RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

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lunedì 4 luglio 2016

L' INTERVENTO CRITICO DEL PROF. SERGIO BOLOGNA SUL PROGETTATO PORTO OFF-SHORE DI VENEZIA -



L' INTERVENTO CRITICO DEL PROF. SERGIO BOLOGNA SUL PROGETTATO PORTO OFF-SHORE DI VENEZIA SUL SITO DELLA SIPOTRA- 
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I patrocinatori dell'isola artificiale chiamata porto Off-Shore o VOOPS di Venezia, Costa e Maresca (consulente del Governo e della Giunta Regionale ed ex-presidente della APT), sono gli stessi che avevano proposto il mega terminal di Monfalcone, abortito in tempi brevi anche per il giudizio negativo espresso pubblicamente dal presidente dell'APT del tempo. 

I presidenti dei porti di Capodistria e di Fiume sono contrari all'isola artificiale (e dietro di loro, ci sono le autorità politiche dei rispettivi paesi)  e infatti stanno perfezionando i piani per il potenziamento dei loro porti. 
Il porto di Ravenna è pure contrario, dopo un iniziale e lontano appoggio, che mutò con il cambio del presidente di quella autorità portuale. 

Dunque si può pensare alla sindrome del Mose, che affligge ancora il Veneto, per pompare soldi in laguna senza recare alcun reale beneficio a Venezia, unico bene da tutelare a beneficio di tutto il mondo. 

Il porto di Venezia è importante ma non tanto da cancellare il ruolo di tutti gli altri nell'alto Adriatico. A Venezia la posizione di Sergio Bologna è ampiamente condivisa , ma la viltà civica e' molto forte e si preferisce aspettare un altro aborto piuttosto che il parto assistito di un serio e realistico programma che, nell'interesse di tutto il paese, doti i porti e il loro retroterra di adeguate infrastrutture logistiche.

""... Il porto VOOPS (acronimo che designa l' Off-Shore) ndr. di Venezia è pensato e progettato per concentrarvi il traffico diretto o proveniente dai territori che stanno alle spalle dell’Alto Adriatico. 

Quindi è destinato a “succhiare” i traffici di Trieste, di Koper, di Rijeka.
Se non tutti, una buona parte, in particolare quelli che viaggiano sulle navi giganti, quelli dei servizi fondamentali, coi noli più convenienti. 


Riesce infatti molto difficile credere alla tesi che tutti i porti nordadriatici ci guadagneranno dal progetto VOOPS. 
Se i carichi destinati ai territori retrostanti Trieste, Koper e Rijeka passeranno dal terminal off shore di Venezia, meglio, verranno intercettati da esso, cosa resterà di traffico ai porti della Venezia Giulia, della Slovenia, della Croazia? 
Se le grandi navi si fermeranno al VOOPS, a Koper o Trieste ci andranno solo i feeder? 
A parte Trieste, che ha una capacità di reazione limitata, ma Koper e Rijeka, ovvero la Slovenia e la Croazia, staranno a guardare indifferenti, inerti, il loro declassamento? 
Per quale ragione Koper e Rijeka debbono buttar via gli investimenti che hanno fatto, in infrastrutture, in mezzi di sbarco e imbarco? 
Continueranno a ritrovarsi ai pranzetti del NAPA come se niente fosse? Koper e Rijeka hanno dei costi del lavoro inferiori del 20/30% rispetto a quelli italiani, il progetto VOOPS avrà tariffe così convenienti da essere competitivo con Koper e Rijeka? 
E perché un THC al terminal off shore di Venezia dovrebbe costare meno che a Koper o Rijeka?
 Oggi il costo di porti come Koper è inferiore del 30% circa al costo di Trieste, di Venezia e di Ravenna. Il VOOPS sarà sicuramente più caro se non altro per la rottura di carico, il trasferimento del personale, la manutenzione.
Perché le compagnie marittime dovrebbero favorirlo e rinunciare a porti come Koper che costerebbero a quel punto non 30% ma 50% in meno? 
Salvo che il VOOPS non sia interamente a carico del contribuente..."

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