RESTITUIRE TRIESTE AL FUTURO -

AUTONOMI DALL' ITALIA MA CONNESSI CON IL MONDO - RESTITUIRE TRIESTE ALLA MITTELEUROPA - RESTITUIRE TRIESTE AL SUO FUTURO: CENTRALE IN EUROPA INVECE CHE PERIFERICA IN ITALIA -

martedì 7 febbraio 2017

D' AGOSTINO ATTACCA FRONTALMENTE L' OFF-SHORE DI VENEZIA E PROSPETTA UNO SVILUPPO INDUSTRIALE DEI PUNTI FRANCHI - DIPIAZZA TACE E CON GLI ALTRI CONTINUA L' ANNOSA E INCONCLUDENTE LITANIA DEL TURISMO E DEI MUSEI A CIELO APERTO IN PORTO VECCHIO E OVUNQUE -


Al convegno sull' "Economia del Mare", del CNA (area PD), di ieri la politica locale ha esibito nuovamente la sua miseria progettuale lanciandosi nuovamente in giaculatorie e promesse di sviluppo economico legate alla sdemanializzazione e urbanizzazione di Porto Vecchio di cui, riannunciano, inizieranno a fine anno i cantieri della viabilità, a tre anni dal famoso blitz di Russo e senza l' ombra di un investitore e di un progetto serio che non sia Musei, Musei e ancora Musei.

Questa del turismo museale è una giaculatoria ripetuta da una "classe dirigente" priva di progettualità che non sia quella di trasformare Trieste in un "museo a cielo aperto",  imbalsamandone il glorioso passato asburgico, perchè l' Italia qui non ha portato niente degno di visite.

Invece di pensare un futuro di sviluppo economico vero legato alle nuove prospettive geopolitiche, chiaramente emerse nel partecipatissimo convegno del Limes Club sulle "Nuove Vie della Seta", questi pensano solo al passato e ad aumentare un po' la permanenza dei turisti che attualmente è solo di un giorno e mezzo.
E' da anni che menano il can per l' aia su questi temi mentre i posti di lavoro e la popolazione calano.

L' unica autorità  a staccarsi da questa palude è stato il Presidente  dell' Autorità Portuale D' Agostino che ha rivendicato i 225 posti di lavoro creati in poco tempo ed il concretissimo progetto di utilizzare i Punti Franchi per favorire l' arrivo di industrie, attività produttive e lavoro vero.

Ha anche attaccato esplicitamente e duramente, segno che il vento è girato, il progetto di Porto Off-Shore di Venezia, pensato per far concorrenza al nostro utilizzando finanziamenti pubblici, nel silenzio assordante del sindaco Dipiazza che tace sui progetti antitriestini del suo amico e sodale Brugnaro, sindaco di Venezia sostenitore acceso di Paolo Costa, presidente Autorità Portuale di Venezia, e dell' Off-Shore.

Silenzio prudente su questo fronte anche degli altri, Costa è di area PD-Prodi, intenti a menare l' aquilone del turismo come principale futuro di Trieste e non solo possibile attività aggiuntiva ma certamente secondaria.
Quanto alle proposte di trasformare Trieste in un "museo a cielo aperto" in ricordo di Maria Teresa, noi Maria Teresa l' adoriamo perchè a Trieste ha portato la modernità e sviluppo economico attraverso il Porto Franco Internazionale e non certo l' idea di imbalsamarla in un museo.

Sarebbe ora di cercare di capire come sta cambiando il mondo invece di gingillarsi con il "fantaturismo": Trieste non può vivere di solo "food & bevarage" (vedi sotto) e Musei


Ultima ora: a riprova del cambiamento di clima sull' Off-Shore veneziano apprendiamo che il sen. Casson, ex magistrato ed avversario di Brugnaro alle amministrative, ha presentato un' interrogazione al senato in cui ipotizza il "danno erariale" per Paolo Costa per aver affidato il progetto definitivo per 4 milioni nonostante sia in regime di "prorogazio" di Presidente della A.P.

Ecco gli articoli del Piccolo:

D’Agostino dice no a soldi pubblici per l’off-shore 
«Non abbiamo timori per la concorrenza dei porti vicini - ha affermato nel convegno di ieri il presidente dell’Autorità di sistema portuale, Zeno D’Agostino - oggi la competitività di un porto si misura sul lato terrestre (quegli degli interporti e dei collegamenti ferroviari, ndr.) Quanto al versante mare, chi non ha accessibilità marittima deve cambiare mestiere», ha aggiunto senza mezzi termini riferendosi al porto offshore per il quale Venezia ha appena affidato la progettazione. «Ed è ancora più assurdo - ha aggiunto - che per acquisirla vada a chiedere soldi pubblici». Il presidente dell’Authority ha inoltre ricordato come a Trieste siano oggi aperti cantieri per la Poattaforma logistica e i Moli Quinto, Sesto e Settimo, tutti con soldi privati». (s.m.)

Porto, yacht e turismo A Trieste il mare torna a creare occupazione Dati incoraggianti al convegno della Cna al Savoia «Il territorio è ancora ricco di competenze e saperi»
Le 225 nuove assunzioni in porto in due anni, la nicchia del refitting dei megayacht che ha in Trieste un polo di rilievo europeo, il turismo crocieristico che cresce, la prospettiva della realizzazione del grande acquario e soprattutto della riconversione del Porto vecchio: il mare è tornato a essere a Trieste il motore che tutto muove. Ne sono convinti i principali intervenuti al convegno “L’economia del mare. Vecchi e nuovi mestieri” svoltosi ieri all’hotel Savoia Excelsior e cioè il presidente dell’Autorità di sistema portuale Zeno D’Agostino, l’attuale sindaco Roberto Dipiazza e l’ex primo cittadino Roberto Cosolini. «La città è ancora ricca di competenze e saperi in questo campo», ha potuto concludere Giancarlo Carena presidente di Cna (Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa), l’associazione che ha organizzato l’evento anche questo svoltosi dinanzi a un folto pubblico. I saperi in realtà sono stati anche aggiornati o addirittura reinventati e lo hanno dimostrato i primi tre relatori. Dall’officina navale di Marino Quaiat e lo ha spiegato lui stesso, dapprima è nato il Polo nautico sul Canale navigabile e poi Trieste refitting system che comprende anche Cartubi, Ocean, Meccano, Zinelli e Perizzi. «Nel 1998 vi lavoravano dieci persone - ha spiegato Quaiat - adesso siamo in 60, ma possiamo crescere ancora perché dei 7.300 megayacht che navigano nel mondo, la metà sono di stanza nel Mediterraneo e ora siamo in grado di fare concorrenza ai cantieri tedeschi, olandesi, francesi e spagnoli, oltre a quelli del Tirreno. Per la città si possono prospettare ricadute in molti settori: pensiamo solo al food& beverage dato che questi megayacht hanno cambuse con migliaia di bottiglie (!!). Ma noi stessi - ha concluso - avremmo bisogno di manodopera specializzata». Su qualche versante la città, dove del resto ha sede l’unica compagnia italia di trasporto container, Italia Marittima, si è già attrezzata. «La formazione è a livelli di eccellenza», ha potuto dire Bruno Zvech, direttore generale dell’Accademia nautica dell’Adriatico, scuola post Nautico un istituto che solo qualche anno fa sembra avviato all’estinzione. «Per il 70% i cadetti e le cadette (una folta rappresentanza era presente al convegno) provengono da fuori Trieste. La città sta tornando a internazionalizzarsi, il segreto del suo sviluppo ai tempi di Maria Teresa». Molti saranno gli eventi dedicati al trecentesimo anniversario della nascita della sovrana austriaca. Lo ha annunciato Umberto Malusà, presidente del Consorzio Promotrieste affermando che «promuoveremo Trieste, museo a cielo aperto, come città di Maria Teresa». L’obiettivo è anche di prolungare in città la presenza del turista che in media si attesta su un giorno e mezzo soltanto. Due sono gli asset sui quali insistere: Trieste città di contaminazioni culturali (si pensi ad esempio alle tante chiese di culti diversi) e Trieste come città del mare. A proposito di quest’ultima accezione, Malusà ha precisato che «per esempio stiamo pensando a un percorso turistico di visita a una serie di antiche imbarcazioni locali». Nel successivo dibattito, moderato dal docente Paolo Feltrin, Zeno D’Agostino è entrato nel cuore del problema ricordando che «in due anni abbiamo creato in porto 225 posti di lavoro veri, cioé a tempo indeterminato. Non ci interessa - ha affermato - movimentare qualche contenitore in più, ma portare a casa il maggior valore possibile da ogni unità di traffico. Aspiriamo in sostanze a creare dai contenitori attività manifatturiera e industria». E Roberto Cosolini ha sostenuto che «Trieste è oggi riconosciuta non soltanto come la capitale del Friuli Venezia Giulia, ma anche dell’area costiera che arriva fino a Pola (??? ndr)e di una porzione di territorio che si protende in Europa perché è riconosciuta la sua capacità di offrire servizi avanzati». Il salto di qualità definitivo però lo si avrà soltanto con la rivitalizzazione del Porto vecchio.(??? ndr) «La prossima settimana - ha annunciato Dipiazza - firmeremo la convenzione per l’utilizzo dei primi 50 milioni. Ma stiamo già lavorando sul progetto per la viabilità con il viale, due rotonde e il grande ingresso accanto alla Stazione ferroviaria. A fine anno contiamo di aprire il cantiere. Ma oltre al Porto vecchio ci sono il Porto nuovo e il turismo che ci stanno dando soddisfazioni - ha concluso il sindaco - togliamoci di dosso la negatività perché non ha più ragione di
esistere.

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