RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

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lunedì 18 luglio 2016

LA QUESTIONE DELL' OBIEZIONE FISCALE A TRIESTE - LA PAGINA SU "LIBERO QUOTIDIANO" DI OGGI.


La pagina odierna di Libero, il quotidiano diretto da Vittorio Feltri che è un ottimo giornalista, sulla questione dell' Obiezione Fiscale a Trieste è un successo evidente per Trieste.

E' noto che noi non sosteniamo le posizioni di Giurastante, che riteniamo spesso avventuriste, estremiste e dogmatiche, ma questo non ci impedisce di riconoscere i successi altrui e la validità di un' azione che mette in luce la "questione fiscale" a Trieste.


In fondo la "questione fiscale" equivale a quella dello sfruttamento coloniale di un territorio ed a quella del diritto di autodeterminare la destinazione delle proprie risorse che è sempre stata il nocciolo delle rivendicazioni di indipendenza: dai Tea Party dell' indipendenza Americana, all' indipendentismo Irlandese e Indiano, fino all' indipendentismo Catalano e Veneto. 


La "resistenza fiscale" è stata praticata da grandi personalità come Gandhi e Martin Luther King (clicca QUI) e l' accusa di "evasione fiscale" è semplicemente becera:
« Rifiutarsi di pagare le tasse è uno dei metodi più rapidi per sconfiggere un governo »
(Mahatma Gandhi)
La campagna del Mahatma Gandhi per l'indipendenza dell'India ebbe uno dei suoi punti chiave in una protesta fiscale nei confronti degli occupanti britannici. Tale resistenza ebbe il suo culmine nel 1930, con la famosa marcia attraverso l'India di Gandhi.

La stessa "questione di Trieste" fa perno sul Porto FRANCO internazionale, e sulle Zone FRANCHE ovvero esenti da imposizioni fiscali.

Inoltre questo è un periodo che in cui tutti i cittadini percepiscono il prelievo fiscale come rapace, vessatorio e sproporzionato rispetto ai servizi pubblici offerti, mentre la pressione fiscale è talmente alta da compromettere l' attività delle imprese e lo sviluppo economico: da ciò la grande preoccupazione che l' "obiezione fiscale" dilaghi per scelta o necessità di sopravvivenza.

Questo sul piano dei principi.


Sul piano della tattica, in cui ci si occupa non solo della "testimonianza" ma della vittoria concreta, bisogna essere onesti e chiari precisando che l' "obiezione fiscale" attualmente espone chi la pratica a rischi concreti di rappresaglia e repressione, perchè l' arbitrio dell' sistema fiscale italiano è oggi totale e la protezione offerta dalle leggi internazionali su Trieste pressochè nulla dal momento che nessun organo internazionale ha il potere di farle rispettare, qualora decidesse di farlo, cosa che al momento non è prevedibile.
Una logica di scontro frontale e quasi di sfida ad attuare rappresaglie che non si verificano "da 4 anni" è di esito quantomeno incerto con le forze attualmente in campo.


Come atto politico e simbolico per creare attenzione sui media  è validissimo, ma l' esito pratico e la protezione di chi ha scelto questa strada stanno tutti nella capacità di mobilitazione popolare e della pubblica opinione perchè NON è possibile aspettarsi dai tribunali una decisione difforme dagli interessi dello Stato Italiano.

Indipendentemente da chi ha ragione o torto sul piano giuridico lo Stato vorrà far prevalere la forza (e la politica) sul diritto.

L' articolo di oggi è indubbiamente un passo in avanti verso il coinvolgimento della pubblica opinione.

Noi esprimiamo solidarietà ai concittadini che hanno scelto la strada politica e "simbolica" dell' Obiezione Fiscale ben sapendo che se questa scelta diventasse di massa i risultati potrebbero essere decisivi per la "questione di Trieste".

Confidando che nel caso di una annunciata repressione ci sia la capacità di coinvolgere la pubblica opinione e mobilitare i cittadini in difesa degli obiettori.
Rispetto a questo compito informativo non ci tiriamo indietro perchè una eventuale repressione indiscriminata e incontrastata degli obiettori fiscali sarebbe un danno grave per la causa di Trieste più ancora che per i singoli.

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