivare la memoria degli ingegni indipendentemente dalla loro appartenenza nazionale evitando di intitolare strade e piazze a facinorose "teste calde", terroristi e criminali di guerra (Cadorna, Pettitti di Roreto ecc.) solo perchè nazionalisti e "irredentisti".