RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

domenica 24 luglio 2016

#DialoghiMitteleuropei - PASSAGGIO A NORD-EST - IL FUTURO DI TRIESTE E' VERSO NORD-EST ED IL FUTURO DELL' EUROPA NELLE MACROREGIONI TRANSNAZIONALI - IL RITORNO AGLI "STATI NAZIONE" E AL NAZIONALISMO SAREBBE LA MORTE PER ENTRAMBI - LA FUNZIONE DEL PORTO FRANCO INTERNAZIONALE DI TRIESTE PER LA MITTELEUROPA E' ANALOGA A QUELLA DEI PORTI DELLE CITTA '/ STATO ANSEATICHE DEL NORD (AMBURGO, BREMA, LUBECCA...) -


La rivista di geopolitica LIMES pubblica un interessante articolo sulle prospettive per l' Europa in crisi: QUI SI FA L' EUROPA FLESSIBILE O SI MUORE di Brunello Rosa, Capo economista per l’Europa, (clicca QUI per la prima parte dell' articolo).
L' articolo parte dalla constatazione che la Brexit è solo uno degli ultimi episodi della profonda modificazione degli equilibri prodottisi alla fine della seconda guerra mondiale, e da cui era scaturito, tra l' altro, sia il TLT che l' incapacità di nominarne un Governatore condiviso dalle grandi potenze.


Dice l' autore: "... i rapporti di equilibrio prodottisi dopo la seconda guerra mondiale stanno saltando uno ad uno..." e continua con l' elenco dal Giappone alla Germania riunificata agli Stati Uniti nuovamente isolazionisti per non parlare delle radicali modifiche dopo la caduta del Muro di Berlino.
Noi aggiungiamo che oggi c'è la guerra in Ucraina e lo stato d' emergenza in Francia e Turchia.

"In questo mondo ormai fuori dagli equilibri scaturiti dalla fine della seconda guerra mondiale - e che quindi si potrebbe dire avviato, tecnicamente, verso la terza-  la Gran Bretagna, da sempre anticipatrice di eventi, rispolvera un suo grande classico: il distacco dall' Europa".
L' acuta analisi ipotizza quattro scenari per il futuro dell' Europa, che vengono rappresentati dal grafico che abbiamo riportato sopra: "Se disegnamo sugli assi le due dimensioni appena discusse (integrazione e flessibilità / diversità) si identificano i quattro quadranti.
In alto a destra (Nord-Est Bora ndr) quello positivo: in esso si beneficia del processo di unificazione europea e non si pagano i costi di una sua disgregazione. Possiamo definirlo come l' Unione di trasferimento: di fatto quello che tutti gli  Stati Nazionali sono diventati alla fine del loro processo di unificazione.
In basso a sinistra (Sud-Ovest  Libeccio ndr) quello negativo, che segna la riaffermazione della centralità degli Stati Nazionali.
I due quadranti sull' altra diagonale sono gli scenari del "muddle trought", cioè del tirare a campare.
In basso a destra (Sud-Est Scirocco ndr) c'è lo scenario attuale, che possiamo definire germanizzazione dell' Europa, con ciò intendendo che Berlino impone agli altri Stati membri l' adozione di politiche di stampo tedesco (riforme del mercato del lavoro, delle pensioni, strutturali, adozione di politiche volte al raggiungimento di surplus di bilancio e di bilancia dei pagamenti) come metodo di integrazione, così riducendo gli spazi di flessibilità.

In alto a sinistra (Nord-Ovest Maestro ndr) c'è lo scenario favorito dagli Inglesi: l' Unione doganale, la cui integrazione fa passi indietro a favore di una maggiore flessibilità di organizzazione, in qualche modo riprendendo il modello delle Regioni italiane a statuto speciale che hanno saputo coniugare nel tempo unità d' Italia e autonomia regionale.
Attenzione: il processo di germanizzazione dell' Europa solo apparentemente rappresenta un metodo per tirare a campare. In realtà porta quasi inesorabilmente alla dissoluzione dell' Unione Europea e dunque al ritorno degli Stati Nazionali - il quadrato in basso a sinistra - in quanto fomenta la crescita di movimenti populisti (nazionalisti ndr) che a questo obiettivo esplicitamente mirano ".

A Trieste, città di mare, sappiamo tutti che sono i venti da Nord che portano il tempo buono: certamente il Maestro è il vento preferito per la navigazione ma amiamo molto la Bora perchè spazza il cielo dalle nuvole e segnala che la perturbazione è finita.

In altre parole l' ipotesi inglese (Nord Ovest) di Unione Doganale ci può essere favorevole sia perchè consente al Porto Franco Internazionale di lavorare con i paesi più prossimi sia perchè favorisce le ipotesi indipendentiste, ma è  lo scenario di "creazione di macroregioni transnazionali" (Nord Est) quello più favorevole alla ricreazione del nostro entroterra mitteleuropeo andato perduto con la Prima Guerra Mondiale.

Uno scenario in cui Trieste con il suo Porto Franco Internazionale non sia costretta negli angusti confini di uno stato nazionale ma sia dotata dell' autonomia necessaria a servire molte nazioni diverse, così come hanno fatto per secoli le città-stato portuali anseatiche (Amburgo, Brema, Lubecca ecc.) che solo in tempi recentissimi sono entrate a far parte della FEDERAZIONE germanica mantenendo le caratteristiche statuali autonome (clicca Amburgo).

Trieste che è nata e cresciuta intorno al suo Porto Franco Internazionale ha bisogno di un entroterra con un mercato libero e in crescita, non suddiviso in Stati Nazionali con posture protezionistiche.


Tuttavia proprio la degenerazione del progetto di Unione Europea in una struttura tecnocratica e non democratica al servizio degli interessi del capitale finanziario, specificamente germanico, sta portando a una rivitalizzazione del nazionalismo e ad una prevalenza degli scenari negativi dei quadranti a Sud del grafico illustrato sopra.


I tromboni nostrani dell' europeismo e dell' Euro (alla Napolitano e Prodi e PD in genere, per capirci) hanno portato a questi esiti catastrofici con l' adesione entusiasta a politiche di austerity antipopolari e depressive per l' economia a suon di slogan come "Ce lo chiede l' Europa".




Il fatto è che Europa come continente e questa UE come tecnocrazia al servizio di precisi interessi d' élite sono due cose ben differenti.
Così come la UE non ha niente a che fare con l' Europa Federale e democratica sognata dai "padri fondatori" a Ventotene.



Trieste ha bisogno di Europa ma non di questa UE e tantomeno di una regressione agli Stati Nazione che nel '900 hanno arrecato enormi danni alla nostra città e al suo porto isolandola dal suo entroterra naturale mitteleuropeo con la frantumazione dell' Impero prima e con il nazionalismo e la "cortina di ferro" poi.

Trieste per la sua storia e per il fatto di essere un Porto Franco INTERNAZIONALE non può restare isolata e imprigionata in uno Stato Nazione decotto come l' Italia ma può vivere solo sviluppando i rapporti con il suo entroterra naturale e con il mondo intero.

A questi Soloni dell' "europeismo" degenerato in una tecnocrazia antidemocratica al
servizio di banche ed èlite finanziarie (e dominato da teorie economiche antiscientifiche di stampo neoliberista come l' Ordoliberalismo Tedesco che sta giustificando macelleria sociale e distruzione del futuro dei
giovani), "avanza" pure di fare prediche agli indipendentisti invitandoli a stare buoni e felici nello Stato Nazione italiano quasi fosse il "sol dell' avvenire" e non una struttura marcia antistorica che non ha niente a che vedere con l' Europa ed i mercati mondiali.
Anzi ne è sempre più emarginata.

Sono i nuovi nazionalisti e il piglio neocentralista di Renzi e del suo "Partito della Nazione" lo dimostrano chiaramente.


Al contrario, come ben esemplificato nello schema, la soluzione dell' attuale crisi passa per i due quadranti a Nord ovvero con un Europa rigenerata tramite Macroregioni TRANSNAZIONALI e cessione di sovranità verso il basso: comuni e aree omogenee (quadrante Nord- Est: il "PASSAGGIO A NORD EST").

Oppure con un' "unione doganale" con accentuazione delle tendenze separatiste che sono sempre più evidenti in tutta europa ( quadrante Nord-Ovest).


In questo contesto aree speciali, 
perchè dotate di porti che servono vasti entroterra plurinazionali, come Trieste e Capodistria, , non possono essere asservite agli interessi di un solo stato ma devono avere l' autonomia necessaria per essere riferimento di tutto un vasto entroterra.

Questa è l' idea di fondo che si ripresenta periodicamente nella Storia: dalle libere città portuali-stato anseatiche del nord allo stesso TLT che ha origine nella proposta di "stato autonomo di Trieste" formulata da Valentino Pittoni, deputato al Parlamento di Vienna e fondatore della Cooperative Operaie di Trieste recentemente assassinate, al Congresso Socialista Internazionale di Trieste ai primi del '900.

L' immutabilità dei confini degli Stati Nazionali stabilita dal Trattato di Helsinki  è cosa superata da tempo: basti pensare alle modifiche dopo il crollo del Muro di Berlino come spiega bene l' autorevole ambasciatore Sergio Romano sul Corriere (clicca QUI).


E lo stesso vale per la retorica patriottarda e centralista sull' "Italia Unica e indivisibile" di stampo ottocentesco.


In realtà gli equilibri internazionali si salvano attraverso l' aggregazione di aree con interessi, storia ed economia comuni: non con il nazionalismo.


Basta guardare una cartina geografica per capire se Trieste ha più affinità con la Mitteleuropa oppure con gran parte dello Stato Italiano.




1 commento:



  1. Ho trovato il sorriso è grazie al questo Signore. Muscolino GIOVANNI che ho ricevuto un prestito di 70.000€ nel mio conto il mercoledì a 11:32 min e due dei miei colleghi hanno anche ricevuto prestiti di questo signore senza alcuna difficoltà. Li consiglio più voi non fuorviate persone se volete effettivamente fare una domanda di prestito di denaro per il vostro progetto e qualsiasi altro. Pubblico questo messaggio perché signore Muscolino GIOVANNI mi ha fatto bene con questo prestito. È tramite un amico che ho incontrato quest'uomo onesto e generoso che mi ha permesso di ottenere questo prestito. Allora vi consiglio di contattarlo e li soddisfarà per tutti i servizi che gli chiederete. Ecco il suo indirizzo elettronico: muscolinogiovanni61@gmail.com

    RispondiElimina