RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

sabato 15 ottobre 2016

IL PRESIDENTE DELL' APT D' AGOSTINO PER LA "NO TAX AREA" - IMPORTANTE INTERVENTO MENTRE I TRIESTINI DORMONO (POLITICI E NON) - LA NO TAX AREA E' UNA PROSPETTIVA CONCRETA, COME SOSTENIAMO DA SEMPRE - IL TITOLO DEL PICCOLO SVIA DAL CONTENUTO -

Oggi Il Piccolo a pag.13 fa un resoconto dell' intervento del neopresidente dell' Autorità Portuale di Trieste Zeno D'Agostino al MIB (clicca QUI).
Sotto un titolo che può far sorridere, fatto dal solito titolista in stato euforico, si cela invece una presa di posizione importante favorevole alla NO TAX AREA (ed all' applicazione estensiva dell' Allegato VIII) di cui noi parliamo da sempre, la Serracchiani da luglio e su cui la cosiddetta "politica" locale tace, impegnata in reciproci sgambetti e discussioni idiote.

Ecco il testo della parte finale dell' articolo:
"Il commissario (Presidente ndr.) intanto ha anche ribadito che è sempre aperto il tavolo sui vantaggi fiscali che derivano dalla condizione del porto franco internazionale. Quanto alla richiesta di una “No tax area” per Trieste - proposta al governo dalla governatrice Debora Serracchiani (e da noi da sempre ndr.)- «noi finora abbiamo fornito documentazioni - ha affermato D'Agostino -. Il discorso c'è già su Milano e Napoli e poi su Trieste, ma se noi puntiamo sul fatto che siamo già una zona franca dal punto di vista doganale, si possono aggiungere anche gli aspetti fiscali. C'è qualche linea di pensiero che ritiene che ci siano già questi vantaggi, perché esiste un passaggio dell'Allegato VIII, che secondo me ha senso, per cui non si possono imporre tasse all' interno del Porto franco se non sono collegate a un effettivo servizio che il soggetto che percepisce la tassa eroga nei confronti del soggetto che la paga». Un punto a favore dunque già in tasca per i terminalisti del porto triestino. «Infatti loro non pagano né Imu né Ici», conferma D'Agostino. Il gioco dunque sembra essere più facile per ottenere questo ulteriore status. «Su alcuni elementi già oggi siamo “No tax area” rispetto ad altri porti. Si può seguire la stessa linea giurisprudenziale, per esempio, per la fiscalità del lavoro. Penso che qualche imprenditore voglia fare qualche iniziativa di questo tipo: se vince in questo campo, gli si apre un mondo». 


Doveva essere un tecnico venuto da Verona a fare questi discorsi mentre i politicanti triestini, di TUTTI gli schieramenti, opposizioni e autonomisti-indipendentisti compresi, tacciono.


Sveglia signori!
Bisogna accogliere questo "assist" CHE DIMOSTRA CHE LA "NO TAX AREA" (O ZONA FRANCA) E' UNA PROSPETTIVA CONCRETA, come noi sosteniamo da sempre, e portare avanti gli interessi di Trieste !
Meno fesserie su striscioni e religioni e più concretezza !
Quando arriva una buona carta bisognerebbe giocarla al meglio, indipendentemente da chi la da, e non restare inerti o recriminare pretendendone una migliore.


Prendiamo atto che anche l' idea del Presidente dell' APT di un "Birrodotto" è molto triestina: noi ci aggiungeremmo anche un "Krautodotto" e un "Parsutodotto" da Praga.

Scherzi a parte, fa piacere che un funzionario nominato dal Governo, che poteva limitarsi a non far niente come tanti suoi predecessori, cerchi ogni possibilità di sviluppo per il nostro Porto e applichi la sua creatività.

Quello che fa invece pena è vedere i triestini che aspettano che il fico gli caschi in bocca pretendendo che sia un funzionario del governo a cavargli le castagne dal fuoco o, secondo alcuni, addirittura dargli l' indipendenza, che va conquistata.

Per non parlare dello sgomento generato da dei giornalisti che in tutta una complessa proposta, centrata sul Porto Franco Internazionale, individuano nella birra il punto qualificante.

Dare a Cesare quel che è di Cesare.

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